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"Riformare la Giustizia è indispensabile per dare respiro ad un’economia moribonda"

Creato il 12 agosto 2014 da Albamontori @albamontori
a cura di Fabrizio Ferrante su 
Rita Bernardini stronca le non-riforme preannunciate e avverte: "Riformare la Giustizia è indispensabile per dare respiro ad un’economia moribonda"
10-08-2014
La segretaria di Radicali Italiani, giunta a oltre 40 giorni di sciopero della fame, ha parlato a tutto tondo dai microfoni di “Radio Radicale”. Bocciata anche la riforma elettorale: “Italicum peggio del Porcellum”
Intervenendo venerdì 8 agosto a Radio Radicale per la consueta intervista settimanale, Rita Bernardini (segretaria di Radicali Italiani) si è soffermata non solo sulla Giustizia e sul Satyagraha in corso ma anche sul dibattito in corso in Parlamento sulle riforme:

Sul Senato che ha approvato in prima lettura le riforme costituzionali, la Bernardini è stata netta nello stroncare quanto sta avvenendo: “Le nostre opinioni le abbiamo espresse più volte come Radicali. È una controriforma rispetto a quello che sarebbe necessario. Si decide di tagliare con un colpo di spugna il Senato sostituendolo con un Senato non elettivo composto da 100 senatori con potestà legislativa insignificante. Così, la “strana” maggioranza dimostra di non avere alcuna visione di quella che dovrebbe essere una seria riforma istituzionale e costituzionale.”
Anche sulla legge elettorale tanto cara a Matteo Renzi, la stroncatura radicale è chiara: “L’Italicum è peggio del porcellum: non si può da una parte mandare a quel paese il Senato e, dall’altra, non tenere conto degli assetti costituzionali e dell’equilibrio fra poteri. Non si può non avere in testa un “modello” (anglosassone, francese, tedesco?) ed inventarsi una cosa sgangherata che ha l’unico scopo di decidere a tavolino l’assetto di potere del Paese sia dalla parte della maggioranza che da quella dell’opposizione.
Noi siamo sempre stati per il modello anglosassone preferendo quello di matrice britannica: presidenzialismo e sistema elettorale a turno unico con piccoli collegi uninominali, sistema che consentirebbe l’elezione di un Parlamento forte ma con una concreta possibilità di controllo degli elettori sugli eletti. Un Parlamento in grado di controllare effettivamente l’opera del Governo. Solo il vice-presidente della Camera, Roberto Giachetti, seppure con preferenza per il sistema francese, ha tentato di condurre il dibattito a qualcosa di comprensibile ai più.

La conversazione a cura di Andrea De Angelis, slitta poi sui temi economici senza perdere di vista la correlazione con la Giustizia e le sue disfunzioni: “Abbiamo avuto le dichiarazioni di Mario Draghi che hanno dato la fotografia dell’Italia. Pochi hanno riportato la parte delle sue dichiarazioni che si riferisce alla riforma della Giustizia e quanto l’economia e la ripresa siano collegate a questa. I dati sono impietosi: a parte il debito pubblico che costa fra 70 e 80 miliardi all'anno di interessi, l’Italia si trova al 103 esimo posto nell'esecuzione dei contratti. Non possiamo reggere la sfida con gli altri, noi siamo 103 esimi, la Spagna 59 esima, la Germania quinta e la Francia settima nella tutela dei contratti. Anche per questo, come raccontatoci da Gian Antonio Stella, gli investimenti stranieri fuggono dal nostro Paese se è vero come è vero che della torta dei 1.400 miliardi di dollari di investimenti mondiali diretti annui, l’Italia riesce ad intercettare solo lo 0,6%. Un’azienda americana, ha ricordato Stella, ha rinunciato ad aprire una sua fabbrica a Bassano del Grappa proprio per la lentezza della giustizia nostrana nel garantire la protezione dei brevetti. Un’azienda sanitaria che avrebbe consentito a 400 persone di poter lavorare. Ecco perché quando noi radicali parliamo della débâcle della Giustizia e dell’illegalità della sua amministrazione, parliamo di economia.”
“Il Satyagraha in corso vede impegnato ancora una volta (lo è da una vita!) Marco Pannella. E’ esemplare la sua azione e la sua opera e questa volta, oltre allo sciopero della fame e della sete, c’è di mezzo la sua salute”. Sulle condizioni di Pannella, Bernardini si è ricollegata a quanto dichiarato il giorno prima dallo stesso Pannella ai microfoni di “Radio Radicale”: “Marco ha raccontato di aver subito questo intervento al fegato dopo la radioterapia intensiva per il tumore al polmone. A distanza di poche ore, abbiamo ascoltato la sua voce da “Radio Radicale”, la voce di una persona che mette tutto se stesso nella lotta. Quante volte Marco ha ricordato i dati che abbiamo citato prima o quelli che si riferiscono alla risoluzione di dispute commerciali in cui l’Italia è 160esima su 185 Paesi mentre la media dell’Unione Europea è al 47 esimo posto. Per l’accesso al credito - fondamentale per risollevare le imprese che hanno idee e vogliono espandersi – siamo al 104esimo posto mentre la media Ue è 54. Ci sono poi altri fattori e Marco cosa ci diceva a ripetizione? Occorre risalire di almeno 20-30 posizioni queste classifiche. Per questo ha fatto pressione sui vertici di Banca d’Italia e Istat per comprendere su quali fattori intervenire urgentemente. Questo, in concreto, significa basare la speranza su fatti concreti e non sui miracoli delle slide che non si trasformano in riforme”.
Inevitabile un excursus sulla Giustizia: “L’amnistia riguarda il penale, però riducendo drasticamente gli oltre 5 milioni e 300 mila processi penali pendenti destinati alla prescrizione (quella di cui nessuno si assume la responsabilità se non per scelta dei magistrati nel decidere quali procedimenti far cadere in prescrizione e quali no) vuol dire liberare energie per il civile e, sul penale, concentrarsi sui reati gravi depenalizzando migliaia di fattispecie che ingolfano i tribunali. Dove sono le riforme? Tante Commissioni (Nordio, Pisapia) che sono arrivate alle conclusioni ricordate, ma nessuna riforma.
Viviamo nella incertezza dello Stato di diritto. Quante volte abbiamo richiamato come Radicali le condanne CEDU per l’irragionevole durata dei processi? Quelle censure trentennali al nostro Paese stanno lì ad indicare la paralisi che c’è e la mancanza di fiducia generalizzata in una giustizia che possa regolare i rapporti umani. È il medesimo discorso di questa lotta che portiamo avanti da anni anche se forse dovremmo anche dire che, se parliamo di carcere, se pure non hanno fatto l’amnistia e l’indulto, sono stati costretti a varare misure che hanno portato almeno alla diminuzione della popolazione detenuta di circa 8 mila unità. Il Ministro Orlando non ci ascolta neppure quando chiediamo cose minime come l’anagrafe pubblica delle carceri. Se è convinto di quel che è andato a raccontare in Europa, perché non pubblica frequentemente i dati sulle capienze regolamentari e altri importanti dati, carcere per carcere, che consentano il monitoraggio diffuso della legalità degli istituti penitenziari? Ricordiamo che l’unica pena che può comminare uno Stato democratico è la “pena legale”, cioè contemplata dalla nostra Costituzione che ha recepito anche gli importanti elementi della Convenzione Europea del Diritti dell’Uomo”.

Su Orlando e sulle consultazioni in corso con i partiti presenti in Parlamento, l’Associazione nazionale magistrati e altri senza chiamare in causa i Radicali: “Finora non pervenuto, mai incontrato Orlando né lui ha mai chiesto di vederci; eppure il contributo che abbiamo dato perché almeno diminuisse la popolazione penitenziaria con una lotta di decenni e con le segnalazioni di casi disperati, andrebbe riconosciuta. Non c’è risposta finora e siamo la forza politica che l’anno scorso ha tentato di raccogliere le firme per referendum che, se fossimo riusciti portare a casa, a quest’ora avremmo già votato. Il popolo si sarebbe espresso, non l’Anm o altri, su responsabilità civile, separazione delle carriere, incarichi extragiudiziari, magistrati fuori ruolo, custodia cautelare ed ergastolo. Così come si sarebbe potuto esprimere il popolo su altre questioni come l’immigrazione, parzialmente risolta dalla Consulta. In un sol colpo la decisione popolare avrebbe prevalso su questo cammino tortuoso pieno di marce indietro. Anche quando solo si esplicitano propensioni su punti di riforma minimamente accettabili come sulla responsabilità civile dei magistrati, ecco che immediatamente l’ANM insorge. D’altra parte cosa ci si può aspettare se l’esercito dei magistrati “fuori ruolo” occupa i posti-chiave dei ministeri?"
Bernardini, giunta a oltre 40 giorni di sciopero di sciopero della fame ha ricordato la manifestazione a Palmi davanti al carcere a sostegno del Satyagraha in corso; la mobilitazione del 9 agosto davanti all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino organizzata dall’Associazione Andrea Tamburi di Firenze e l’impegno dei compagni di Caserta e del Gruppo amnistia Giustizia Libertà di Teramo che stanno raccogliendo molte adesioni, anche di spessore, come quella dell’Assistente capo della Polizia Penitenziaria di Castrogno, Gianpiero Cordoni, il quale sulla sanità in carcere, si è così espresso: “A Castrogno si giocano troppe partite sulle spalle di detenuti e polizia penitenziaria”; il riferimento era ai casi di tbc, diffusisi per promiscuità e condizioni illegali.
Evidenziato infine il dossier di Massimiliano Iervolino pubblicato sul sito radicali.it e riguardante l’attenzione alle direttive europee in materia di rifiuti, gli esposti presentati alla Corte dei Conti contro i comuni inadempienti per la raccolta differenziata e la battaglia per l’anagrafe pubblica dei rifiuti, finalizzata a fornire ai cittadini uno strumento per conoscere e valutare l’intero ciclo dei rifiuti solidi urbani. “Anche queste sono riforme strutturali, la conoscenza dei cittadini significa per chi gestisce il potere sentirsi controllato e di conseguenza essere portato ad assumere comportamenti virtuosi”, ha concluso la segretaria di Radicali Italiani.<a href="http://www.facebook.com/people/Alba-Montori/725928608">Profilo Facebook di Alba Montori</a>

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