Maria Livia Brunelli. “Per chiamarci non basta una parola sola: Emilia Romagna, Emiliano Romagnoli, ce ne vogliono almeno due; e anche un trattino per unirle, e poi non bastano neanche quelle.” Con queste parole, Carlo Lucarelli si rivolge, in una lettera, direttamente al Sig. Terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna a maggio. Una conversazione faccia a faccia, una sfida, un duello direttamente con la paura. Lucarelli con enorme entusiasmo offre un coraggioso esempio per non dimenticare, per ricordare a tutti che non solo si può ma si deve andare avanti. “Ora ti racconto quello che siamo, non credere di farmi o farci paura con due giri di mazurca facendo ballare la nostra terra, io ia questa terra l’amo e come mi ha detto un infermiere di Mirandola qualche giorno fa… questa è la mia casa e io non l’abbandonerò mai.” È il cuore a parlare attraverso una voce piena di passione, che testimonia il senso di appartenenza e l’orgoglio di migliaia di persone.
Gli stessi sentimenti che si provano visitando a Bologna, nella sede di Palazzo Fava, la mostra “Salvati dal Terremoto. Dipinti e sculture dai centri storici tra Bologna e Ferrara”, a cura di Luigi Ficacci e Angelo Mazza, aperta fino al 6 gennaio 2013. Una mostra che si propone di attirare l’attenzione del pubblico sulla gravissima condizione del patrimonio artistico nell’area geografica colpita dal terremoto e sulla precarietà in cui versano i numerosi edifici storici lesionati e di informarlo sul grave rischio di cancellazione di testimonianze vitali della comunità civile
Quelle drammatiche scosse hanno infatti causato danni gravissimi al patrimonio artistico dell’area bolognese, ferrarese, modenese e reggiana. Cento, Crevalcore, Galliera, Mirabello, Pieve di Cento, Poggio Renatico e Sant’Agostino, tra Bologna e Ferrara, hanno subito cedimenti, crolli e fessurazioni pittoriche in tutti i principali edifici ecclesiastici antichi. Grazie a Vigili del Fuoco e l’impegno delle Soprintendenze le opere di maggior pregio sono state messe in sicurezza nel Palazzo Ducale di Sassuolo, negli ambienti messi a disposizione dai privati a Pieve di Cento, nei depositi allestiti presso Art Defender a Bologna e in quelli presso la stessa Pinacoteca Nazionale di Bologna.
Non si tratta di capolavori assoluti, ma comunque un patrimonio culturale diffuso e identitario delle persone e dei luoghi.
Ci sono stati danni soprattutto nelle chiese, colpite le strutture più vulnerabili, i timpani delle facciate caduti o ruotati, le aule delle chiese implose su se stesse, più vulnerabili, proprio per la tipologia della costruzione senza strutture di contrasto o di contenimento e per le esili murature evidentemente non pensate per il terremoto, che in queste terre resta un evento raro e comunque non unico.
E da Bologna giunge anche un’altra storia, nel cuore di Bologna. Per il 36° sketchcrawl mondiale, il gruppo Sketchcrawl Bologna e il Future Film Festival, grazie alla collaborazione e al sostegno di Moleskine, hanno organizzato la maratona di disegnatori per l’Emilia. I disegni realizzati per l’occasione sono stati tutti messi all’asta per raccogliere fondi da devolvere alle zone terremotate.
Da un’idea di Alberto Agazzini, con il supporto di Amedeo Bartolini, Lorenzo Paci e Lia Bedogni, a Reggio Emilia è nato invece il progetto “ARTquake”, “il sussulto dell’arte” che non ha altro protagonista se non l’aiuto delle popolazioni colpite dal violento sisma. Artisti, galleristi e semplici cittadini di ogni parte d’Italia si sono uniti per fare qualcosa di concreto e raccogliere fondi per la ricostruzione di alcuni comuni andati letteralmente distrutti. Tutte le opere in vendita saranno visibili sul sito www.artquake.it a partire da un’offerta minima d’acquisto. “Non chiederti cosa possono fare lo Stato o gli altri per loro. Chiediti cosa puoi fare TU.” Il progetto “ARTquake” è solo uno dei tanti esempi positivi di ripresa post terremoto, con la speranza che, esempi del genere, siano da monito e aumentino il loro numero sempre di più.