Hanno iniziato a frequentarsi nel 2009. Lei è una romena di 23 anni e la piazza dove i due si sono conosciuti è quella sempre più adatta alle esigenze di tempo e “spazio” della gente moderna: il web.
Il sito è quello specializzato in incontri. Lì la ragazza racconta al suo interlocutore di avere un fratello malato e di dover raccogliere denaro per aiutarlo nelle cure. Ma questa è solo una maledetta finzione dove, a volte, si rischia di restare intrappolati nella rete del world wide web.
Con questa scusa, la giovane donna, inizia una lunga e proficua estorsione ai danni di un professionista.
Ma lei, non è da sola.
E’ sposata con un suo connazionale ventitreenne con il quale sparisce dopo aver incassato 150.000. Il professionista in cerca di evasione, rimasto deluso dal brusco epilogo della sua storia, ha iniziato a cercare la ragazza su internet, sicuro di poterla rintracciare.
Qualche tempo dopo ha iniziato ad intrattenere contatti con un'altra donna identificata con il nikname di Sofia (sotto il quale si celava sempre la romena) con la quale si sarebbe fatto riprendere in atteggiamenti intimi attraverso una webcam. Successivamente anche la romena, stavolta col suo nome, ha riallacciato i rapporti col professionista avvertendolo che Sofia, sua connazionale, stava per divulgare in internet alcuni video e per evitarlo l'uomo avrebbe dovuto versare del denaro.
Per indurlo a proseguire i versamenti, «Sofia» ha minacciato di informare della loro relazione direttamente i familiari, gli amici ed i parenti dell'uomo e per essere più convincente ha cominciato a chiamarlo a casa e in ufficio.
Raggiunta la cifra approssimativa di circa 150.000 euro e non riuscendo più soddisfare le continue richieste, il professionista ha chiesto aiuto alla Polizia sporgendo denuncia presso gli uffici del Commissariato Viminale. Seguendo le istruzioni di una nuova consegna di denaro i poliziotti hanno predisposto la fotocopia del denaro da consegnare e si sono presentati all'appuntamento insieme all'uomo.




