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Sindrome da naufragio

Creato il 17 gennaio 2012 da Dagored
Sindrome da naufragio
Atmosfera strana quella di questi giorni, persi tra lo smarrimento e l'indignazione generale per il naufragio della Costa Concordia e il comportamento inqualificabile del suo comandante, il capitano Francesco Schettino per il quale basta solo riportare le parole del suo avvocato per comprendere del come l'ufficiale fosse non all'altezza del compito che gli era stato affidato, non tanto per dei limiti tecnici che sicuramente non aveva ma per essere naturalmente non potato all'esercizio del comando, che presuppone doti non comuni. Perché un signore che, secondo il senatore Marco Filippi, che lo ha incontrato ieri:
Sindrome da naufragio
"Non è pienamente consapevole della gravità dei capi d'accusa e si teme per le reazioni che potrebbe avere domani in caso di convalida del fermo"

e dichiara di non aver mai abbandonato la nave, nonostante tutte le evidenze dimostrino il contrario, e continua a sostenere che ha salvato centinaia, migliaia di persone, è in tutta evidenza qualcuno che non può avere la responsabilità di condurre uomini sotto il suo comando.
Bisognerebbe allora capire come è perché un ufficiale, dal quale oggi tutti prendono le distanze e ricordano le mancanze, ricordandolo come uno spaccone, un egocentrico e un presuntuoso (perché non c'erano ancora state occasioni per valutarne la pavidità e la meschinità), possa essere arrivato al comando della Costa Concordia.
In realtà la risposta la conosciamo tutti: c'è arrivato nell'unico modo in cui in Italia è possibile fare carriera, ovvero attraverso le amicizie e le spintarelle di qualche potente amico.
Una storia, quella del comandante Schettino, simile a quella dei tanti manager di Stato e altri funzionari e politici che hanno nei decenni guidato tutto il paese verso gli scogli, spezzanti dell'opinioni di quanti cercavano di metterli sull'avviso che la rotta era sbagliata e che oggi fanno finta di niente, assistendo al disastro come se non li riguardasse.
Oggi è stata una giornata tranquilla sui mercati finanziari, addirittura positiva, si potrebbe dire se solo le notizie che continuano ad arrivare siano soprattutto negative e confermano la gravità del momento.
Ci aveva pensato già ieri Mario Draghi a dire chiaramente, che la crisi è sempre grave, molto grave, e che la situazione è peggiorata, e  ancora oggi le agenzie di rating confermano i loro giudizi negativi sulle manovre politiche messe in atto dalle autorità europee, eppure tutto sembra sospeso e non si capisce quando giungerà il momento delle decisioni .
Intanto il vertice a tre previsto a Roma per il 20 Gennaio tra Monti, Merkel e Sarkozy è ormai saltato e sembra sempre più chiaro che non ci sia nessun piano comune pronto per essere adottato.
Ancora una volta Sarkozy, evidentemente nervoso per la perdita della Tripla A da parte della Francia, si dimostra quel misero leader che ormai tutti hanno imparato a conoscere, mentre Angela Merkel avverte la Bce di Draghi, che l'Italia deve farcela da sola, con le sue proprie forze.
Sindrome da naufragio
Personalmente lo scrivo da tempo che l'italia deve tirarsi fuori dalle secche da sola e sarebbe bene che cominciasse a pensarlo pure il professor Monti, cominciando a prendere le distanze dalle imposizioni tedesche e mettendo in atto quelle vere riforme di cui il paese ha bisogno per ricominciare a crescere, senza badare alle direttive che arrivano da Bruxelles e da Berlino.
Intanto cominciano a sorgere i primi moti di ribellione e forse non è nemmeno un caso che arrivino dalla Sicilia, una regione da troppo tempo bistrattata dal potere centrale e locale. Una rivolta dal basso, civile ma forte, probabilmente è l'unica iniziativa che può far aprire gli occhi ai governanti, che sotto la copertura dell'incarico tecnico stanno invece operando scelte politiche ben determinate e non propriamente democratiche.
Sindrome da naufragio
Così, mentre il destino della Grecia sembra sempre più segnato e un suo default viene dato per prossimo, in una forma o in un'altra, Monti continua a chiedere maggiori sforzi alle autorità centrali europee, che naturalmente nulla possono fare se non rimpallare la richiesta al governo tedesco, che però continua a fare orecchie da mercante.
Nell'attesa di qualche segno di disponibilità di frau Merkel agli italiani non resta che pregare o di prendere i forconi: vincerà l'abitudine religiosa o l'antica rabbia contadina?

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