Gli ultimi controlli sono stati effettuati e la fase del “commissioning” è terminata: per Rosetta, la sonda dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) lanciata il 2 marzo 2004, è tutto pronto per la lunga frenata verso il suo obiettivo, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.
Con un “cinguettìo” su Twitter, il team dell’ESA che manovra la sonda ha annunciato che la fase del “burning” (in gergo tecnico “thruster burn”) è stata portata a termine con successo, fornendo la prima delle tre grandi spinte orbitali che porteranno il veicolo spaziale sulla scia della cometa il prossimo 6 agosto. In questa lunga e delicata fase di commissioning, che segue il risveglio della sonda europea, uno per uno, tutti gli strumenti hanno ripreso vita dopo oltre due anni di ibernazione.
L’operazione, avvenuta a 500 milioni di chilometri dalla Terra, è durata ben 7 ore (una delle più lunghe della storia dei voli spaziali dell’ESA) e ha usato ben 218 chili di carburante. “La manovra di ieri sera è stata assolutamente necessaria nell’ambito di una serie di burning in grado di ridurre la velocità di Rosetta rispetto alla posizione della cometa in modo da arrivare con una velocità relativa di circa 1 m/s,”, ha dichiarato Sylvain Lodiot, l’operation manager della missione.
Prima del grande incontro con la cometa sono previsti altre due grandi spinte orbitali, il 4 e il 18 giugno. Ci saranno poi altri sei burning minori per le ultime inserzioni orbitali e la frenata finale.
Rosetta è un’importante missione alla quale partecipa attivamente anche l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), che ha contribuito a due degli strumenti a bordo della sonda: VIRTIS (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer) e GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator). Gli altri strumenti a bordo, che sono già stati testati negli ultimi tre mesi, sono OSIRIS (Optical, Spectroscopic and Infrared Remote Imaging System), NAC (Narrow Angle Camera) e WAC (Wide Angle Camera).
Poco più di due mesi fa ha superato gli esami a pieni voti anche Philae, il lander di 100 chili progettato e realizzato con un fondamentale contributo italiano guidato dall’Agenzia Spaziale Italiana, che raggiungerà la superficie della cometa il prossimo 10 novembre. Il sito di atterraggio verrà scelto solo verso il mese di settembre, dopo un’accurata analisi della superficie di 67P/Churyumov-Gerasimenko, anche perché l’esatta del misterioso oggetto forma è ancora sconosciuta. Quello che seguirà sarà la fase di ricerca e raccolta dei campioni a 23 centimetri di profondità: entrerà in azione un sistema decisamente molto prezioso dotato di un trapano con una punta di diamante e forni di platino con lenti di zaffiro che riscalderanno i campioni per le analisi. Si tratta della fase più delicata ed emozionante della missione perché sarà la prima volta che delle strumentazioni terrestri toccheranno la fredda roccia di una cometa.
Le fasi della missione Rosetta (ESA)
Per saperne di più:
- Vai al sito della missione Rosetta dell’ESA
- leggi il Blog di Rosetta
Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni