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Sherlok nell'abisso incandescente chiamato Europa

Creato il 04 gennaio 2012 da Presidenziali @Presidenziali
Sherlok nell'abisso incandescente chiamato EuropaNell'etica restyling, tra digitalizzazione e riesumazioni improbabili, di personaggi fumettistici e letterari ne sono venuti fuori a bizzeffe, ma un posto d'onore tra i meglio reinterpretati va sicuramente allo Sherlock Holmes di Guy Ritchie, che cavalcando l'onda del successo del primo capitolo, ci riprova alzando di mezza tacca il tasso qualitativo della sua personalissima creatura. Sherlock Holmes - Gioco di ombre, è, passatemi il paragone, il The dark knight rispetto al Batman begins. Senza ovviamente scomodare apertamente il mastodonte di Nolan possiamo tranquillamente dire che questo secondo episodio fa un significativo passo in avanti nell'approfondimento caratteriale dei personaggi e nell'inspessimento atmosferico, appesantendo la traccia di elementi drammatici e visioni storiocentriche d'ampio respiro.Sharlock Holmes e il dottor Watson (fresco fresco di sposalizio) vengono risucchiati in un intrigo internazionale la cui portata comprende guerre, rivoluzioni e medicina confondendo il tutto negli oscuri presagi del matematico (ex campione di box) professor Moriarty (Jared Harris), il supervillain di turno. Robert Downey Jr, dà corpo e anima ancora una volta a Sherlock ormai più simile a un supereroe di stampo fantasy che a un investigatore meticoloso e puntiglioso, con superpoteri che lo aiutano nell'intuizione come nel combattimento. Jude Law, il buon caro e giovine Watson, ormai stanco delle eccentricità di Holmes spera, sposando la donna della vita Mary Morstan, di metter fine al suo coinvolgimento nelle follie dell'investigatore, ma ad un ultimo appello non potrà dir di no e si ritroverà a dar manforte al socio e amico di una vita. Bello e ben tratteggiato il rapporto di complicità tra i due, stretto attorno a un filo indistruttibile fatto per lo più di humor e divertenti siparietti. Certe morti importanti introdotte nella storia oltre ad acuire il tiro aiutano lo spettatore a empatizzare calorosamente con gli stati d'animo dei personaggi, e l'allontanamento dello screen da una visione oligarchicamente action in funzione di un volto quasi didascalico in molti passaggi spingono a tiepide riflessioni assenti in precedenza. Con questo non voglio dire che l'azione latita, anzi, una paio di scene sono da capogiro, come quella nel bosco, al limite dell'estetica ritchiana con tecniche di regia funamboliche e all'avanguardia, ma non si tratta più di semplice dimostrazione edonistica, dietro ad ogni scena c'è un clima rarefatto e nebbioso che colloca la vicenda su altezze più elevate, come i machiavellici escamotage di Holmes lungimiranti nella resa quanto nell'impossibile costruzione. Alcuni personaggi secondari di rilievo come il divertente fratello di Sherlock, Microft, un Holmes più aristocratico e stralunato che si diverte e disquisire su questioni politiche, danno brio e forza ad una già fiorita fauna attoriale. Menzione a parte le scenografie darkeggianti perfettamente integrate tra studio e ricostruzione digitale che calcano la mano sui toni cupi e contrastati, filtrate magicamente dalla fotografia di Philippe Rousselot. Che dire, il lavoro di riattualizzazione compiuto da Ritchie e soci mette a segno un altro centro atto a rimarcarne il primo e lascia ben sperare per il futuro della saga. Anche in questa occasione quindi non possiamo che rimanere soddisfatti e plaudere al lavoro svolto dalla collaudatissima cricca. Il percorso intrapreso è ormai chiaro, un po' come l'Harry Potter di Cuaron che segnò una svolta autoriale nel cammino del maghetto, persa in seguito e recuperata nel finale da Yates, questo episodio potrebbe sancire definitivamente l'approdo verso territori inesplorati.

voto: 7


Voto redazione--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Presidente: 6,5   |   Wax: 7   |   Chiara: 6.5   

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