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Sclerosi Multipla: dagli USA un’importante conferma per il Metodo Zamboni

Creato il 29 agosto 2012 da Yellowflate @yellowflate

Sclerosi Multipla: dagli USA un’importante conferma per il Metodo ZamboniE’ stato pubblicato sul sito della prestigiosa rivista medica “Journal of Vascular and Interventional Radiology” (JVIR) un interessante studio intitolato “Miglioramento clinico dopo venoplastica extracranica nella sclerosi multipla“.

Secondo gli autori, coordinati dal dr. David Hubbard, lo studio proponeva di valutare in modo prospettico i cambiamenti clinici e di sicurezza nel trattamento endovascolare ambulatoriale nei pazienti con sclerosi multipla (SM) e insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI).

Sono stati osservati 259 pazienti con SM mediante la scala di impatto della sclerosi multipla (MSIS-29) prima e dopo 1 e 6 mesi dal trattamento delle stenosi ed occlusioni extracraniche della vena giugulare interna e della vena azygos utilizzando l’angioplastica venosa, nonché il posizionamento di stent nel 2,5% dei pazienti. Prima del trattamento, i pazienti erano stati testati con la venografia a risonanza magnetica (RM) e la quantificazione del flusso.
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Sono stati riscontrati miglioramenti statisticamente significativi nei punteggi della scala MSIS-29 (P <.01) sia dopo 1 e 6 mesi. A 1 e 6 mesi, erano migliorati nella scala fisica rispettivamente il 67,9% e il 53,6% mentre erano migliorati nella scala psicologica rispettivamente il 53,0% e il 44,4%. Le donne hanno mostrato un miglioramento maggiore rispetto agli uomini nella scala fisica a 6 mesi (P = .01). I pazienti con sclerosi multipla primariamente progressiva (SMPP) hanno mostrato un minore miglioramento rispetto a quelli con sclerosi multipla recidivante-remittente (SMRR) sulla scala psicologica a 1 mese, e il trattamento con venoplastica di più siti venosi rispetto a minori siti venosi ha dimostrato un miglioramento superiore nella scala fisica sia a 1 che a 6 mesi. Quindici pazienti (6.3%) hanno riportato sintomi ricorrenti dopo il miglioramento clinico e sono stati trattati di nuovo. Si è verificato un grave evento avverso, una trombosi venosa profonda nel sito di inserimento del catetere, che si è risolta con il trattamento.

Al termine dello studio, secondo gli autori, il trattamento endovascolare della CCSVI in pazienti con SM sembra essere una procedura sicura con conseguente significativo miglioramento clinico.

COMMENTO:

Questo studio americano, pubblicato su una rivista medica prestigiosa, conferma l’utilità del trattamento endovascolare della CCSVI per i pazienti con sclerosi multipla che sono stati monitorati dopo l’intervento.

Viene così smentito lo studio-spazzatura che era stato presentato nel giugno scorso a Praga durante il 22° meeting della società europea di neurologia (ENS) dal gruppo di studio sulla sclerosi multipla della società italiana di neurologia (SIN).

Fonte: http://www.jvir.org/article/S1051-0443(12)00708-7/abstract


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