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Saggezze e annunci

Da Simodisordina @simodisordina

Non parlo mai di cazzi miei (COMPRATE ISTRUZIONI PER L’ODIO!), ma solo di quelli di Berlusconi. Non vi rompo mai le palle con i miei pensieri privati e personali (ISTRUZIONI PER L’ ODIO è UN LIBRO BELLISSIMO!), ma solo con quelli di Berlusconi. Chi mi legge, lo sa. Oggi però faccio eccezione, tuttavia voglio dissuadere i sostenitori di Silvio dal pensare che ciò che stanno per leggere sia il mio commento sui Magistrati di Milano vista l’imminente Sentenza in Cassazione che coinvolgerà il loro idolo. Dopo queste perifrasi posso cominciare. Sto invecchiando, divento saggio o forse solo diversamente stupido, come tutti, e come tutti non solo invecchio ma ogni tanto ragiono su delle cose che mi sembrano, a seconda dei giorni, a volte importanti, a volta delle stronzate. Oggi mi pare importante dire che c’è una categoria, o meglio dire una tipologia di persone che, nonostante i miei sforzi di mestiere, proprio non riesco nemmeno lontanamente a comprendere. Si tratta di quelli che empatizzano, soffrono, solidarizzano per ogni tragedia di cui vengono a conoscenza, anche se accaduta al più distante dei loro simili (umani, ma anche cani, gatti, panda, zanzare no!) e che poi, a cordoglio esternato, insultano, tramano, combattono genitori, amici, parenti, tabaccai, commessi Coop e ogni forma di varietà umana con cui hanno la prossimità prossemica giusta per generare ostilità. Ora facciamo finta che questa tipologia di persone sia più o meno numericamente un decimo di quelli che in vita passano per una disgrazia e sempre un decimo di quelli che in vita passano per la felicità; che sono in sostanza la totalità del genere umano, interamente composto da disgraziati-felici, tranne, forse, quell’ipotetico decimo. Un decimo di gente che ama il prossimo suo come se stesso purchè disgraziato e kilometricamente distante. Insomma, io non me ne capacito, ma c’è un decimo di umanità (forse molto, molto meno) che empatizza solo con la tragedia rappresentata e che s’impegna quotidianamente a rappresentarne di nuove, piccolissime, pusillanimi, misere e con il pathos scenico di una recita parrocchiale. Questi sono, probabilmente, quegli umani consacrati da Dio (Paura) a ignorare la felicità, per sempre, sino all’ineludibile (per tutti) tragedia definitiva che li coinvolgerà. A questo punto il mio obiettivo è chiaro.

AAA CERCASI decimo di esseri viventi che empatizza con le felicità distanti e che s’impegna a generarne di vicine… IMPORTANTE: annuncio unicamente rivolto a ciò che eccede l’umano. NO PERDITEMPO, NO AUTOMUNITI! Se un giorno sarò rapito da un extraterrestre in bicicletta almeno adesso ne conoscete il motivo.


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