Che il Pianeta avesse delle naturali doti di autoriparazione ne ero convinta e ne avevo già parlato qui. E’ così che sta accadendo anche questa volta, complice le “naturali fluttuzioni atmosferiche” che hanno portato a riscaldare la stratosfera sul continente antartico e a diminuire il buco dell’ozono.
Questo solo dopo, però, che il buco avesse avuto il massimo della sua estensione tra gennaio e agosto, raggiungendo un’estensione massima di 21,2 milioni di chilometri quadrati, che equivale ad un’area pari a quella di Canada, Stati Uniti e Messico insieme.
‘’Il buco dell’ozono è causato principalmente dal cloro prodotto dagli impianti industriali e i livelli di questa sostanza sono ancora rilevabili nella stratosfera antartica’’, osserva Paul Newman, del centro della Nasa.
Dovremo aspettare però fino al 2065 per vedere ripristinata la situazione iniziale!