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Se la sono cercata

Creato il 18 dicembre 2011 da Baraem
Pubblicato domenica, 11 settembre 2011 su ilmioegitto.splinder.comPiu’ di 1000 feriti e 3 morti (di cui uno per cause naturali).
E’ questo il bilancio dei scontri avvenuti ieri difronte l’Ambasciata israeliana del Cairo.
Israele si dice dispiaciuta ma confida nella lunga amicizia con l’Egitto. L’Egitto si dice arrabiato ed ha restabilito la legge di emergenza (una tra le cause della Rivoluzione del 25 Gennaio).
Ma che cosa e’ successo veramente?
Personalmente direi che se la sono cercata. Si, lo Stato egiziano se l’e’ proprio cercata.
Dopo la morte dei 5 soldati e le manifestazioni ad oltranza difronte la sede dell’Ambasciata (di cui avevamo parlato qui), il Governo non ha fatto nulla per venire incontro alle richieste dei manifestanti.
Anzi.
Se la presenza fissa di migliaia di persone difronte la sede israeliana era terminata con l’inizio della Festa della rottura del Digiuno (il 30 Agosto), questo non equivaleva ad una affermazione di pace e concordanza di essi.
Nonostante non siano cominciate le indagini su quanto e’ realmente accaduto lo scorso Agosto al confine con Israele, e nonostante non siano arrivate scuse ufficiali da parte del Primo Ministro Israeliano ne tantomeno indenizzi monetari (e tanti chi li voleva? Non di certo le famiglie dei soldati..), la folla aveva abbandonato, momentaneamente, la nuova Tahrir.
Il Governo ha colto la palla al balzo e che ha fatto? Ha costruito un bel muro di cinta per proteggere  coloro
che lavorano all’ambasciata dagli attacchi dei manifestanti. Un muro lungo 700 metri ed alto 3, di cemento, cosicche’ non si potessero ripetere i fattacci dei giorni scorsi. Nello specifico, affinche’ la bandiera Israeliana fosse salva.
Nel frattempo gli egiziani si sono divertiti tantissimo grazie a questo muro. L’hanno riempito di insulti, barzellette, parolacce, il tutto con lo sfondo della bandiera egiziana.
Intanto, da tutt’altra parte, un’altro Paese reagiva attivamente ad Israele. La Turchia,  ha preso nei giorni scorsi la decisione di espellere l’Ambasciatore Israeliano dal proprio Paese, dopo la morte dei 7 attivisti turchi uccisi a bordo della Mavi Marmara lo scorso anno, ed a seguito della documentazione ONU in cui si definiva legittima la reazione violenta di Israele.
E mentre questo accadeva in Turchia, gli egiziani ribollivano qui.
“Il sangue egiziano non vale meno di quello di nessun altro”, si diceva nei caffe’ e nei taxi qui al Cairo.

E cosi’ la manifestazione denominata “ la ripresa della retta via”, programmata per ieri e’ sfociata in aggressioni verso l’Ambasciata Israeliana ed il Ministero degli interni
La manifestazione, a cui non hanno partecipato I Fratelli Musulmani ed I gruppi Salafiti, era stata convocata al fine di riportare sulla giusta strada l’Esercito, che a parer popolare, stava deviando.
Io credo che questa sia stata una quasi copertura, tantoche’ un giornalista egiziano stamani alla radio diceva che la gente arrivava a Tahrir con picconi e martelli. Era tutto quindi premeditato.
Appena la Piazza si e’ riempita, dopo la preghiera del Venerdi’, la gente ha seguito le due destinazioni ed ognuno ha compiuto il proprio lavoro.
Un migliaio di persone hanno distrutto le porte di entrata del Ministero degli Interni staccando il simbolo dell’Aquila egiziano e dando fuoco ad alcune auto della polizia e rompendo vetri del palazzo a sassate.
Un altro migliaio si e’ avventato sull’ambasciata israeliana, la meta piu’ ambita della giornata. Dopo aver buttato giu’ il muro di cinta, sono entrati nel Palazzo ed hanno fatto irruzione nell’archivio adiacente all’Ambasciata, gettando dalle finestre tutti I documenti.
La cosa che davvero mi ha lasciata allibita e’ stata la tranquillita’ con cui tutto cio’ e’ avvenuto. Polizia ed Esercito sono rimasti immobili, hanno fatto fare alla gente quello che voleva senza la minima reazione. A fine serata, quando tutto era stato distrutto, sono intervenuti. Perche’? Come mai nessuno e’ intervenuto prima?
L’Ambasciatore Israeliano e’ stato reimpatriato con la sua famiglia e lo staff dell’ambasciata.
Obama, in piena notte, ha gentilmente pregato l’Egitto di provvedere alla difesa delle Ambasciate locali. Nessuna parola, il mese scorso per I 5 soldati uccisi.
Se il governo egiziano avesse preso in considerazione la rabbia degli egiziani, non considerandola passegera, questo non sarebbe accaduto.
Se il governo non avesse fatto il grande sbaglio di costruire il muro intorno l’Ambasciata, alimentando la collera e la repressione, questo non sarebbe accaduto.
Il lato rivoluzionario dell’Egitto e’ una miccia accesa. Basta poco per rendere questa miccia un incendio.
Il Governo egiziano
se l’e’ cercata.

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