27 ottobre 2013 • Recensioni Film, Vetrina Cinema
Recensione Oscure Presenze – Dark Skies
Dopo Legion e Priest arriva nelle sale il terzo lungometraggio del regista statunitense Scott Stewart, Dark Skies – Oscure Presenze. Il film è un horror soprannaturale che vede protagonisti Keri Russell, Josh Hamilton e Dakota Goyo. E’ inoltre presente un piccolo cameo di J.K. Simmons, il J. Jonah Jameson della saga Raimiana di Spiderman. L’ottima sceneggiatura di Stewart ha trovato il sostegno del giovane Jason Blum, già produttore di Insiduous, Paranormal Activity e Sinister.
Le inquietanti presenze notturne del titolo sono quelle che sconvolgono la vita della famiglia Barret. Daniel e Lacey conducono una normalissima vita assieme ai loro due figli in un quartiere residenziale fino a quando la loro esistenza viene turbata da strani accadimenti. I loro figli, Sam e Jessie sono molto legati e comunicano tra loro tramite un walkie talkie. La loro vita comincerà pian piano a prendere una piega diversa quando vengono presi di mira da entità malefiche e terrificanti. Il loro allarme antifurto scatta all’improvviso senza alcun motivo e migliaia di uccelli si schiantano contro la loro abitazione. Isolati dal resto della comunità, amici e parenti in preda allo scetticismo, la coppia dovrà farsi forza da sola per proteggere i propri figli.
Oscure Presenze – Scena Film
Questa spaventosa presenza aliena penetra nella loro casa di notte diventando un incubo per tutta la famiglia. Delle strane ferite sul corpo dei due bambini contribuiscono inoltre ad allontanare la famiglia dal resto della comunità che sospetta di loro. Un presenza indesiderata comincia infatti ad impossessarsi di quasi tutti i membri della famiglia provocando in loro strane reazioni fisiche e black out mentali. Le ricerche di Lacey su ciò che gli sta accadendo confermano definitivamente l’accanimento verso la sua famiglia di entità soprannaturali. I Barret capiranno così di essere nel mirino degli alieni e cercheranno di trovare una via d’uscita, non riuscendo tuttavia a salvare tutti i membri della loro famiglia.
L’abduction ovvero i rapimenti alieni è da sempre un tema di grande fascino e nel cinema è tornato in voga nel genere horror. Lontani anni luce dalla fratellanza interstellare lanciata da Spielberg negli anni ottanta con E.T. ed Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, qui le forze aliene vengono rappresentate come una trappola alla quale l’essere umano non può sottrarsi dopo essere stato prescelto. Se all’inizio le prime immagini possono ricordare Poltergeist - Demoniache presenze, Dark Skies si contraddistingue raccontando i rapimenti alieni attraverso l’analisi di un dramma familiare in modo tutt’altro che stereotipato laddove i Barret non vengono dipinti come la classica famiglia felice bensì alle prese con problemi economici e sociali.
Daniel è infatti un architetto disoccupato e la moglie che fa l’agente immobiliare mantiene tutta la famiglia. Il loro dramma coinvolge progressivamente lo spettatore a partire dalle loro difficoltà a far quadrare i conti fino al loro incontro con un mondo parellelo e terrificante. Stewart abbandona l’uso degli effetti speciali, sui quali si era concentrato in precedenza, per affidarsi alla sua bravura nella costruzione della storia e ad un ottimo cast. Si tratta inoltre di un horror basato più sul provocare sensazioni di angoscia piuttosto che di spavento. Da un punto di vista metaforico, se negli cinquanta la minaccia aliena poteva essere infatti identificata con l’Unione Sovietica, oggi questa minaccia potrebbe rappresentare il terrorismo assumendo così una dimensione discostante dalle migliaia di dischi volanti che oscurano i cieli statunitensi nel cinema del dopoguerra.
Michael O’Sullivan ha scritto sul The Washington Post che “il film costruisce un moderato livello di spattralità ed è un’abile costruzione di suspence.” Andy Webster del The New York Times ha apprezzato invece il film per la sua destrezza nell’uso degli schemi dell’horror. Gli effetti visivi di Boys contribuiscono inoltre con la loro solidità allo sviluppo della tensione. Così come le musiche del compositore Joseph Bishara supportano l’azione senza prenderne il sopravvento. Non manca inoltre l’idea di un finale aperto che possa favorire un probabile sequel.
Uscito il 22 Febbraio negli USA, Oscure Presenze verrà distribuito nelle sale italiane da Koch Media a partire dal 24 Ottobre 2013. Il film è vietato ai minori di 13 anni per la presenza di “violenza, terrore, materiale sessuale, farmaci e linguaggio non adatto”. Dark Skies è stato interamente girato in California, nella città di Santa Clarita e le riprese sono durate un mese.
Di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net
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