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Sclero Nove - Un regalo indesiderato

Da Taibaibai

Nell’appartamento di Cao Cao c’era un gran trambusto, un baccano che non faceva chiudere occhio a nessuno del condominio, ma nessuno poteva farci nulla in quanto erano ancora le ventitré, ora ancora legale per fare festa. Si sentivano risa e voci che gridavano, ma anche musica metal sparata ad alto volume.“Avanti…è l’ora dei regali” gridò Yuan mentre afferrava un voluminoso pacco dal colore giallo ocarina e lo passava al festeggiato. “Spero che ti piaccia” disse e sorrire.Zhang Liao lo afferrò con avidità e iniziò a strappare la carta curioso di scoprire cosa si celava al suo interno. Quando vide che si trattava di una collezione di giornaletti di Playboy gli vennero le lacrime agli occhi e sorrise soddisfatto. “Questi è meglio tenerli ben nascosti da Cao Cao”.Infatti, il padrone di casa quella sera, insieme a suo figlio e la moglie di questi, non si trovava in casa, ma aveva preferito uscire un po’ per godersi una serata estiva lontano da parenti e coinquilini.“Un altro, un altro” gridò Xu Zhu.Xu Huang prese il suo e lo consegnò a Liao sorridendo a trentadue denti. Questi strappò la carta azzurra e si trovò dinanzi una scatola quadrata con sopra inciso il nome Hamilton. L’aprì e tirò fuori un orologio che valeva più di duecento euro. “Oh, mio Dio è bellissimo” disse felice. “Grazie amico mio”.“Di niente” rispose Xu Huang soddisfatto di aver accontentato l’amico.Intanto, anche Cao Ren gli pose il suo regalo, che Liao non ci pensò troppo ad aprirlo, trovandosi fra le mani una scatola con dentro una Reflex ultimo modello. “Ora sì che posso fotografare le donnine nude” disse scherzando.“Questo è da parte mia” disse Xiahou Dun porgendogli un pacco blu.“Chissà cosa mi hai fatto quest’anno! Mi sento molto curioso” rispose Liao mentre si apprestava ad aprire il pacco. Tirò fuori una collezione di filmini porno di Cicciolina e Selen che lo fece molto felice. Il suo sorriso si allargò ulteriormente “Tu sì che sai rendermi felice”.“Ora tocca a nui, a nui” gridò Xu Zhu che aveva fatto il regalo insieme a Dian Wei e gli pose un pacco color arancio tra le mani. “Aprilo, aprilo!” gridava il gigante buono.“Vabbbbbbbbbene”. Aprì il piccolo pacco e tirò fuori un calendario di donnine nude, che gli fecero brillare gli occhi. “Questo lo appendo dopo in camera mia”. Zhang Liao si alzò dalla poltrona blu del soggiorno e guardò le persone che lo circondavano con gli occhi brillanti di allegria e con un sorriso a trentadue denti. “Ragazzi, avete reso questo giorno, il giorno più felice della mia vita. Non solo non c’è Cao Cao che sta a romperci le palle guardando la TV, ma credo che nessuno potrà rovinarmelo. Ora mi appresto a ringraziarvi uno ad uno e riempirò le vostre coppe di champagne!”.“Aspetta Liaolino mio!” disse Zhang He arrivando in soggiorno con un enorme pacco rosa shocking tra le mani “Ora tocca a me e a Cai Wenji, carini”. La cosa buffa è che il pacco era colmo di buchi e questo incupì di molto Liao, che sentiva il cuore battere come un folle nel petto.Qualcuno avrebbe voluto uccidere He, che aveva distrutto quel Zhang Liao così allegro, felice e sorridente, che era anche cordiale ed educato, facendolo apparire molto simpatico e alla mano, ma purtroppo, nessuno voleva andare in galera.Zhang Liao fissò sconcertato il pacco ”Aggia paur ro’ rapì” disse ritornando antipatico, volgare e ombroso.“Avanti, non è così brutto come temi” cercò di rassicurarlo la ragazza.Liao tirò un profondo respiro e strappò la carta. In pochissimo tempo si trovò tra le mani una gabbia e al suo interno un minuscolo batuffolo tutto nero, che lo stava fissando con enormi occhi verdi.“Hai visto quanto è carino?” domandarono in coro He e Wenji. “Come lo chiamerai?”.Liao fissò i due con occhi furenti. “Ma sit tutt sciem? Mo’ che me ne facc e nu jatt? Mo’ ricitammel cap e cazz ca nun sit ate?”. Ecco, giunta anche la sua scurrilità!“Avanti, che è un regalo originale” disse Zhang He.“Io ti consiglio di chiamarlo Zhang Miao, che ne dite ragazzi?” chiese la ragazza rivolti a tutti, che presero a scoppiare dalle risate.“Per me è ok” disse Xiahou Dun.“E’ fantastico come nome” disse Cao Ren ridendo a crepapelle.“Allora aggiudicato” urlò ridente Cai Wenji.“Ma, comunque, ti abbiamo preso anche la lettiera, la cuccetta, le ciotoline per l’acqua e il cibo e anche la pappa da dargli” disse Zhang He soddisfatto. “Così non ti manca proprio nulla per accudire la tua nuova bestiola”.“Ma chi a vo?” gridò Liao sempre più arrabbiato.“Dai non dire così, che scommetto che già ti piace” disse He.“I’, invec, scommett ch tra riec’ second te jett a copp’abbash”.“Avanti, basta litigare” disse Xu Huang. “La festa non è ancora finita, c’è ancora la torta”. L’uomo andò in cucina e portò in soggiorno una grossa torta a forma di donnina nuda, sulla quale c’erano ben ventisette candeline blu. Liao aguzzò la vista nel vederla e abbozzò un sorriso.“Spero che con questa il buon umore ti sia ritornato” disse Xu Huang.Liao si alzò, lanciò la gabbia a terra e corse a vedere meglio la torta. “Ora sìììì!”.Xiahou Dun accese le candeline, mentre gli altri, messi intorno al festeggiato, iniziarono a cantare: “Tanti auguri a te, tanti auguri Liao, tanti auguri”. Intanto, c’era Yuan che scattava le foto.Il gatto, trovando la gabbia aperta, uscì e iniziò a vagare per la casa, mentre gli altri presero a tagliare la torta, dando le parti più importanti della donnina al festeggiato. Wenji stappò un’altra bottiglia di spumante e prese a versarlo nelle coppe, rendendoli ancora più brilli di quelli che già erano. Intanto, Xiahou Dun divideva l’hashish di Cao Cao con gli altri e il fumo aveva preso a riempire la stanza. Ren alzò al massimo il volume delle casse dello stereo, facendo propagare la musica in ogni stanza e giungendo in ogni angolo del condominio. Infatti, al terzo piano, Guan Yu si rigirava nel letto cercando di dormire. Alla fine si trovò a fissare il soffitto bianco. “No, nun se po’ glì annanz accussì”. Si alzò dal letto e scese al secondo piano, bussando ininiterrottamente il campanello, finquando qualcuno non lo sentì e si degnò ad andarlo ad aprire.Sulla porta si stagliava la siluhuette di Zhang He. “Posso fare qualcosa per lei, carino?”.“O stutat stu cazz e stereo o chiamme e carabinier, ci simme intese?” minacciò Guan Yu.“Mi ascolti bene, la festa sta quasi per finire, manca poco” cercò di giustificarsi He.Intanto, all’interno dell’appartamento il gatto emise una specie di gridò e schizzò fuori dalla porta, volando sulla testa di He e atterrando nella folta barba di Guan Yu, restando intrappolato con le lunghe unghiette in quella specie di gabbia ultra pelosa. Guan Yu urlò a sua volta, perché la bestiaccia gli stava tirando tutta la barba, mentre lunghi cumuli di peli si accumularono al suolo, facendo sbiancare non solo Yu, ma anche il povero He, che corse dentro per vedere cosa diamine stava accadendo.“Assassino” gridò a Liao.“Ma che buò?”.“Perché hai tentato di incendiare il povero Zhang Miao?” urlò He.“Pecché me steve a fa a pall”.“E perché poi lo hai lanciato con la coda?”.“Nun l’aggia lanciat pa cor, c’aggia rat nu cavice ngul”.“Bestia, animale, assassino, mostro, io ti denuncio per maltrattamento di animali”.“Ma i nun o vulev, che cazz me le regalat a fa?”.“Per non farti le solite donnine nude”.“Accirete”.Nel frattempo, il povero Yu vedeva la sua barba accorciarsi sempre di più, mentre gridava aiuto. Dal terzo piano scese Liu Bei e Zhang Fei restando orripilati. Dall’appartamento di Cao Cao emerse la figura di Dun con un paio di forbici in mano.“Possiamo risolvere la situazione solo così” disse sadico, mentre si divertiva a tagliare la lunga barba. Scoppiò in una risata fragorosa nel vedere Yu privo di quella coperta, che adesso appariva inerme.“Voi, luridi esseri” sibilò Yu, mentre si apprestava a calciare il gatto e facendolo volare fuori dalla finestra del pianerottolo.“Grazie per averci liberato da una seccatura, arrivederci e a presto” disse Dun, felice e completamente fumato. Sbatté la porta in faccia a Yu e riprese a fare casino con gli altri.“Chist so tutt drogat” fu il commento di Zhang Fei mentre trascinava Guan Yu verso casa. “Tu non pensarci, vedrai che ti ricrescerà in men che non si dica”.“Per fare tutto questo casino, significa che Cao Cao non c’è” disse Liu Bei. “L’unica soluzione è chiamarlo e farlo ritornare per vedere cosa sta accadendo”.“Sta bene, fratello” disse Fei ridendo.“Bene, è ora di attuare il nostro piano”.Arrivati in casa, Liu Bei telefonò sul cellulare di Cao Cao, che poco dopo rispose. “Cazz vuò Liu Bè?”.“Ma come siamo gentili, eh? E’ il modo di rispondere a telefono questo?”.“Ma nun è vist che cazz e or song? E po’ stong for cu a famigli mi”.“O’ sacch, ma tu nun sai chelle che sta succerenne a casa toi”.“Pecché? Ch’è stat?”.“Ussapiv ch er o’ compleann e Liao?”.“No” rispose Cao Cao. “Stanne facenne na fest?”.“Brav”.“Chilli quatt chiavech”.“Se stann fumann pure tutt l’hashish toi”.“Uh marronna mi” rispose agitato Cao Cao.“E poi hann tagliata tutt a barb a Yu”.“Cazz rich? E mo’ comme sta?”“Secondo te? Comunque fa ammbress a vinì, primme ca fratem te denunci a poliz assieme a chelle quatt ien che tien rind cas”.“Hai ritt buon, sto arrivanne”.Nel frattempo, dal piano terra salì Sun Jian insieme a Huang Gai, che prese a bussare initerrottamente, finquando, nuovamente, Zhang He non aprì la porta. Il signor Sun guardava He con occhi di brace, che se avesse potuto, lo avrebbe incenerito all’istante.“Cosa non va?” chiese preoccupato He.Sun Jian spostò lo sguardo su Huang Gai e He notò che sulla testa del pover’uomo c’era Zhang Miao con le sue unghiette conficcate nel cranio rasato. Zhang He sbiancò e sentì le gambe tremare.“Mi dispiace, ma è stato Guan Yu a lanciarlo per la finestra e atterrare sulla testa di Huang Gai”.“Nun me ne fott…o jatt e o vuost e vuj riparate e wai”disse Sun Jian furioso.“Ma non saprei come toglierlo”.Dall’appartamento emerse Zhang Liao. “Che sta succerenne ca for?”.Il gatto sollevò lo sguardo, miagolò e balzò a terra, liberando il povero Huang Gai, intanto Zhang Miao, con la coda alzata, corse verso il suo proprietario, strusciandosi contro le gambe.“Ma va fangul” disse Liao, che lo prese per la coda e lo lanciò via, volando giù le scale, poi guardò Sun Jian. “Pecché nun to pij tu? A me e jiatt me fann leggerment schif”.Sun Jian sospirò. “No, già o teng nu mici”.“Vabbuò, c’aggia pruat, mo jatvennne ia” disse Liao tornando dentro.Huang Gai fissò minaccioso He. “Se nun a fernit e fa burdelle, chiammamme a polizie”.“Ma abbiamo finito” disse l’uomo cercando di sorridere.“Ve conviene!”.I due se ne andarono e Zhang He tirò un respiro di sollievo, mentre rientrava in casa.Sima Yi, che non riusciva a prendere sonno per il forte trambusto, uscì di casa, iniziando a salire le scale, quando, improvvisamente, vide una cosa nera volare. Poi, all’improvviso, sentì un forte dolore nelle palle. “AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!” urlò e, quando aprì gli occhi, vide un minuscolo micino avvinghiato ai suoi coglioni. “E mo bast, c’hann proprit rutt o cazz”. Afferrò il micio e andò al piano di sopra, bussando fino a quando il povero Zhang He non andò ad aprirlo.“Mi spiace, la festa è quasi finita” disse e stava per chiudere senza aspettare una risposta da parte di Sima Yi.“Aspiett nu mument ricchiò” lo apostrofò questi.“Cosa c’è?” chiese Zhang He con voce stanca.Sima Yi gli mollò un pugno in faccia. “O’ vir o jattil tuoi? Mo fa na brutta fin”. Lo lanciò in aria, in alto, così velocemente che volò fino alle mansarde dove lì c’era Lu Bu con Diao Chan. Stavano rincasando dopo una bella serata in discoteca.Zhang Miao spalancò le unghiette e atterrò sulla faccia di Lu Bu.“Nooooooooooooooooooooooooo, la mia bellissima, levigatissima e fighissima faccia” si lamentò il giovane.“Noooooooooooooooooooooooooooooo, la tua osannatissima, altissima, purissima, levissima, verissima, chiarissima, sbrilluccicosissima, abbronzatissima faccia” disse Diao Chan.“Se veng a sapè chi è stat o ndomm e mazziat” disse Lu Bu togliendosi il micio di faccia, che gli aveva graffiato tutto il bel volto che si ritrovava.Intanto, Sima Yi ritornò in casa e cercò di riprendere sonno. Zhang He stava per chiudere, ma Lu Bu lo fermò. La faccia grondava sangue.“E’ o tuoi o mich?”.“No, è di Zhang Liao”.“Chillu chiavech… fatt allà e famme trasì” disse Lu Bu entrando in casa. Fu accolto da una nube di fumo e scoppi di risate. Si avvicinò al festeggiato. “Grandissima lota oggi è o compleann tuoi e neanch me invit”. I due erano grandissimi amici.“Fratè scusm, ma i cumpagn mi m’hann fatt a fest a sorpres”.“Tu hai sempre adorato le sorprese”.“Finquand nun m’hann regalat nu jatt e sfaccimme”. Liao guardò bene Lu Bu. “Ma che fatt nfacci”.“E’ stat u mich tuoi”.“Noooooooo, ma ch dic? Assiettete nu poc e magnt na fell e tort”.“Nun me poss fermà, sta Diao Chan che me sta aspettan”.“Aggia capit”. Liao si alzò tagliò un enorme fetta di torta, l’avvolse nella carta argentata e gliela diede. “Tieni”.“Grazie compà” disse Lu Bu, prendendo la torta e lasciando andare il micio, che corse a riparasi sotto al divano.“E nient”.Lu Bu uscì dall’appartamento e tornò dalla sua amata fidanzata.Dopo due ore dalla telefonata di Liu Bei, Cao Cao giunse a casa. Aveva già mal di testa ed era parecchio inviperito per la telefonata ricevuta dal suo vicino. Inserì la chiave nella toppa della porta, l’aprì ed un silenzio di tomba l’accolse. Andò in soggiorno e lo trovò come sempre: in ordine, pulito, lindo e profumato. Andò in cucina e anch’essa era nell’usuale ordine maniacale di sempre e non vi erano alcuna traccia della festa appena avvenuta. Si affacciò fuori al balcone per vedere se c’erano cumuli di immondizia che attendevano il giorno dopo per essere buttati, ma nulla. Ora le cose era due: o quelle quattro iene dei suoi parenti e coinquilini avevano eliminato le prove o Liu Bei si era inventato tutto, per disturbare la sua uscita, per annientare una serata divertente e rilassante. Pensò che tra le due, la più plausibile fosse la seconda, in quanto, Xiahou Dun, suo uomo fidato, non avrebbe mai permesso che gli altri organizzassero una festa a Liao, con tanto di musica ad alto volume, alcol e droga a gogò.Si massaggiò la testa ed andò a dormire. Quando si svegliò, si trovò un gatto nero sullo stomaco, che lo fissava mentre si leccava i baffi. Si alzò di scatto, facendo saltare il gatto, che atterrò sul pavimento. Lo afferrò per la coda ed andò a bussare alla porta di Dun, ma questi non si decideva ad aprirlo.Cao Cao, fattosi impaziente, la spalancò e trovò il cugino dormire saporitamente, con un braccio che penzolava fuori dal letto. Si avvicinò e gli appoggiò il gatto sulla shiena, poi, tirandogli la coda, la bestiola prese a graffiargli tutta la schiena. Il povero Dun sobbalzò dal dolore.“Ma che cazz fai? Te si scimunit, all’aneme e chella puttan e mammet” disse Dun lamentandosi.“Né scurnacchiat, ch r’è sta bestia ner ind a casa mi?”.Dun focalizzò meglio lo sguardo su una macchia nera, che man mano che la fissava assumeva la forma di un gatto. Quando notò che si trattava di Zhang Miao, sbiancò. “Ed io che ne so?”.“Tu non lo sai?” lo canzonò Cao Cao.“No, mo iesh a rind a stanza mi ca teng ancor suonn e vogli rummì”.“Comme sarebbe a dì? Mo’ mo’ rimme c’avit fatt a ier e ser”.“Chelle ca facimme semp…nient”.Cao Cao sbuffò e sapeva che non avrebbe cavato altro dalla bocca di Dun, così si decise di andare da Zhang Liao, anche se a volte, anzi, quasi sempre era peggio du Dun, in quanto intrattabile. Bussò alla porta e anche qui nessunò andò ad aprirlo. Sbuffò e spalancò la porta. Liao ronfava sonoramente e un filo di bava gli scendeva dalla bocca.Cao Cao lo svegliò, in risposta, l’uomo lo fissò per un lungo momento. “Che cazz vuò?”.Quando si rese conto di chi aveva dinanzi, sobbalzò e chiese scusa.“Allora? Chistu iatt e chi è?”.Zhang Miao salì sul letto e leccò le mani di Liao.“Vedo che è tuo! O sai ca nun vogli besti ind a casa mi”.“Nun è a mì! E’ de chill u scem e Zhang He. Infatti si chiama Zhang Miao, chi po’ dà nu nomme accussì sceme ad un animal se non proprit Zhang He?”.“Anche tu fai di cognome Zhang”.“E’ solo una pura coincidenza”.Annuì. “Va bene, andrò da lui”.Zhang He si stava spazzolando i lunghi capelli neri, mentre si osservava nello specchio in camera sua. Indossava pantaloni neri di pelle molto aderenti e fasciavano le sue lunghe gambe e risaltavano il pacco, una cannottiera del medesimo colore che metteva in mostra i suoi muscoli guizzanti e una catenina d’argento che brillava come una stella.Nello specchio comparve la figura longilinea di Cao Cao, che teneva stretto tra le mani la coda del piccolo Zhang Miao.Zhang He provò una paura terribile nel girarsi, mentre sentiva un brivido gelido attraversargli la spina dorsale. Un sussulto gli scosse le spalle, mentre continuava a fissare gli occhi irosi del capo famiglia. Lentamente, come se fosse una moviola, il povero He si voltò.“Cosa significa questo?” gridò Cao Cao tirandogli appresso il micio, che si tuffò con gli artigli spalanmcati sul petto della povera vittima.He urlò dallo spavento e dal dolore. “Porca di quella cessa troia ricottare puttana zoccola sbucciabanane col culo di quella vaccona di tua madre”.Cao Cao impallidì nel sentire quelle offese e fissava He sgomento dalla sorpresa. “Cosa cazz e ritt? Comme te permiette omm e merd?”.He si staccò il gatto con un forte strappone e lo tirò appresso a Cao Cao, ma questi si abbassò e il micio volò nell’altra stanza atterrando sul pancione di Xu Zhu che stava ronfando nel suo comodo letto. Improvvisamente si sentì un urlo di dolore.“Mò ven o’ bell” disse Cao Cao sadico.Zhang He divenne bianco come un cencio, non solo per essersi accorto di quanto avesse detto al suo capo, ma per quello che stava per accadere da lì a poco.“A prossima vot pis bon e parole che e ricere, ricchiò”.Zhang He ingoiò rumorosamente, ma prima di dire addio a questo mondo, soppesò bene le sue parole. Tossì per schiarirsi la gola. “C’eccis omm e merd, me ne strafott se mò veng vattut. Si proprit nu ricuttar Cà Cà, ma vir e i a faticà nu poc..nun fai mai nient ra matin a ser, stai sol a guardà a television…ca nisshun te support chiù e i teng e pall chien e te e esser vattut a chill rui mongoloid e Xu Zhu e Dian Wei…sai che te ric? Me ne vac a cà…m’avit rutt o’cazz”. Zhang He superò Cao Cao ed uscì dalla sua stanza, mentre vedeva Xu Zhu andargli incontro. “Forz, vattem e firnimm sta stori”.Xu Zhu alzò una mano chiusa a pugno per colpirlo, ma immediatamente l’abbassò. “Non fa niente se il micio mi ha graffiato, anzi, ti perdono”. Un sorriso comparve sulle labbra del gigante buono.Zhang He annuì. “Ti ringrazio, vado a preprare i miei bagagli”.Tutti quanti che avevano udito ogni singola parola del suo litigio con Cao Cao e quanto avesse detto Xu Zhu, pregarono Cao Cao di farlo rimanere.“Ma comme ve permttit? Chill a ritt chelle quatt cos sulla buon’anima della mia cara mamma e vuj vulit ca i’ o perdon?”.“Sì” disse Dun.“Va bene” disse Cao Cao. “Zhang He resta, non fa niente”.“Ma beneeeeeeee, carino il micettino mio” disse Zhang He contento.“Ma, aspiett nu mument” disse Zhang Liao.“Cosa c’è Liaolino mio?”.“Ma nu mument fa stif a fa l’omm, a parlà napulitan e mo? Si nat’avot nu ricchion?”.“Eh? Ma che dici mai? Io non parlerei mai napoletano e non offenderei mai nessuno”.“Porco cazzo” disse Cao Ren. “Mò aggia capit”.“Cos? Rill pure a nuj” disse Xu Zhu.“U dulor a fatt a schì l’omm che è in iss”” spiegò Ren.“L’amm fa mal chiù spiss” disse Liao.“Concordo” disse Dun.Intanto, Liao avvertì una presenza morbidosa che si strusciava intorno ai suoi piedi. Quando vide che si trattava di Zhang Miao, gli diede un calcio in culo e questò volò per la finestra. Il micino atterrò su un albero e guardava di sotto impaurito.“E mo’ chi o va a piglià?” chiese Xu Huang.“Scenne pe iss” rispose il leggittimo proprietario.“Okay” rispose Xu Huang andando in camera sua e riprendendo quello che stava facendo: guardare sul volantino del supermercato di fronte le offerte della settimana.Intanto, Cao Cao per il forte caldo, decise di andare in piscina. Portò con sé asciugamano, crema solare, occhiali da sole e salvagente. Andò verso il trampolino e con una panzata in acqua si tuffò in piscina.Cao Cao iniziò a galleggiare nella piscina, cercando di rilassarsi e di non pensare a quanto fosse successo quella mattina. Ma, improvvisamente, senza che se ne accorgesse, aveva compagnia. Alzò lo sguardo e vide Zhang Miao che l’osservava con i suoi occhietti verdi.L’uomo ebbe un impulso omicida, lo afferrò per la testolina e tentò di annegarlo, ma questi conficcò le sue unghiette nel braccio di Cao Cao. Questi urlò dal dolore, mentre il micio, arrampicandosi per l’arto, andò a conficcarsi nel salvagente cercando di annegare l’uomo. Poi, gli salì sulla testa e prese a graffiargli la faccia.Cao Cao iniziò a urlare, ma più urlava più acqua gli entrava in gola. Più acqua gli entrava in gola e più annegava e affondava.Attirato dalle grida, Liao si affacciò e fissò la scena attentamente. Sospirò e decise di scendere per salvare il suo capo. Cao Cao lo vide e lo chiamò.“Ti prego…glu glu” affondò e emerse. “Salvami…glu glu”.L’uomo inarcò un sopracciglio. “Perché dovrei?”.“Se mi salvi…glu glu” e annegò e riemerse. “Ti compro la nuova Nissan Juke…glu glu”“Deve essere blu, ma non basta”.Cao Cao tornò a galla. Aveva la faccia grondante sangue. “Sarà blu, avrà tutti gli optional…glu glu…Potrete fare tutti i porci comodi vostri…glu glu…in tv si vedrà quello che vorrete voi…glu glu…farete feste e casini…glu glu…farete tutto quello che vorrete…glu glu”.Liao annuì. “Va bene” ma prima di chiamare il micio, fece soffrire Cao Cao un altro po’. “Zhang Miao vieni qui”.Il micino alzò la testolina: “Miao!” disse e corse dal suo amato padrone, strusciandogli lungo le gambe. Liao si abbassò e lo prese fra le sue braccia, inziando ad accarezzargli la testa.“Vedo che andiamo d’accordo…insieme potremo fare grandi coseee” disse Zhang Liao sadico. Si avoltò e tornò dentro, iniziando ad addestrare il suo nuovo cucciolo.

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