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Sacra Sindone: Garlaschelli ci riprova…

Creato il 09 maggio 2014 da Uccronline

Sindone tridimensionaleNell’ottobre del 2009 l’associazione di atei fondamentalisti UAAR (“Unione Atei Agnostici Razionalisti”) ha finanziato il chimico Luigi Garlaschelli, responsabile scientifico del CICAP (il fantomatico “Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale“), per produrre una “seconda” Sindone utilizzando una tecnologia disponibile nel 1300 d.C., con l’obiettivo di dimostrarne la sua origine medievale.

Il risultato è stato talmente deludente, osservabile anche ad occhio nudo, che perfino Piergiorgio Odifreddi -presidente onorario dell’UAAR- ne ha preso le distanze, affermando su Micromega: «anch’io non sono particolarmente impressionato dalla riproduzione di Garlaschelli». A confermare il flop del CICAP, oltre agli esperti sindologi, ci hanno pensato anche i ricercatori del Centro Ricerche ENEA di Frascati, guidati da Paolo Di Lazzaro, che, attraverso un’indagine accurata, hanno concluso che la scienza non è oggi in grado di replicare l’immagine sindonica nella sua totalità, ma soltanto a realizzare una colorazione similsindonica attraverso l’irraggiamento di un tessuto di lino tramite impulsi laser eccimero.

Il primo ricercatore dell’ENEA -intervistato da UCCR- ha tuttavia “valorizzato” il tentativo di Garlaschelli, spiegando che «la mal riuscita copia di Garlaschelli, al contrario di quanto dichiarato dal Professore, è una ulteriore dimostrazione di quanto sia improbabile che un falsario del Medioevo abbia potuto realizzare la Sindone senza microscopio, senza conoscenze medico-legali, senza un laboratorio chimico attrezzato come quello del Prof. Garlaschelli». Perciò, «la estrema difficoltà tecnologica nel riprodurre alcune caratteristiche microscopiche dell’immagine sindonica (confermata peraltro dai risultati del Prof. Garlaschelli) permette di poter ragionevolmente escludere l’ipotesi di falso medioevale».

Dopo due anni di “pausa”, l’UAAR è tornata a finanziare Garlaschelli, il quale si è dedicato ad un secondo tentativo sulla (o, per meglio dire, contro la Sindone). Recentemente infatti è apparso un articolo su “NewScientist” in cui si parla di uno studio secondo cui Gesù sarebbe stato crocifisso con le braccia dietro la testa a “Y” e non a “T”. Gli autori di questo studio sono il “nostro” Garlaschelli e Matteo Borrini, che, guarda caso, è anch’egli un collaboratore del CICAP -l’ente di cui Garlaschelli è direttore scientifico-, e che, come immagine della sua pagina Facebook, ha scelto una significativa foto di un fulmine che colpisce la basilica di San Pietro. La conclusione di questo studio, prevedibile fin dall’inizio, è che l’impronta del corpo presente sulla Sindone non corrisponde alle rappresentazioni classiche della crocifissione usata tradizionalmente al tempo di Gesù.

Interessante la risposta di Emanuela Marinelli, fra i massimi studiosi mondiali della Sindone: «la teoria della posizione delle braccia a Y è tipica dei Testimoni di Geova ed è assolutamente sbagliata. Loro cercano in questo modo di distruggere il simbolo della croce, per questo affermano che la posizione delle braccia era diversa. Ma poi, se anche fossero unite sopra la testa, al massimo viene una I e non una Y». Le colate di sangue sono diverse perché «il braccio destro e sinistro non potevano essere perfettamente tesi come nelle rappresentazioni sacre perché il poggiapiedi, che spesso si vede, ancora non veniva utilizzato. E’ chiaro che il corpo non poteva essere in una posizione con le braccia esattamente orizzontali». L’assenza dell’appoggio sotto i piedi è stata sottolineata anche dal prof. Enzo Pennetta nella lettera aperta al prof. Garlaschelli.

Tra gli autori di questo “studio”, ha commentato infine la prof.ssa Marinelli, «c’è Luigi Garlaschelli, dell’università di Pavia. Lui è un noto negatore dell’autenticità della Sindone, quindi non capisco perché studi una cosa che per lui è falsa. Inoltre, in un’intervista al Sole 24 Ore del 2009 affermava di essere stato pagato da un’associazione di atei e agnostici per riprodurre una copia della Sindone e dimostrare così che quella di Torino non è autentica. Tra l’altro affermava: “Il denaro non ha odore. Quello che è stato fatto, è stato fatto scientificamente. Se la Chiesa cattolica vorrà in futuro finanziarmi, sono il suo uomo“. Cosa vuol dire? Che a seconda di chi lo paga lui dice una cosa o l’altra? Questo è inquietante e non mi sembra molto scientifico».

Un lavoro lacunoso, dunque, e dalle conclusioni poco significative. Non a caso, ha fatto notare il prof. Pennetta, non è stato pubblicato su nessuna rivista peer-review. Anche perché, probabilmente, non sarebbe stato mai accettato. Su una prestigiosa rivista scientifica, l’International Journal of the Care of the Injured, è stato invece pubblicato recentemente un altro studio sulla Sindone, in cui si è rilevato che l’uomo crocifisso ha riportato una lussazione dell’omero e la paralisi di un braccio, subendo un violento trauma al collo e al torace, fornendo per una serie di motivi (qui per approfondire) un ulteriore indizio della totale sovrapponibilità dell’immagine sindonica con i più minimi dettagli del racconto evangelico.

La redazione


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