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Sbatti il Campione in prima pagina

Creato il 03 giugno 2011 da Dagored
Sbatti il Campione in prima paginaUn nuovo scandalo di scommesse legate a partite truccate sta per abbattersi sul calcio italiano, dopo quello famoso degli anni 80', quando diversi calciatori, anche di primo piano, si resero protagonisti di quello che è rimasto famoso proprio con il nome di scandalo del calcio-scommesse.
In realtà da allora non sono mancati altri episodi del genere, comunque rimasti nell'ambito delle serie minori e a personaggi del sottobosco che vive attorno all'industria del calcio, cercando di sfruttare l'ingenuità o il bisogno di questo o quel calciatore.
Un mondo dorato, quello del calcio professionistico, ma che può presentare trappole impreviste per tanti ragazzi, specialmente tra quelli che dopo aver cullato il sogno di una luminosa carriera nell'empireo del calcio, si ritrovano a trascinarsi in campi di provincia, lontani dalle luci della ribalta e dai guadagni dei campioni della serie A e spesso per uno stipendio che stenta ad arrivare da club in perenne affanno economico.
Questo sembra essere l'ambiente in cui si è formata e ha agito l'organizzazione scoperta dalla Procura di Cremona, composta da gestori di ricevitorie e insospettabili professionisti, legati a gruppi criminali desiderosi di riciclare denaro mediante le scommesse, capaci di contattare e corrompere alcuni giocatori militanti in Lega Pro, la ex serie C, e serie B.
Uno di questi, il portiere Marco Paoloni, pare essere l'elemento centrale del disegno criminoso dell'organizzazione, essendo il giocatore più direttamente implicato nel pianificare le gare da truccare, sia nelle vesti di giocatore, che in quelle di colui in grado di convincere altri colleghi.
Con Paoloni sembrano essere pesantemente coinvolti altri giocatori di serie B e lega pro, come Vittorio Micolucci, Vincenzo Sommese e Antonio Bellavista, eppure l'attenzione dei media, ma ben indirizzata dalla stessa Procura, si è particolarmente interessata del nome più famoso comparso negli atti dell'inchiesta, quello di Beppe Signori, ex attaccante di Foggi, Lazio, Samp, Bologna e della Nazionale di calcio italiana, nonché uno dei più prolifici nella storia della serie A.
Per almeno 48 ore Beppe Signori è divenuto per stampa e siti internet il capo riconosciuto di tutta l'organizzazione malavitosa, quando dall'ordinanza del Gip si poteva già arguire che Signori, come altri nomi di ex noti calciatori, era quello di accanito scommettitore, con magari qualche problema di gioco compulsivo.
Ancora una volta però si è preferito, da parte di Procura e media, "sbattere il mostro in prima pagina", da una parte per enfatizzare la dimensione dell'inchiesta e dall'altra per attirare più lettori.
In sostanza si tratta del solito cortocircuito mediatico - giudiziario che sempre si crea in presenza di notizie che coinvolgono persone note, siano essi politici, attori e cantanti oppure calciatori.
Un fenomeno che si sostiene grazie alla complicità tra procure e giornalisti, con le prime che diffondono notizie che sarebbe meglio mantenere riservate, specialmente quelle che non hanno nulla a che fare con l'inchiesta, e che invece vengono spesso direttamente inserite negli atti pubblici, come le ordinanze dei Gip, mentre i giornalisti non si fanno scrupolo di pubblicare stralci di intercettazioni o interrogatori dai quali si possono intendere solo ambigue verità.
Sbatti il Campione in prima pagina
Ma non bastava Beppe Signori, perché oggi è uscito anche il nome di un popolare calciatore ancora in attività, il centrocampista della Roma e della Nazionale Daniele De Rossi, indicato come uno dei contatti del suo antico compagno delle giovanili della Roma, il portiere Marco Paoloni.
Il nome e le foto di De Rossi hanno questa mattina preso il posto di quelli di Signori su tutti i giornali e ancora campeggiano nelle Home Page di siti e blog, nonostante la stessa procura abbia smentito che il giocatore sia implicati nell'inchiesta.
L'esperienza peraltro ci ha insegnato ad attendere il proseguo delle indagini per verificare quanto di vero ci sia in quello che viene rivelato in queste ore. Troppe volte agli annunci di incredibili scoperte di traffici e di connivenze con organizzazioni mafiose sono seguite ben più misere contestazioni, basti ricordare l'inchiesta denominata "calciopoli" che in questi giorni si sta, con la solita lentezza, trascinando nelle aule del tribunale di Napoli.

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