San Antonio ed il suo “stile Pop”

Creato il 30 giugno 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Gregg Popovich, allenatore dei San Antonio Spurs, fa parte di una ristretta cerchia etichettabile  come: “I personaggi più incredibili che abbiano mai calcato un parquet NBA”.
Sfogliando gli annali se ne trovano di storie incredibili, spesso però legate alle fortune/sfortune di un atleta destinato a far parlare di se per molti anni. Ebbene, Gregg Popovich si può tranquillamente definire un un allenatore anti-star, senza correre il rischio di offenderlo!

Basterebbe pensare a come (a malincuore) ha lasciato la guida tecnica del piccolissimo college californiano di Pomona-Pitzer. Per circa un anno Popovich, seguito da consorte e figlio, vivava nel dormitorio del campus universitario, pranzando alla caffetteria. Ecco cosa dirà della sua esperienza al college in un’intervista a margine del primo round di Finals contro Cleveland:

Sarei diventato grasso e felice a Pomona, per sempre. Mi è piaciuta molto quell’esperienza.

Ma il suo essere fuori dagli schemi (per certi versi rivoluzionario) appare evidente osservando sul parquet i suoi “sempre verde”  San Antonio Spurs.
Le sue scelte, mai banali, nascono dalla profonda conoscenza che Popovich ha della sua squadra. Se in campo si combatte su ogni possesso non chiamerà mai un timeout per chiedere ai suoi ragazzi di essere “più aggressivi”, preoccupandosi invece di tenere alta la concentrazione, sopratutto quando c’è da gestire un ampio margine di vantaggio.

E conoscere profondamente il proprio gruppo può voler dire fare delle scelte (magari impopolari) per garantire la vittoria. Può capitare quindi che nella passata stagione un DeJuan Blair disputi un’intera regular season con un minutaggio da titolare per poi lasciare il posto al centro di riserva Thiago Splitter. Oppure che nella gara 6 delle Finals di quest’anno Popovich scegliesse Boris Diaw anzichè Tim Duncan per difendere su Chris Bosh, per avere un difensore più rapido a livello di velocità pura.

Sebbene le scelte di Popovich spesso appaiono incomprensibili esse non nascono da un concetto di superiorità dell’head coach rispetto al pensiero dei suoi ragazzi. Tim Duncan potrà testimoniare come sulla lavagna degli Spurs le idee circolino in libertà, con un allenatore sempre pronto a portarle sul parquet.

Nonostante la bruciante sconfitta subita in gara 7 nelle Finals 2013 contro Miami ed i tanti dubbi che iniziano a ronzare nella testa di Ginobili e Duncan, la guida tecnica di Popovich permette agli Spurs di fare stra-bene nel presente con un occhio rivolto al futuro. Un futuro che Kawhai Leonard ha tutte le carte in regola per vivere come go-to-guy della franchigia, forte delle sue skills difensive, particolarmente apprezzate da Popovich.

Finchè Gregg Popovich non deciderà di dire basta all’NBA, San Antonio potrà continuare ad attingere dal suo calderone di idee, spesso un pò strane, ma partorite da un coach davvero unico nel suo genere. E generalmente vincente.


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