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San Costanzo, il torcolo e le zitelle

Da Anginapectoris @anginapectoris
San Costanzo, il torcolo e le zitelle

San Costanzo da Perugia

Il Torcolo è una sorta di torta lievitata a forma di ciambella.
prodotto della tradizione dolciaria umbra.
Chiamato anche Ciambellone, con il nome di Biscotto è conosciuto nella città di Terni, mentre nella zona di Gubbio e di Gualdo Tadino è più noto come Ciambellotto.
Composto da ingredienti semplicissimi: farina, zucchero, nella zona di Perugia esiste però una variante che prevede l’aggiunta di cioccolato.
Anticamente, quando il raccolto del frumento era abbondante e venivano superati i cento quintali, pare fosse tradizione offrire ai battitori e agli aiutanti, come riconoscimento per il buon esito delle fatiche sostenute, una fetta di Torcolo accompagnato da un bicchiere di Vin Santo.
San Costanzo , è il patrono della città di Perugia, primo vescovo della città, venne martirizzato al tempo delle persecuzioni dell’imperatore Marco Aurelio nei confronti dei cristiani.
Fu decapitato il 29 gennaio, nel giorno del suo martirio nella città vi è la consuetudine che durante la sua festa, le ragazze nubili vadano nella chiesa a lui dedicata per chiedere se si sposeranno entro l’anno: la tradizione vuole che, se guardando il gioco di luci riflesse sull’immagine del santo si ha l’impressione che san Costanzo ha fatto l’occhiolino, significa che le nozze ci saranno, altrimenti, per consolazione, il fidanzato regalerà alla ragazza il tipico dolce, il chiamato appunto “Torcolo di San Costanzo“.
Per una tradizione risalente ad epoca medievale, “l’occhiolino” può solo essere visto da ragazze nubili vergini.
Il dolce ha un delicato aroma di anice, ed è a base di pasta di pane arricchita con burro, canditi e uvetta. Sulla sua origine esiste una leggenda popolare secondo la quale al momento di ricomporre le spoglie di San Costanzo dopo la decapitazione, per nascondere i terribili segni del martirio subito gli fu posta una corona di fiori intorno al collo.
Da cui il nome emblematico di Torcolo di San Costanzo che ha la forma ad anello, proprio come quella corona di fiori.
Questo dolce è menzionato già nel XVI secolo, quando le ricche congregazioni religiose della città ne acquistavano in grandi quantità da distribuire ai poveri.
Attualmente i fornai locali, in occasione della festa patronale, fanno a gara per realizzare il Torcolo migliore, che verrà poi offerto a fortunati passanti.

San Costanzo, il torcolo e le zitelle
Ingredienti
- 500 g di farina;
- 100 g di latte;
- 150 g di zucchero;
- 3 uova;
- 100 g di burro;
- 60 g di cedro candito;
- 40 g di pinoli;
- 40 g di uva passa;
- semi di anice q.b.

Esecuzione:
Impastate la farina con il latte, lo zucchero, il burro, i rossi d’uovo, i canditi, l’uvetta e i pinoli lavorando il tutto certosinamente. Aromatizzate con la buccia di limone grattugiata e qualche seme di anice, quindi aggiungete una bustina di lievito per dolci e tre chiare montate a neve.
Preparate uno stampo con foro al centro e distribuite l’impasto.
Spennellatelo nella parte superiore con un tuorlo d’uovo sbattuto per far sì che la superficie del dolce risulti dorata.
Mettete il dolce nel forno già caldo e fatelo cuocere per circa 40 minuti.


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