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Roma: interrogato il padre che gettò il figlio di 16 mesi sul Tevere. «Non riesco a darmi pace»

Creato il 08 febbraio 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
Folletto
Roma: interrogato il padre che gettò il figlio di 16 mesi sul Tevere. «Non riesco a darmi pace»L’ultimo a tenerlo in braccio è stato proprio lui, il papà che l’ha gettato sulle acque gelide e profonde del Tevere. L’ultimo a poter sentire il calore di quel bimbo di 16 mesi in quella giornata candida e inusuale della Capitale è stato il suo carnefice che, dopo aver litigato con la madre, l’ha portato via. 
L’ultimo ad averlo guardato per l’ultima volta è stato quell’uomo che oggi dice di non darsi pace. L’ultimo che ha scorto l’intensità della vita è stato lo stesso che ha deciso di toglierla ad un bambino colpevole solo di avere un padre capace di fare un gesto inconcepibile, incredibile, impossibile, folle, malato. Lui che, insieme alla mamma, l'ha messo al mondo, da lì lo ha fatto scomparire. Il bimbo da allora non è stato ancora ritrovato. 
E non è voler esagerare, non è voler montare una notizia dietro le righe, ricamando su una crepa per strappare una lacrimuccia. E', purtroppo, un fatto ammesso dallo stesso ventiseienne. 
«Non riesco a darmi pace per quanto accaduto. Lo amo più di qualsiasi cosa al mondo». Questo ha affermato al gip Patrizio Franceschelli, 26 anni, durante l'interrogatorio di garanzia durato circa quaranta minuti, a Regina Coeli, al termine del quale il gip Riccardo Amoroso ha convalidato il fermo, emettendo contestualmente un provvedimento di custodia cautelare in carcere per l'accusa di omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela. 
Il giudice ha, inoltre, disposto che Franceschelli venga sorvegliato a vista perchè‚ si teme che possa compiere atti di autolesionismo, così come ha confermato il suo legale, l'avvocato Andrea Gatto, al termine dell'interrogatorio. Il disoccupato di 26 anni ha ammesso le sue responsabilità, non riuscendo però a spiegare il motivi del suo gesto. 
«Non si dà pace per quanto successo - ha detto l'avvocato Gatto - Ha ammesso di averlo fatto. E’ un qualcosa che va al di là di un discorso di degrado sociale. E’ consapevole che non potrà vedere mai più suo figlio che sostiene di amare più di qualsiasi cosa al mondo». E come potrebbe darsi pace un padre che ha ucciso un figlio? Non è escluso che la difesa di Franceschelli chieda che l'uomo sia sottoposto ad una perizia psichiatrica. 
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