Sacrosanta la protesta degli autotrasportatori. Vessati dall’aumento del prezzo del gasolio, da quello dei pedaggi autostradali, dalla RCA, dall’IRPEF, senza contare la concorrenza degli autotrasportatori dell’est che praticano tariffe stracciate avendo costi del personale notevolmente più bassi (ed anche una minore sicurezza), dovrebbero lavorare ai limiti della sussistenza o rincarare le tariffe, alla faccia dello sbandierato aumento del PIL.
Ma non condivido i modi della loro protesta per vari motivi: primo perché la maggioranza sta imponendo lo sciopero anche a chi ne dissente con intimidazioni e minacce fisiche, e poi perché si sta trasformando in una guerra tra poveri, in quanto i primi a rimetterci sono gli agricoltori, ossia una categoria molto importante ai fini dell’economia, ma da sempre trascurata. Se infatti nella fabbrica di Pomigliano manca la materia prima per poter lavorare (e la CIG è in agguato), le materie prime per la fabbricazione dell’auto non si deteriorano e la produzione può essere rimandata. Ma se un contadino o un allevatore hanno bisogno di vendere i propri prodotti, necessitano di uno smercio immediato, perché sono beni altamente deperibili. Quei pochi prodotti che riescono ad arrivare ai mercati generali stanno raggiungendo prezzi stratosferici (prima legge dell’economia: il prezzo di un bene è determinato innanzitutto dalla sua quantità, quindi più è raro, più costa).
Fino ad ora non ho visto molti vantaggi da questo nuovo Governo, nonostante le lodi sperticate da parte di chi lo sostiene e dell’Europa… Ci speravo, sono sincera, anche se piuttosto scettica, ma Monti, con i suoi, non ha avuto gli “attributi” per colpire innanzitutto gli sprechi e le spese del carrozzone Italia che ci portiamo dietro da anni. Non solo, ma vengono create Authority per valutare i problemi… E giù altre spese…
Pochi giorni fa, in sede europea, il premier ha ribadito che l’Italia è un paese solido ed affidabile. Deve esserci stato un intervento divino, perché all’inizio del suo mandato aveva dichiarato che c’era un rischio default tipo Grecia, rischio che io vedo invece avvicinarsi e farsi sempre più pressante, dopo le sue manovre con il dilagare degli scioperi e con l’aumento dei prezzi…però, non essendo bocconiana, posso sempre sbagliarmi!
(La vignetta di Krancic è tratta dall’edizione odierna de “il Giornale”)