Frontespizio della edizione n. 14 (1910)
"La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene" è un manuale di cucina scritto dallo scrittore e gastronomo romagnolo Pellegrino Artusi (1820- 1911). Scritto con sapienza ed ironia, tradotta in tutto il mondo (l’ultima in ordine cronologico, in portoghese), rappresenta un capolavoro della cucina italiana e del servire a tavola.
Artusi pagò di tasca propria la pubblicazione del libro, non avendo trovato nessun editore disposto a finanziarlo. L’opera fu pubblicata nel 1891 presso la tipografia “L’Arte della Stampa”, di Salvadore Landi, Inizialmente, anche le difficoltà di distribuzione furono enormi: chi voleva acquistare l’opera doveva scrivere direttamente all’autore e farsene spedire una copia per posta, oppure rivolgersi all’editore Landi (entrambe queste indicazioni erano riportate sulla copertina del libro, con tanto di indirizzi).Sulla qualità dell’opera gli specialisti furono divisi. Il professor Francesco Trevisan, del liceo Scipione Maffei di Verona, invitato ad una degustazione, ebbe a dire: «Questo è un libro che avrà poco esito». Invece Paolo Mantegazza, illustre antropologo, disse ad Artusi: «Nel darci questo libro voi avete fatto un’opera buona, e per questo io vi auguro cento edizioni!».
Fu il pubblico a decretare il successo del libro. L’Arte di mangiar bene raggiunse la popolarità, tanto da rimanere ancora in stampa ad oltre cent’anni di distanza.
Artusi poté curare solo le prime quattordici edizioni, dal 1881 al 1910, susseguitesi con grande rapidità. In questo lasso di tempo le ricette, che spaziano dagli antipasti (principii) fino ai dolci, aumentarono da 475 a 790. Alla sua morte, avvenuta nel 1911, egli, non avendo figli, lasciò in eredità ai suoi due cuochi, Marietta Sabatini e Francesco Ruffilli, i diritti d’autore dell’opera, con i quali essi poterono vivere di rendita anche dopo lo scadere degli stessi, nel1961.
Ad oggi l’opera conta 111 edizioni, con oltre un milione di copie vendute. Dopo la morte dell’autore il libro non è più stato modificato. L’edizione attualmente disponibile in commercio è identica a quella del 1911.
Le ricette in gran parte erano state raccolte da Artusi durante i suoi viaggi in Italia, ed in gran parte sono ricette di carattere casalingo, descritte talora con piccoli commenti personali e preventivamente provate dai suoi due cuochi." (scheda tratta da Wikipedia)
Ed ora, dopo le divagazioni letterarie, la ricetta. E' un piatto che ho preparato qualche settimana fa quando ho postato i Carciofi al Vino Bianco. Devo postarlo per forza altrimenti, se volete rifarlo, non trovate più gli ingredienti freschi, piselli e carciofini, e dovrete ripiegare su quelli surgelati. Io qualche volta l'ho fatto ed il risotto è venuto comunque buono.
Ingredienti: 400 g di riso, 300 g di pisellini freschi, 4 carciofi, 1 limone, 1 mazzetto di prezzemolo, 4 cucchiai d'olio evo, 50 g di caciocavallo grattugiato, dado bio, sale e pepe
Mondate i carciofi, eliminando le foglie esterne e l'eventuale fieno. Spuntateli, tagliate a spicchi sottili i cuori e metteteli in una ciotola con acqua e succo di limone.
Fate appassire la cipolla tritata in un tegame con l'olio, poi unite i piselli e rigirateli brevemente nel condiemento. Aggiungete, quindi, i carciofi ed il prezzemolo tritato e rosolate per un paio di minuti.
Versate mezza tazza d'acqua calda e cuocete per 15 minuti, a fuoco moderato.
A questo punto, unite il riso. Salate, pepate e portate a cottura, incorporando poco per volta il brodo caldo (acqua + dado bio).
Alla fine la preparazione dovrà raggiungere una consistenza poco più morbida di un risotto. Spegnete il fuoco, aggiungete qualche cucciaiata di caciocavallo grattugiato e mescolate bene. Servite la pietanza ben calda, spolverizzata ancora di caciocavallo grattugiato.