Bersani-Grillo – adattamento da Spinoza.it
Comunicazione effetto boomerang
Non potendo fare affidamento sul voto di fiducia delle camere, Bersani lancia otto punti per il governo e sfida Grillo ponendolo difronte alle sue responsabilità. Nessun governissimo con il PDL. Otto punti che presenterà al parlamento, “a chi ci sta”.
Sui difetti di comunicazione del PD e della coalizione Italia Bene Comune (Vendola compreso), durante e dopo la campagna elettorale si sono consumati gli analisti. Non ci sarebbe bisogno d’aggiungere altro. Ma, rispetto ai contenuti attuali proposti da Bersani, ci sarebbero da fare almeno tre appunti:
1) peccato, potrebbe essere troppo tardi, e lo è, essendo tutti contenuti che andavano comunicati in campagna elettorale, essendoci a programma, invece di logorarsi nel parlare, nell’ordine di: Berlusconi (il giaguaro da smacchiare, ma non era un caimano?), Monti e Grillo. E quindi, a proposito di responsabilità, perché non parlare delle proprie e così prenderne coscienza una buona volta per tutte?
2) manca, ancora una volta, come lo è stato per quasi tutta la campagna elettorale, ogni minimo riferimento alle tematiche del lavoro (es.: disoccupazione, art. 18, peso contributivo, precarietà, esodati, ecc…)
3) quando si renderanno conto nel PD che la comunicazione (e non solo quella politica) non s’improvvisa (smacchiato/sbranato o lavoro/riforme)? Meglio parlare di sé stessi, dei propri contenuti, piuttosto che degli avversari, senza nemmeno costringerli all’angolo sui contenuti.
E dunque, per il PD effetto boomerang: smacchiato, sbranato, praticamente ingrillato… con le proprie mani.
Alcuni esempi dei non contenuti, o meglio, dei contro contenuti usati dal PD in campagna elettorale.
Su Berlusconi:
«Per me la rimonta non è una sorpresa, stiamo parlando di un partito che era al 35 per cento e di colpo era sceso al 18… Chiaro che c’è tutta una fetta di elettorato di centrodestra deluso che con l’inasprirsi della campagna elettorale e a forza di sentir parlare di comunisti è tornato». Con questa dichiarazione, di fatto Bersani certifica la rimonta e rende visibilità a Berlusconi. Non servono ulteriori commenti.
Su Monti:
Due posizioni contrapposte prese nel giro di pochissimi giorni l’una dall’altra. Posizioni che denotano insicurezza se non addirittura schizofrenia politica e inconsistenza della coalizione, in particolare dell’alleanza con SEL/Vendola. A sua volta Vendola è risultato schiacciato sulle posizioni centriste, a tutto discapito del consenso precedentemente conquistato e consolidato su posizioni radicali, antagoniste e libertarie.
Su Grillo:
Effetto boomerang. Si può dare certo del milionario a Grillo e Casaleggio, che però non erano nemmeno candidati, come anche a Berlusconi e forse anche a tanti pidiellini. Un bel po’ troppo forzata l’affermazione se rivolta verso il M5S. Per non parlare della riduzione del Movimento in mera rabbia, qualunquismo e demagogia. Cosa che ha portato a non rendersi conto che a fondamento del Movimento c’è dell’altro, a partire dalla necessità della partecipazione e della riappropriazione degli spazi della politica.
Sindrome autolesionista?
«Sono qui perché, nonostante lo spot “Smacchiamo il giaguaro”, voterò Partito democratico». «C’è un tempo per criticare i propri amici e per quanto mi riguarda dura tutta la vita; e c’è un tempo, da qui a lunedì, per criticare gli avversari politici. Non capisco chi mette sullo stesso piano destra e sinistra». «Questa volta, però, fatela la legge sul conflitto d’interessi».
Quale migliore occasione per l’auto critica… In chiusura di campagna elettorale, dopo essersi fatta soffiare piazza San Giovanni a Roma (gli era proprio sfuggito di prenotarla), e rimediato il piccolo teatro Ambra Jovinelli (che non sembrava nemmeno così tanto affollato), il PD , come se non fosse bastato, con l’intervento di Nanni Moretti, mostra tutta la sua debolezza di contenuti, di comunicazione e soprattutto di soddisfazione interna al partito. Cosa che si protrae sin dai tempi in cui Moretti ammoniva D’Alema con quel “dì qualcosa di sinistra”. Ciliegina sulla torta. A fare da cassa di risonanza, un organo di stampa di partito: Europa. Infelice immagine da trasmettere in piena campagna elettorale. Al limite dell’autolesionismo.