Grazie a soggetti del calibro di Rob Brezsny e Branko abbiamo imparato ad associarne il nome alle stelle.In realtà sono molti, in numero sempre crescente, a raggiungerle prematuramente quelle stelle: ormai è diventato statisticamente irrilevante chi muore di vecchiaia.Mentre su AIDS e HIV han fatto passi da gigante, sul tumore gli eredi di Ippocrate non ci hanno ancora capito un granché ('Dopo una radioterapia radicale condotta dal dr. Lederman a New York, George Harrison, l'ex Beatles, stava visibilmente meglio. Secondo il Mail on Sunday, la nuova terapia controversa è stata presentata dallo stesso medico come una “lotteria”. Così una delle persone più celebri e più fortunate del pianeta non è riuscito a ottenere una terapia anti cancerosa che avesse più probabilità di vittoria di una lotteria').
L'unica lampadina che si accende sulla capa del medico è quella illuminista.Ma così, col passar del tempo, la vita del paziente diventa sempre più buia...Nel corso della storia c'è sempre stato chi ha abbandonato la vita in modi assai assurdi.Nel 1771 il re di Svezia Adolf Frederick morì a seguito di un lungo pasto luculliano concluso con 14 portate di dolci.Nel 1923 il nobile inglese George Herbert morì dopo aver tagliato una puntura di zanzara mentre si rasava: l'infezione successiva risultò letale.Nel 2012 Edward Archibold morì asfissiato dopo aver vinto una gara nella quale si mangiavano scarafaggi vivi.Ma queste costituiscono tendenzialmente il naturale frutto di libere scelte.Vale anche per il tumore? Possiamo sempre dire di essere artefici del nostro destino?Forse la Morte suona la propria sinfonia per tutti, indistintamente; o forse in qualche modo noi possiamo accelerarne la conclusione con la nostra condotta.Un annoso studio americano condotto dal team di Jonathan Kipnis della University of Virginia School of Medicine, è giunto di recente a determinare che il cervello è, come ogni altro tessuto, collegato al sistema immunitario periferico attraverso i vasi linfatici: è dunque il cervello il nostro primo medico.
Si tratta di una scoperta sensazionale che ribalta decenni di insegnamenti e di teorie apprese da ogni libro di medicina, avendo sempre considerato questi collegamenti alla stregua di percezioni esoteriche.Questo studio avvalora una volta di più la bontà delle teorie della medicina tradizionale cinese, in base alle quali ogni disfunzione del corpo è imputabile a eccessi o a carenze di energia nella parte in oggetto. Abbiamo quindi la riprova scientificamente dimostrata di come le varie emozioni vadano a incidere sull'efficienza degli organi di riferimento (la rabbia sul fegato; lo stress sullo stomaco, etc.), compromettendo la naturale capacità di essere i migliori medici di se stessi.Tale correlazione era già ben nota nella Medicina Psicosomatica e nella più recente Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia (P.N.E.I) ma non aveva mai raggiunto gli attuali livelli di scientificità e verificabilità.L'approccio della medicina occidentale è mirabilmente chiarificato dalla Tachipirina. In caso di febbre, la temperatura del corpo si alza. Il cinese si chiede 'perché?' e indaga sulle cause; l'occidentale trova il sistema di abbassarla.Chi risolve il problema? La febbre non è altro che una difesa del corpo umano, impegnato nel tentativo di uccidere dei batteri nocivi all'intero sistema. Abbassando forzosamente la temperatura impediamo al corpo di compiere il suo dovere e lasciamo che i batteri proliferino.Il sistema reagisce sempre alle disfunzioni che naturalmente insorgono nel corpo nell'arco della vita: noi produciamo continuativamente tumori, ma questi vengono sistematicamente circoscritti ed espulsi dall'organismo che sta energeticamente a posto. Squilibri energetici comportano la mancata capacità di reazione dell'organismo e la proliferazione delle conseguenti probabili metastasi: corpo, mente e psiche non lavorano più come un unico sistema.Il dr. Ryke Geerd Hamer, padre della Nuova Medicina Germanica, è stato additato da molti come ciarlatano. Eppure ha solo definito una spiegazione elementare di quanto studiato da millenni in Cina e di quanto sviscerato secondo i principi di Galileo in Virginia: il corpo si ammala a causa di scompensi energetici imputabili a situazioni emotive irrisolte.Di fatto la Nuova Medicina offre un inquadramento diagnostico eccezionale, ma se l'organismo (il sistema corpo-mente del paziente) non ha le risorse per affrontare un processo biologico curativo, può certamente morire o non arrivare alla completa guarigione. Riguardo alla terapia suggerisce di fare ciò che mette la persona in condizioni di massima sicurezza interiore, che a volte può anche coincidere paradossalmente con una terapia chirurgica o chemioterapica.Tuttavia nel 2004 è stata pubblicata sulla rivista di settore Clinical Oncology una ricerca condotta da Grame Morgan (professore associato di radiologia al Royal North Shore Hospital di Sidney), Robyn Ward (professore oncologo all’University of New South Wales), Michael Barton (radiologo e membro del Collaboration for Cancer Outcome Research and Evaluation del Liverpool Health Service di Sidney).In questa ricerca sono stati inseriti i dati relativi allo studio di un campione di 225.ooo persone affette dai principali tipi di tumore e curati esclusivamente con la chemioterapia. I risultati? La sopravvivenza dopo 5 anni fu stimata nel 2%. Siamo davvero sicuri che il metodo Di Bella fosse meno performante?Emblematico è il caso del dr. Sidney Winawer, oncologo direttore del laboratorio di ricerca per il cancro al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, uno dei centri di ricerca più prestigiosi al mondo. Dopo aver somministrato per decenni la chemioterapia ai suoi pazienti, rifiutò di sottoporre la moglie allo stesso trattamento, affidandosi alla somatostatina (la terapia del prof. Luigi Di Bella). La moglie, a cui furono in origine diagnosticati sei mesi di vita, è campata 3 anni e mezzo ed è deceduta quando ha cominciato a sottoporsi alla chemioterapia...Il Prof. Berrino, primario al dipartimento di epidemiologia dell'Istituto Tumori di Milano, demonizza la chemio senza mezzi termini e molto batte su un regime alimentare quasi vegetariano nonché privo di zuccheri, latticini e pasta, se non quella integrale, al fine di ridurre l'acidità nel corpo, base ideale di proliferazione delle cellule tumorali.Io sono sempre stato dell'avviso che 'prevenire è meglio che curare'. Ora questo convincimento si è rafforzato.Mens sana in corpore sano. - Giovenale