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Sghignazzare e pensare

Creato il 28 aprile 2012 da Stukhtra

Se Gesù torna, gli fanno il culo un’altra volta

di Marco Cagnotti

Sghignazzare e pensareL’idea dell’alieno che osserva con distacco la civiltà umana è tutt’altro che nuova, da Micromega a Shevek. Pure il caso di Gesù che torna fra gli uomini è già visto e rivisto, da Dostoevskij in poi. Eppure questo romanzo, non troppo originale nell’idea, ottiene due effetti rari e difficili da conciliare fra loro: sventrare di risate e suscitare pensieri profondi.

Poi, certo, il Gesù fricchettone e cannarolo con la sua compagnia di discepoli balordi e il Dio volgare, incazzoso e dispettoso (“Stavo pensando di apparire in una vaschetta di gelato o su una roccia o roba del genere, in Messico o in Irlanda o da qualche altra parte mentre torni ai piani alti. Come mi diverto a prendere per il culo quei cattolici…”) ma in fondo buono e tanto, tanto gucciniano rientrano nei cliché. E anche la fine è un po’ scontata. Tuttavia l’immagine della cultura occidentale (quella americana, per la verità, anche se quella europea non è poi tanto meglio) è devastante: cretina, superficiale, materialista, consumista, ipocrita, bigotta, inutilmente complicata e crudele. Stronza, per dirla in una parola. Sicché basta una domanda, una sola ma al momento giusto, per dimostrarne tutta l’inconsistenza.

- Io… Fare una simile affermazione significa prendersi gioco di tutto ciò in cui credo.
- Quindi se lei crede a una marea di stronzate la gente non può prendersene gioco?
- Bisogna rispettare la fede altrui.
- Perché?
- Perché?
- Già. Perché dovrei rispettare la sua marea di stronzate? Perché l’ha detto lei? Ma se lei ci crede davvero, cosa le importa di quello che penso io?

Toccare la religione, specie con questa satira dissacrante, può costare caro. Anche se lo fai in una cultura stronza come la nostra ma, volente o nolente, tollerante: s’è visto con le vignette danesi su Maometto, per esempio. Così Niven, che non può ignorare l’Islam e le sue minacce a distanza, s’inventa una perla di astuzia narrativa: il Profeta interviene solo come interlocutore telefonico di Dio. Giusto per evitare all’autore di fare la stessa fine di Salman Rushdie.

A volte ritorno è un romanzo assolutamente godibile, che regala ore di divertimento e riflessione. Ovviamente astenersi bigotti ipersensibili alla volgarità e alla blasfemia.

J. Niven, A volte ritorno, Einaudi

Piace: la blasfemia, la volgarità, la spietatezza nel mostrare l’insensatezza dei monoteismi tradizionali.

Non piace: qualche cliché.

Voto: 8/10


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