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Scacchi – Anand è campione ma non sfugge al destino di Larry Holmes

Creato il 13 maggio 2010 da Sport24h


Scacchi – Anand è campione ma non sfugge al destino di Larry Holmes

Anand (a sinistra) e Topalov

Si è chiuso a Sofia due giorni fa il campionato del mondo di scacchi tra Anand e il bulgaro Topalov. L’incontro si è deciso all’ultima partita, con il successo dell’indiano. Per un’analisi dettagliata di tutti gli incontri rimando al blog dell’amico Stefano Bellincampi scacchierando, mentre credo sia giusto spendere quache parola sull’incontro e i risvolti sportivi dello stesso.
La sequenza delle partite ha visto il giocatore di casa andare in vantaggio con il successo nella prima partita. E’ seguito il pronto recupero di Anand che in pochi giorni ha ribaltato la siturazione e ha dato l’idea di poter chiudere la contesa in poco tempo. In realtà le cose sono diventate più dure per entrambi con il passare dei giorni. Anche se gli incontri non hanno mai registrato durate record, la stanchezza e forse la deconcentrazione ha giocato in diverse occasioni un brutto scherzo ad Anand, che ha collezionato diverse patte e una sconfitta imprevista e per certi versi non giustificata. A quel punto (mancavano poche partite alla fine), con il punteggio in parità, in molti hanno pensato che Topalov avesse in mano il destino dell’incontro, nonostante  l’apparente minor preparazione teorica. Invece proprio all’ultima partita Anand col nero ha colto un brillante successo, dimostrando in realtà di essere il più forte in circolazione forse perché il più continuo e quello maggiormente preparato.
Il successo di Sofia ha permesso di riunificare i titoli tra le due federazioni sorte dopo i capricci di Kasparov, il campione russo che ha lasciato nel cuore degli appassionati un vuoto non ancora colmato. Anche se Gary è attualmente impegnato in politica ed acerrimo avversario di Putin, in molti sono convinti che se tornasse sulla scacchiera, in poco tempo potrebbe riconquistare lo scettro. Non ho un’idea a proposito. L’unica cosa che so è che i ritorni clamorosi sono spesso contrassegnati da brutte figure. Negli scacchi più che in altri sport. Solo qualche anno fa Fischer e Spassky si ritrovarono a Belgrado per rigiocare la famosa finale del 1972. Dal punto di vista teorico (ed anche mediatico) fu un mezzo flop, che segno la fine di una mitologia imperante tra molti giocatori, ovvero che Fischer fosse ancora il migliore in circolazione.
Leggendo i commenti in rete si percepisce, da parte degli appassionati, una certa insoddisfazione riguardo all’esito dell’incontro. Non perché abbia vinto Anand, ma perché in molti hanno posto l’accento più sugli errori e le occasioni perse dall’indiano nelle patte che su quanto di buono fatto in occasione dei successi. Ed è passata l’equazione, tanti errori=campione mediocre.
Da cosa nasce questa convinzione? Sono convinto che sia tutto frutto della nuova dimensione degli scacchi, legata alla profondità di calcolo dei computer ed internet (vedi blog e il mio articolo in approfondimenti). Adesso le partite sono in tempo reale ed ognuno, con pochi euro, si può fornire di motori di analisi in grando di analizzare il gioco con profondità superiore a quella di un qualsiasi campione di scacchi (anche di Fischer, anche di Capablanca o Alekine). Così in tempo reale i giocatori scoprono che la posizione sulla scacchiera prevede un vantaggio per uno o l’altro e sono in grado di capire gli eventuali errori dei giocatori. Ma questa valutazione nasce da calcoli matematici. Se non ci fossero i computer nessuno oserebbe mettere in discussione l’analisi ed il gioco di Anand e Topalov, soprattutto nessuno potrebbe avanzare certezze. Se ci fossero stati i computer con questa profondità di analisi ai tempi di Fischer e Spasskj (o di Karpov e Kasparov) chissà quanti errori avrebbero evidenziato, infondendo negli appassionati la convinzione della non perfetta preparazione dei contendenti.
Pertanto onore a Anand, il giocatore che in due anni ha vinto contro altrettanti candidati e che da circa 15 anni è sulla cresta come il più forte in assoluto. Del resto, se non ricordo male, è stato lui ha raccogliere il contrastato testimone dopo la destituzione di Kasparov, che si rifiutò di mettere in palio il titolo di campione, come da regolamento. Per lui si profila un destino sportivo simile a quello di Larry Holmes che, seppur uno dei più grandi campioni di boxe di tutti i tempi, sarà sempre ricordato come lo “sparring” di
Muhammad Alì.

AU


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