Il fatto che questo sia un periodo nero per le imprese italiane non è in discussione: nei primi tre mesi del 2012 sono state oltre tremila le procedure fallimentari avviate (+ 4,2% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno). La crisi economica si configura sempre di più come crisi delle PMI che, anche se con lunghe storie di successo alle spalle, faticano, ormai, a finanziarsi e a restare sul mercato.
Nonostante la situazione generale sia scoraggiante, poniamo l’attenzione su un dato non trascurabile: a fronte di un 25% di imprese che segnala di trovarsi in difficoltà nell’attuale situazione di recessione, il 57,7% ritiene di aver messo in campo risposte adeguate; un 17,5%, risponde in modo pienamente positivo.
Statisticamente, i risultati migliori sono stati raggiunti grazie:
- all’attuazione di processi mirati alla razionalizzazione dei costi;
- a una costante innovazione della gestione aziendale, riguardante sia la gamma dei prodotti e dei servizi offerti, sia i sistemi informatici utilizzati.
Metabolizzata l’introduzione dell’IT nella gestione dei processi aziendali, in molte PMI gli investimenti in tecnologia vengono considerati, ormai, fondamentali: rendere “digitale” la propria attività significa, infatti, mettersi in una posizione di competitività rispetto ad altri operatori di mercati avanzati o emergenti, aumentare la possibilità di aggredire nuove fette di mercato, valorizzare la produzione a tutti i livelli, innalzando la qualità globale sia per quanto riguarda i prodotti, sia per quanto riguarda i processi stessi.
Come può, però, questo tradursi in una vera e propria strategia anti-crisi e in una riduzione tangibile dei costi da sostenere?
Numerose segnalazioni dirette ci insegnano che l’obiettivo principale delle imprese, oggi più che mai, è la riattivazione della catena produttiva mediante una completa riorganizzazione delle dinamiche gestionali: i vecchi sistemi informatici, sicuramente utili in tempi non sospetti, non riescono più a supplire a questa necessità. Alle software houses viene richiesta l’eccellenza, delle soluzioni che rendano possibile un risparmio tangibile di energia-lavoro, soldi e tempo.
L’adozione di un software gestionale di alto livello, che ricordiamo ha lo scopo di ottimizzare i processi core business aziendali in maniera veloce e flessibile, comporta una serie di facilitazioni (una maggiore velocità di lavorazione delle pratiche amministrative e dei processi aziendali interni; una maggiore velocità nelle comunicazioni; la gestione più semplice del personale; una maggiore sicurezza dei dati aziendali e la loro immediata reperibilità; un ampliamento del proprio portfolio di servizi) che si traducono in:
- risparmio di tempo attraverso l’impiego smart delle proprie risorse umane: un’operazione che necessitava l’impegno di tre impiegati può essere seguita da una sola persona, con conseguente riassegnazione “intelligente” delle mansioni del personale;
- riduzione delle spese correnti di gestione aziendale: su tutti i fronti, da quelli energetici, ai materiali, fino ai trasporti;
- rafforzamento della propria immagine rispetto ai concorrenti: una catena di produzione attiva vuol dire colmare la lacune gestionali, aumentare la qualità dei servizi/prodotti offerti, aumentare i profitti.
Investire nell’acquisto di un software gestionale d’eccellenza in periodo di crisi economica non vuol dire “sprecare dei soldi”. Vuol dire, in realtà: risparmio tangibile su breve, medio e lungo termine; evitare gli sprechi di risorse; gestire in maniera controllata la propria attività; reagire alla crisi con intelligenza. Ma, soprattutto, vuol dire sviluppo: lo sviluppo implica investimento; l’investimento è un rischio; ma il rischio tiene l’azienda up to date, quindi viva e produttiva.