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A vedere tutti gli intrecci del destino che si affollano davanti agli occhi di Eric, si direbbe proprio di si.
Forse allora è meglio lasciare tutto al caso.Il tempo è galantuomo e il destino sistemerà tutto.
Forse.
In primis la domanda da porsi è questa : perchè in questa afosa estate i distributori nostrani tirano fuori questo fondo di magazzino, uscito ad aprile 2012 sul grande schermo in Francia e passato inosservato pure nella madre patria?
La risposta probabilmente sta nel successo che alcune commedie transalpine hanno riscosso nel Belpaese e allora si cerca sempre di battere il ferro finchè è caldo.
A costo di incappare in vere e proprie fregature.
Non sarà una bruttura inenarrabile ma Se sposti un posto a tavola è un film assolutamente inutile e anche un po' irritante.
Inutile perchè non dice nulla di nuovo pur cercando di rimescolare malamente le carte, irritante perchè ammicca in continuazione a un film come Sliding doors cercando di ibridarlo con la nuova commedia sentimentale francese stile L'amore dura tre anni ( a cui si riferisce chiaramente in una sequenza all'inizio, quando Eric conosce Marie durante un viaggio aereo, lei legge il libro da cui è stato tratto il film succitato).
Quindi fondamentalmente abbiamo una sorta di film a episodi in cui vengono caratterizzati , neanche troppo finemente, otto personaggi in cerca di un destino a loro favorevole.
E , guarda il caso. Eric alla fine riesce a imbroccare proprio l'unico giusto per tutti i protagonisti in campo.
Non è una questione di confezione o di scarsa qualità recitativa (anzi, gli attori fanno del loro meglio), è il copione di Se sposti un posto a tavola che fa acqua da tutte le parti presentando situazioni già viste e riviste e proprio per questo stantie a tal punto che riescono ad annoiare anche se il film non arriva neanche a 90 minuti, titoli di testa e di coda compresi.
Il problema è che a furia di strizzare l'occhio ad altre pellicole di successo ( come detto precedentemente Sliding doors ma anche Quattro matrimoni e un funerale, senza funerale però), il film dimostra di non avere una propria colonna vertebrale buttando tutto sulla commedia degli equivoci di grana grossa e azzardando anche la pochade,senza però averne i tempi.
Non si ride, al massimo si sorride fugacemente e questo è grave per una commedia: da sottolineare però la grazia di Louise Monot, nella parte di Marie, due occhi da cerbiatta che sembrano traccianti che fendono la notte e alla fine risulta simpatico anche Lannick Gautry, sgualcito e arruffato nella parte di Eric che ha un po' l'impronta animalesca del primo Belmondo, senza perà averne il carisma.
La regista Christelle Raynal , al suo esordio nel lungometraggio, viene dal mondo della pubblicità e la cosa si vede . Tutti i vari episodi che compongono il film sono patinati come solo uno spot potrebbe essere.
E non è una gran bella cosa.
( VOTO : 5 / 10 )
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