TgLa7 : è la giornata dell’attesa nel Lazio, schiacciato dal peso per feste e interessi personali che ha portato il governatore della Regione Lazio, Renata Polverini, durante il consiglio regionale straordinario a definire l’inchiesta che ha coinvolto l’ex capogruppo del Pdl Franco Fiorito, indagato per peculato, “una catastrofe” e a lanciare l’ultimatum : “Se non accettate le mie proposte, me ne vado”. Richiesta una bonifica del Pdl e degli altri partiti per voltare pagina ed è chiaro che se si dimette il governatore della regione si va subito al voto anticipato. Una grave lesione nel Lazio che ha spinto i vertici del Pdl ad una urgente riunione a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi e lo stato maggiore del partito. Molte le decisoni da prendere come molti, troppi, i nomi coinvolti nella gestione caotica dei fondi. Dopo Belsito, Lusi, Formigoni la polemica s’ingrossa. Del resto è in gioco la questione morale e di questi tempi non è più possibile tollerare l’utilizzo disinvolto del denaro pubblico, senza un’adeguata condanna dei vertici che hanno abusato del mandato. La tolleranza dei cittadini costretti a “enormi sacrifici” è alla resa dei conti e mal sopportano che i soldi pubblici siano serviti per spese scellerate da parte del Pdl locale. Cene a base di ostriche nei ristoranti di lusso, cravatte firmate, servizi di fotografi prestigiosi, champagne francese; decine di migliaia di euro (pubblici) per spese che con l’attività politica non hanno nulla a che fare.
Il Pdl ha nuovamente tradito le aspettative dei suoi elettori dimostrandosi incapace di rappresentare quella parte di Italiani che si riconoscono nei valori berluscioniani. Fare piazza pulita, togliere i privilegi alla casta sono le richeiste della Polverini ancora in bilico tra dimissioni e accomodamenti. Un colpo durissimo per il Pdl che rischia la scissione. ” Sarebbe masochistica la separazione alla vigilia delle elezioni” afferma Cicchitto, ma questo partito, ormai allo sbando, attualmente orfano del padre fondatore, ha poco a cui sperare dopo che ha portato alla luce marcio e confusione. La tensione è alta come le ripercussioni che il ‘caos’ Lazio avrà alla vigilia di mesi di campagna elettorale. Con un partito ancora in attesa di capire le mosse del suo Cavaliere e nonostante abbia compreso che, per il momento, non ha nessuna intenzione di scoprire le carte, la tensione tra gli ex Fi e gli Ex An continua ad essere alle stelle.
Diventa necessario che fatti concreti diano seguito alle parole. E possibilmente senza i soliti giochetti per imbrogliare le carte. Perché se a breve se ne usciranno con un provvedimento che taglia solo gli spiccioli e la Polverini non si dimette realmente, allora sarà l’ennesima presa in giro ai danni dei cittadini e dei loro elettori.