3.
Analogie culturali tra Poseidonia e Metaponto.
L’articolazione dello spazio urbano.
La colonia di Metaponto sorge in un’area circoscritta dal mare e dai due fiumi, il Basento ed il Bradano. Il territorio risulta suddiviso in aree dalle diverse funzioni: una residenziale, l’altra pubblica. Per una o due generazioni dopo la fondazione della città la sistemazione urbanistica rimase inalterata. L’area circoscritta dalle mura, con poche capanne, non circondata da sepolture, testimonia il suo carattere residenziale, mentre la zona al di là del principale asse stradale, a causa dell’assenza di abitazioni, vede confermata la sua destinazione sacrale.
Anche a Poseidonia c’è una suddivisione pressoché identica dello spazio urbano: una larga fascia di terreno che attraversa tutta l’area in senso nord-sud viene riservata ai santuari urbani e all’agorà.
Come a Metaponto anche a Poseidonia vi è uno scarto di due generazioni tra l’epoca di fondazione della città e quella in cui si impostano i grandi programmi urbanistici ed architettonici che interessano l’area pubblica [1].
Sono spiccate infatti le analogie con l’impianto urbano di Poseidonia. L’agorà poseidoniate è stata individuata in un’area compresa tra i santuari sud e nord, al centro della quale è stato scoperto un edificio dalla pianta e dalle dimensioni analoghe a quello metapontino.
Il santuario meridionale di Poseidonia e quello metapontino.
A livello di topografia sacra vi è un’impressionante affinità circa l’assetto dei santuari urbani delle due città. Le analogie di impianto fra le grandi fondazioni sacre di Poseidonia e Metaponto risultano in questi termini: a Metaponto i templi dell’area sacra risultano in successione da Sud a Nord (l’Athenaion C, l’Apollonion A, l’Heraion B e l’Aphrodision D) , una successione che ritroviamo sia pure invertita -da Nord a Sud – per tutta la lunghezza dell’insediamento a Poseidonia.
Il tempio doppio. Va inoltre sottolineata la non casuale corrispondenza tra la pianta del tempio B di Metaponto (si tratta di un Heraion, comprovato anche dall’epigrafe[2]), e quella della “Basilica”[3], che non solo nella cella bipartita dalla fila centrale di colonne ricalca il prototipo metapontino, ma anche nella decorazione fittile.
Proprio la situazione topografica di Metaponto può essere prestata per ricostruire la destinazione dell’altro grande tempio, quello di Nettuno.
Come per l’area sacra di Metaponto, accanto al tempio B, che per la sua pianta dalla cella bipartita va identificato con l’Heraion di cui Plinio ricorda le arcaiche colonne di legno di vite (N.H. XIV,9) sorge il tempio dorico, dedicato ad Apollo Likaios, così a Paestum accanto al tempio di Hera troviamo un altro tempio dorico monumentale.
Gli argoi lithoi. Emblematica è la presenza degli argoi lithoi in entrambe le città: numerosi e diffusi rappresentano delle forme più antiche di monumentalizzazzione dei culti[4].
Conclusioni.
Dallo studio dei santuari urbani delle due colonie achee, Poseidonia e Metaponto, si evince una stretta affinità non solo nell’edificazione delle aree sacre all’interno dello spazio urbano e nella loro progressiva monumentalizzazione, ma anche per i culti praticati.
Queste analogie sono state evidenziate in anni recenti soprattutto da studiosi quali M. Torelli e M. Cipriani, tramite l’analisi della topografia, dei monumenti sacri e dei reperti.
I culti ovviamente rimandano ad un tessuto presente nella madrepatria: in entrambe le città è presente il binomio Hera – Apollo, mentre le radici peloponnesiache sono rappresentate dal centauro Chirone, il quale a Poseidonia è oggetto di venerazione, mentre a Metaponto restano sue tracce nel mito di Melanippe. In pratica nelle due colonie achee sono presenti una serie di “corrispondenze” a livello religioso, di derivazione dorico-peloponnesiaca.
Bibliografia Metaponto.
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aa. vv. Attività archeologica in Basilicata, 1964-1977 Scritti in onore di Dinu Adamesteanu. – Matera : Meta, 1980.
D. Adamesteanu (a cura di), Storia della Basilicata. 1. L’Antichità, Roma – Bari 1999.
A.de Siena, V.cracolici, D.Mertens, Metaponto. Archeologia di una colonia greca, Taranto 2001
M. T. Giannotta Metaponto Ellenistico – Romana : problemi topografici – Galatina : Congedo Editore, 1980.
E. Greco, Archeologia della Magna Grecia, Roma 1992 (Manuali Laterza).
R. Sconfienza, Sistemi idraulici in Magna Grecia, classificazione preliminare e proposte interpretative, in «Bollettino Storico della Basilicata», 12, 1996, pp. 25-66
Bibliografia Web
http://www.consiglio.basilicata.it/pubblicazioni/
Bibliografia Poseidonia.
P.C. Sestieri, Paestum, in Enciclopedia dell’Arte Antica, Itituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 1968, vol. V.
M. Napoli, Paestum, in EAA, 1970, I supplemento.
Paestum, Taranto 1987 (“Città e territorio nelle colonie greche d’occidente”, 1).
Poseidonia-Paestum, Atti del XXVII Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 1987, Napoli 1992.
E. Greco, I. D’Ambrosio, D. Theodorescu, Guida archeologica e storica degli scavi e del museo di Poseidonia-Paestum, Taranto 1996.
M. Torelli, Paestum romana, Roma 1999.
E. Greco, F. Longo, Paestum. Scavi, studi e ricerche. Bilancio di un decennio (1988 – 1998), Salerno 2000.
E. Greco, G. Greco, A. Pontrandolfo, Da Poseidonia a Paestum, 2001.
E. Greco, F. Longo, Poseidonia-Paestum. La visita della città, 2001.
M. Cipriani, Poseidonia, in Gli Achei e l’identità etnica degli Achei d’Occidente, Atti del Convegno Internazionale di Studi, a cura di E. Greco, Paestum-Atene 2002, pp. 363-388.
Bibliografia Web
www.archeologia.beniculturali.it/pages/atlante/S82.html#Intro
www.paestumonline.com/territorio/templi.shtml
http://www.culturacampania.rai.it
[1] Il diverso orientamento dei templi rispetto alle strade, tracciate per la prima volta tra il 520 e il 510 a.C., non è frutto di un precedente reticolo urbano, ma deriva dalla scelta che mira a distinguere l’orientamento degli edifici entro gli spazi sacri della pianificazione urbana.
[2] Adamasteanu “la Basilicata antica 1974”
[3] La caratteristica di tempio doppio della Basilica non può non essere voluto ma intende rispettare il carattere doppio originario della dea poseidoniate.
[4] Tra l’altare monumentale classico e quello a cyma riversa di età romana gli scavi del Sestieri misero in luce le pietre del temenos / argoi lithoi come a Metaponto, fino al ritrovamento del cippo di Chirone, divinità che ha forti nessi con Apollo. Questa identificazione rappresenta una precisa indicazione per la topografia del santuario in età romana dal momento che il culto venne continuato fino al tardo I a.C., come attesta il rifacimento dell’altare e le statuette.