Guardate questa immagine, notate nulla di strano? Operai al lavoro, in un cantiere come tanti, con il responsabile che osserva il corretto svolgimento del loro operato. Manca niente? Il caldo c’è, il catrame anche, i fumi svettano nel cielo. Protezioni per i polmoni? Nessuna. Totalmente assenti.
Questa foto è stata scattata alle 10.30 di oggi 29 Agosto 2011, in via Brigata Salerno a Genova. Chissà quante Brigate Salerno ci sono in giro per l’Italia. Luoghi totalmente privi di misure che tutelino la salute, oppure con datori di lavoro che per risparmiare qualche soldino tralasciano quei piccoli particolari che gli operai pagheranno tra qualche anno, qualche mese, qualche giorno, non si sa. Si, perchè certi mali arrivano, ma non avvertono, entrano di prepotenza dentro il nostro corpo e lo divorano. Quando accade, tutti a chiedersi perchè, quale ragione può esserci nelle malattie. E il pensiero potrebbe correre a quel 29 Agosto di qualche anno prima, a qualsiasi “29 Agosto”, quando per risparmiare tempo, qualche spicciolo o, per fare più in fretta, si è tralasciato di imporre al proprio datore di lavoro le basilari norme di sicurezza.
Purtroppo la colpa non è solo del datore di lavoro che impone certi metodi, pena mobbing e minacce di licenziamento, oppure del lavoratore che non cerca di imporre la sicurezza, ma è soprattutto colpa di una società regredita ai tempi delle rivoluzioni industriali, o meglio mai progredita oltre quel tempo, una società che impone di adattarsi a qualsiasi situazione, di chinare il capo senza fiatare perchè <<Tanto funziona così>>. Una società che distrugge i suoi stessi figli nel nome di cosa? Non chiamatelo denaro, nè potere. Chiamatela disperazione. Disperazione di persone che non sanno come arrivare a fine mese, che vedono ridotto ogni anno il proprio potere d’acquisto, che osservano avvicinarsi inesorabile il drammatico e nero futuro che le nuove generazioni si troveranno a fronteggiare.
Il tutto sotto l’occhio annoiato dei calciatori scioperanti sulle spiagge di Milano Marittima e dei politici parlanti dai privilegi dorati.
Flavio Coraglia