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Referendum in Grecia l’incudine tra il si e il no. Ma quale era la domanda?

Creato il 29 giugno 2015 da Postik @postikitalia

Referendum in Grecia l’incudine tra il si e il no. Ma quale era la domanda?

Aperto il totogrecia per il referendum del 5 luglio, tutti sanno che Atene ha preparato un pacco ma nessuno sa bene di preciso di che tipo e così tra media scoppia il panico.

Si slogano fior fiori di gangli e neuroni nel fare previsioni che oscillano tra il “è una pazzia” e il “forse abbandoneranno l’alfabeto greco per un misto “ideo- cirillico” cinobolscevico ”, ma nessuno ci dice una volta e per tutte il “sì” e il “no” a che diamine corrispondono.

Insomma conosciamo le possibili risposte ma nessuno si prende la briga di  rivelarci chiaramente la domanda. In fondo il quesito  è molto semplice: “Cari greci, accettate le proposte della Troika così come ce le hanno imposte durante l’Eurogruppo del 25 giugno, o no?” Volete un ulteriore salasso o non ce la fate più?

Per ora, nei sondaggi, sembra che in Grecia – fortemente legata all’Europa – siano in vantaggio i sì, anche se Tsipras è di tutt’altro avviso e cerca la rottura definitiva con l’Austerity modello “rullo compressore” della Troika.

In questi giorni, come già è successo in Islanda prima e Cipro poi, la popolazione è corsa ai Bancomat per prelevare più valuta possibile e il governo Greco si è visto costretto a chiudere le banche per evitare fughe di capitali.  Anche la borsa greca è stata congelata. Insomma Tisipras e i greci sono completamente soli (alla faccia della solidarietà continentale!) e, nonostante sia proprio un quadro desolante, di certo si trovano in una compagnia ben più costruttiva rispetto a quella frequentata nell’ultimo quindicennio.

Le reazioni in Europa sono tanto unanimi quanto acrimoniose. Hollande miracolosamente si sveglia di botto da una narcostasi cronica e dichiara: “Deploro la scelta” di Atene l’accordo era vicino” – e aggiunge facendo le corna di sottecchi – “Oggi la nostra economia è robusta, più robusta rispetto a quattro anni fa e non ha nulla da temere; se agiamo lo facciamo per responsabilità. Forse il Presidente francese è stato scongelato perché qualcuno gli avrà detto che il suo paese è il primo creditore della Grecia, ma di certo non era già informato di suo.

La Merckel (da vero uomo) parla poco e non si lascia andare a dichiarazioni frettolose. Ha vinto facile affermando un’ ovvietà: “se perde l’euro perde l’Europa, ma nel frattempo incontra un Obama che vuole evitare in tutti i modi che la Grecia passi nell’area di influenza russa. Per Angela adesso l’Ellade è solo un labirinto pieno di topi da laboratorio: “togliamoci tutto e vediamo come reagiscono”.

All’Italia – la cui opinione conta come quella di Salvini capitato per caso in un congresso di premi Nobel sulla Teoria delle Stringhe – è stato chiesto solo di guardare in silenzio e imparare: “vedete un po’ cosa succede ai bambini cattivi?”

Anche Juncker oggi si fa trovare stranamente sobrio e dichiara di non aver chiesto mai tagli ai salari dei greci e che in fondo in fondo se la Grecia esce poco male. Dunque i suoi sensi restano comunque obnubilati da fumi sospetti.

Verissimo, Juncker – che è pagato profumatamente in buoni distilleria – non ha fatto alcuna richiesta, ci ha pensato un altro grande personaggio: Wolfgang Schäuble , l’arrogante ed eterna cariatide dell’Eurogruppo,  che nell’ultima riunione con Tsipras malignamente lo sfida a fare un referendum sull’austerità; il ragazzaccio non se lo fa ripetere due volte ed esasperato da questo demone diplomato ragioniere appena uscito da un quadro di Bosch ne indice uno in una lettera aperta ai greci nella quale  spiega punto per punto come all’Europa non interessino minimamente le sorti dei greci.

Nasce così un referendum visto e dipinto come una follia, come una provocazione da parte di pivellini che governano un paese di ladri ed evasori  (come se al di qua dello Ionio ci fossero solo dei santi) e non come lo strumento democratico per eccellenza. Il mondo è un tantinello capovolto ultimamente.

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Fonte foto: Mauro Biani il Manifesto

tag: Tsipras, Grecia, Referendum, Austerità,Austerity,Troika,Merckel,Junker,Obama, Schäuble, Hollande, 5 luglio


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