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Rwanda, 15 missili puntati su Parigi!

Creato il 07 giugno 2012 da Dragor

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   Mentre feceva una ricerca storica negli archivi dell’ONU a New York, una giornalista inglese, Linda Malvern, ha trovato un documento “sconvolgente” (poi vi diró il motivo delle virgolette) : l’atto di vendita da parte del governo francese di 15 missili terra-aria Mistral alle Forze Armate Rwandesi. Un documento datato 1994, il cui contenuto è pubblicato da Libération. Complimenti al quotidiano socialista per la sua onestà intellettuale, visto che a sostenere la dittatura clerico-fascista di Juvénal Habyarimana era il socialista François Mitterrand e che suo figlio Jean-Christophe era implicato fino al collo nel traffico di armi e di droga a Kigali. Gli ufficiali processati al TPI di Arusha hanno giurato e spergiurato di non avere mai ricevuto missili dalla Francia, il governo francese ha giurato e spergiurato di non averne mai venduti. La cosa è ribadita nella farsesca inchiesta parlamentare Quilès che il governo francese ha promosso negli anni 90 per escludere ogni responsabilità della Francia nel genocidio rwandese. Quando si dice arrampicarsi sugli specchi. A che cosa servivano i missili visto che il nemico, i ribelli del FPR che in seguito avrebbero preso il potere, non possedeva aerei?

   La risposta è di fondamentale importanza, perché l’aereo che trasportava il presidente Juvénal Habyarimana è stato abbattuto alle 18,53 del 6 aprile 1994 da 2 missili terra-aria. L’attentato è stato la molla che ha fatto scattare il genocidio della minoranza tutsi (non la causa, visto che era stato programmato da tempo). Cosí l’identità dei mandanti condiziona radicalmente la lettura degli eventi.

   All’inizio si è cercato di accreditare la tesi di un attentato fomentato dai ribelli del partito di unità nazionale, il Front Patriotique Rwandais. I parenti del presidente assassinato e i pezzi grossi del regime vogliono accusare i ribelli e i loro « alleati naturali », insieme con i belgi che a quell’epoca costituivano il principale contingente di Caschi Blu. Dopo la fucilazione di 10 militari belgi da parte delle forze armate rwandesi, i Caschi Blu lasciano il paese, abbandonandolo alle milizie razziste Interahamwe e ai militari del regime che in soli 3 mesi riusciranno a uccidere un milione e mezzo di persone, uno dei massacri più folgoranti della storia.

   Perché il documento casualmente scovato da Linda Malvern è considerato cosí importante? Perché dal 1994 gli ex ufficiali delle FAR accusati dal TPI hanno continuato a giurare di essere estranei all’attentato. No, non hanno assassinato un presidente ormai considerato dagli estremisti troppo debole perché aveva firmato gli accordi di Arusha per permettere il ritorno di una parte dei rifugiati Tutsi e ammettere dei Tutsi nell’esercito. Senz’arma, niente crimine. Quanto alle autorità francesi (che avevano inquadrato e addestrato sia l’esercito rwandese che le milizie Interahamwe), hanno sempre sostenuto di non avere mai venduto missili. Dopo il crollo della grottesca inchiesta del giudice Bruguière (patrocinata da Jacques Chirac) con la quale si cercava goffamente d’implicare nell’attentato il FPR e addirittura Paul Kagame, la recente inchiesta del giudice Trévidic dimostra quello che sapevano anche i sassi: come il missile sia partito da una zona vicino all’aeroporto controllata dei militari rwandesi e dai francesi. Dove non si sarebbe potuta infiltrare nemmeno una formica, figuriamoci un ribelle con i 2 missili che risultano essere stati tirati contro l’aereo di Habyarimana.

   In realtà la « sconvolgente » scoperta di Linda Malvern è un segreto di Pulcinella. Qui a Kigali anche i bambini sapevano che tutto Kanombe, il quartiere dell’aeroporto, era controllato dai francesi e dalle FAR. Non c’era niente di segreto. Filavano il perfetto amore, si scambiavano perfino le uniformi. Io stesso li vedevo, quando passavo sulla strada dell’aeroporto che a quell’epoca era una pista polverosa e non la splendida autostrada di oggi. I francesi aiutavano le FAR a fare i controlli. Se sulla carta d’identità vedevano scritto « Tutsi » (a quell’epoca era obbligatoria la menzione della razza, come nella Germania nazista), consegnavano la persona alle FAR o alle milizie Interahamwe, più o meno come durante l’occupazione i flic parigini consegnavano gli ebrei alle SS. E non basta. Nel 1996 ho visto alla TV un documentario girato da un’équipe di F3 (ce l’ho ancora registrato su una videocassetta, sempre che abbia resistito al tempo). In questo documentario si vedono alcune scartoffie trovate dai reporter negli edifici frettolosamente abbandonati dai francesi e dal governo interimario all’arrivo del FPR vittorioso. Fra questi c’è l’atto di vendita alle FAR di una partita di missili Mistral. Lo si vede chiaramente con tanto di firma e controfirma.

   La domanda è: perché nessuno ne ha parlato? Perché tutti (autorità francesi, ex ufficiali rwandesi, inquirenti della missione Quilès) si sono comportati come se questo documentario non esistesse? Perché, per smascherare i bugiardi, sono occorsi altri 16 anni e la scoperta di un’oscura giornalista inglese negli archivi dell’ONU?

Dragor

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Falcon epave

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Una rara fotografia dell'avanguardia del FPR arrivata sul luogo del crash dell'aereo di Habyarimana l'8 giugno 1994, presso il muro di cinta della villa del presidente. Ci dovrebbe essere anche mio cognato Médard ma il poveraccio è saltato su una mina. Oggi i rottami sono un'attrazione turistica


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