La pillola per l’aborto medico sarà disponibile in ogni ospedale del Lazio. La Ru486 potrà essere richiesta in day-hospital dopo la firma del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
“Interrompere una gravidanza è sempre un evento difficile per una donna – ha commentato su Facebook – e il nostro dovere è garantire assistenza e il diritto alla salute. E’ un atto di profondo rispetto per le donne e per la legge 194″.
Prima di questa delibera la Ru486 poteva essere richiesta, ma solamente nel caso di un ricovero della durata di tre giorni o più. Elemento non più richiesto, ora.
Il nuovo modus operandi prevede tre passi.
“Il primo” si legge sulla delibera “prevede l’accesso e la preospedalizzazione, il secondo avviene con il controllo degli esami e la somministrazione del farmaco, il terzo con i controlli clinici. La visita ambulatoriale finale, invece, deve avvenire entro 21 giorni dalla prima somministrazione”.
Un modo, insomma, per rendere più controllato e controllabile lo stato di saluti di chi fa richiesta della pillola che permette di abortire in modo più rapido e meno doloroso di altri metodi.
Dai dati del Collegio inglese di ostetricia e dai pareri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre che dai resoconti del 2013 del Ministero della Salute, è emerso che il 76% delle donne che richiede la Ru486 rifiuta il ricovero di tre giorni.
Saranno anche potenziati i consultori e i centri di aiuto per le donne che hanno bisogno di consigli o di informazioni in merito alla pillola o altri bisogni.
Un segnale che può essere visto come forte in una nazione come l’Italia, dove i medici obiettori di coscienza superano, secondo le stime, la soglia del 70%. Infatti, non sono inusuali situazioni di attese per pillole del giorno dopo o altri interventi di aborto che, verosimilmente, distruggono fisicamente e psicologicamente la donna che ne richiede l’attuazione.
Dal suo arrivo, nel lontano 2002, e travagliati periodi di stallo, dopo essere stata osteggiata a lungo ed essere stata approvata infine nel 2009, la Ru486 ha visto un boom di utilizzo soprattutto nelle regioni del Nord, come la Liguria e il Piemonte. E ora anche nel Lazio.