Più navigo su facebook, più mi accorgo che la maggioranza degli iscritti a questo social non ha alcuna consapevolezza di quel che posta, scrive o pubblica e, cosa molto più grave, non ha la minima idea delle conseguenze di un loro determinato gesto o azione che, come è ormai ben noto, il mezzo finisce per amplificare ed enfatizzare.
Facebook, per chi ancora non l’avesse capito, è una piazza, è, a tutti gli effetti, un gran bar in cui ognuno dice la sua, palesa le proprie idee, condivide quel che pensa e in cui, come nella vita reale, vigono per fortuna delle regole. Detto questo, immaginate quanto segue: siete in piazza (Piazza Municipio, Piazza Navona, Piazza del Plebiscito, fate voi…), state passeggiando tranquillamente, la vostra meta è il vicino caffè della zona. Tutto ad un tratto, la vostra quiete e tranquillità viene turbata da un ragazzo/a con il volto coperto che, senza alcun ritegno e vergogna, vi dà letteralmente addosso, aggredendovi verbalmente con frasi del tipo: “sei una butta**, “sei una troietta”, “mi fai schifo”, “la dai a tutti”, “sei una maiala” e via discorrendo. Come vi sentireste se foste vittime di una simile situazione? Come reagireste se succedesse a vostra madre, a vostra sorella o a vostro fratello?
Bene, a grandi linee, il suddetto episodio rispecchia perfettamente quel che accade giornalmente sui social ma con una piccolissima differenza: quello narrato è una trasposizione di quel che potrebbe accadere nella realtà, l’altro, invece, avviene sul web. Sembrerebbe davvero un’impercettibile differenza, ma è proprio quest’impercettibile differenza a infondere coraggio a chi questo gesto, nella vita reale, non lo farebbe neanche pagato.
Dai media, delle volte, ci capita di apprendere di ragazzi che, dopo essere stati continuamente e ingiustamente insultati o dopo essere stati vittime di attacchi a sfondo sessista, si sono tolti la vita. L’indomani, tutti e dico tutti, funzione, in pratica, un po’ come le ovazioni (ce ne sono solo un paio che cominciano ad applaudire in maniera convinta, la maggioranza, invece, si accoda per timore di fare una brutta figura), a dire: “Che squallore! Che ingiustizia!”. Alla prova dei fatti, però, una parte di quella maggioranza si tramuta in bulli, l’altra in inermi spettatori. Insomma, i bulli proliferano mentre, purtroppo, gli inermi spettatori rimangono fagocitati dalla loro stessa omertà, dalla loro stessa paura di prendere un posizione netta e decisa.
Siamo arrivati, pensate un po’, ad aver paura di un anonimo, di una persona senza volto e senza identità. E sì… me ne stavo quasi dimenticando, colui che insulta non solo attinge dalla distanza virtuale ma utilizza anche un elemento ancora più subdolo: l’anonimato.Ci facciamo mettere i piedi in testa da degli anonimi, da delle persone che rappresentano il nulla. Ci genuflettiamo a individui senza palle e personalità che, servendosi dell’anonimato, si atteggiano e offendono pesantemente.
Proprio in serata, mi è stato riproposto un post pubblicato da un servizio spotted della mia zona (ci sarebbe da aprire un’amplissima parentesi anche per quanto riguarda le bacheche spotted, ma vedrò di approfondire come si deve la questione in un altro post) in cui, facendo riferimento con tanto di foto e nome, si dava delle troie a due ragazze.
Non potevo passarci su. Mi sarei sentito una merda se l’avessi fatto e, per questo motivo, l’ho segnalato.
Molti non sanno ciò che il cyberbullismo può scatenare nella persona presa di mira e, perciò, ci passano su, lo sottovalutano, si fanno schiacciare dalla reticenza o, qui si supera veramente il limite, mipiacciano il post di chi insulta.
Io, invece, dico NO. No al cyberbullismo, no alle pesanti offese ingiustificate.
Nella vita, certe volte, arriva il momento di prendere delle posizioni: o si è bianchi o si è neri, o si è pro o si è contro.
Mi rivolgo a tutte le persone coscienziose e con un minimo di sale in zucca: non statevene con le mani in mano. Agite! Utilizzate i mezzi che la community vi mette a disposizione e segnalate. Segnalate per far capire che voi non ci state, per far capire che siete contro il cyberbullismo. Segnalate per mandare un chiaro messaggio a certa gente e per fargli capire che su internet non è tutto concesso, anzi…
PS Indipendentemente se la segnalazione verrà accolta o meno, sento di aver fatto la cosa giusta e questo è quello che conta.