Firenze, 1 maggio 2014, riceviamo da una cittadina sulla capitozzatura degli alberi in città.
Passeggiando in città, ho notato dei tecnici che stavano potando dei pini del Comune. Mi sono avvicinata per avere delle spiegazioni ed ho conosciuto un esperto di tree-climbing, ossia di potatura degli alberi senza piattaforma aerea effettuata facendo entrare l’operatore “dentro” la chioma e calando i rami tagliati con delle funi. Questo signore è in possesso anche della certificazione europea ETW “European Tree Worker” e a sentirlo parlare si capisce che oltre all’esperienza ha una solida base teorica.
Mi informa che loro hanno potato gli alberi di alcuni tratti dei viali (mi dice anche quali) con la tecnica del tree-climbing ma altri tratti sono stati affidati a ditte che hanno effettuato una capitozzatura vera e propria delle piante con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: alberi ridotti a scheletri senza foglie.
Mi spiega dettagliatamente che la cura degli alberi presenti in città non può essere la stessa di quella delle piante che vivono in una foresta; in un centro abitato oltre alla bellezza e alla produzione di ossigeno deve essere tenuta in considerazione anche la sicurezza dei cittadini.
Partendo dal fatto che anche le piante hanno un ciclo biologico che prevede la nascita, una certa durata e la morte, non si può pensare di mantenere delle piante di alto fusto in città per un periodo illimitato nel tempo. Si possono però fare delle scelte prima di tutto sul genere di pianta da inserire nel contesto urbano in base allo spazio a disposizione.
Per esempio, in viale Morgagni sono stati abbattuti degli alberi di grandi dimensioni per far posto al tracciato della tramvia e al loro posto sono stati piantati dei Tigli a 2,5 metri l’uno dall’altro. Essendo il Tiglio una specie con uno grande sviluppo della chioma saranno necessari sempre interventi di potatura per evitare di mantenere gli alberi in dimensioni adatte. Se si fosse scelta una specie arborea con un medio sviluppo di chioma gli interventi di potatura negli anni successivi non sarebbero stati mai più necessari.
I platani presenti lungo i viali di circonvallazione risalgono per la maggior parte agli anni di Firenze capitale (1865) e sono quindi alberi “vecchi” la cui pericolosità aumenta ancora di più in seguito agli interventi di potatura selvaggia come la capitozzatura. In pratica, recidendo in modo così drastico i rami, oltre ad essere molto più brutti e a non produrre ossigeno per molto tempo non avendo le foglie, la ricrescita avverrà in modo da sviluppare rami molto più lunghi, quindi più pericolosi, quindi più “bisognosi” di frequenti potature. Tra l’altro è una tecnica che una volta adottata non permette di tornare indietro.
Una potatura corretta contribuisce invece ad una ricrescita più armonica e una distribuzione più regolare dei rami, necessitando di potature più diradate negli anni seguenti e allo stesso tempo l’albero è “sicuro”.
A Firenze ci sono circa 100.000 piante di alto fusto, è una delle città con più alberi d’Italia, se venissero fatti degli interventi di potatura corretti quanto si potrebbe risparmiare nel settore del verde pubblico?
Questa primavera (2014) sono stati piantati dei bellissimi tulipani bianchi e rossi in moltissime aiuole della città. Costo totale 50.000 Euro. Sono durati una settimana, adesso sono tutti sfioriti e dovranno essere spesi altri soldi per sostituirli.
E’ questa una gestione oculata dei fondi comunali?
Mi lascia però con una considerazione che non è proprio in linea con le mie convinzioni, ossia che bisogna rispettare i cicli biologici degli alberi e comprendere che hanno una durata, dopo un certo periodo di tempo, che sia venti o sessant’anni a seconda della specie, gli alberi devono essere tagliati e sostituiti.