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Soffrire, lottare ? si, pero’, sempre lucidamente e mai dimenticare

Creato il 28 gennaio 2012 da Malpaese @IlMalpaese

Guglielmo Maccione per ” Il Malpaese”.

SOFFRIRE, LOTTARE ? SI, PERO’, SEMPRE LUCIDAMENTE E MAI DIMENTICARE
Tosta è tosta, non c’è dubbio. E sicuramente, tra qualche mese lo sarà ancor di più. Lo sarà soprattutto  quando, anzichè sfilarceli dalle tasche, centesimo dopo centesimo come sin quì hanno fatto, saremo costretti a mettere le mani nel portafoglio e sganciare centinaia di euro per pagare, ad esempio, la nuova ICI e le bollete (già maggiorate) dell’energia elettrica, del gas, dell’assicurazione, del bollo-auto, ecc. ecc. 

Agli attuali mal di pancia, quindi, tra non molto se ne aggiungeranno altri e probabilmente saranno in molti coloro che non ce la faranno.

Questa previsione, apparentemente pessimistica, non mi sembra azzardata. Non c’è da illudersi: in primavera cominceremo a contare i … feriti ed a fasciarci davvero la testa.

Dolenti o meno, dovremo cominciare a  fare i conti con la vera realtà economica del Paese , cambiare abitudini e sottoporci anche a non poche “privazioni”.

Il crescente disagio sociale, ormai apertamente manifestato da tante categorie di lavoratori in tutta la Penisola, quindi, è motivato ed assai preoccupante.

La grave crisi economica nella quale siamo immersi fino al collo sembra tutt’altro che sotto controllo ed i suoi morsi, che già avvertiamo nella carne, sono sempre più profondi e laceranti.

Sembra non risparmiare nessuno, anche se, naturalmente, quelli che la subiscono maggiormente sono i soliti noti: cassaintegrati, disocuppati, precari, pensionati e lavoratori a basso e mono reddito.

Il quadro che ne viene fuori è drammatico. Mentre vi sottopongo queste mie riflessioni, continuano a chiudere decine e decine di fabbriche ogni giorno, altre delocalizzano la loro attività, altre ancora arrancano e si indebitano sempre più nel tentativo estremo di recuperare un po di mercato, pure in presenza della notevole contrazione della domanda.

Languono persino i supermercati e si stanno riducendo sensibilmente gli stessi consumi essenziali: quelli dei generi alimentari. Insomma, stiamo tirando tutti la cinghia. Siamo in piena recessione.

Se questo è vero, e lo possiamo testimoniare tutti, quello che trovo inaccettabile in un contesto simile è l’atteggiamento di coloro che della crisi, perlomeno della sua drammatica gravità nel nostro Paese, ne sono stati i responsabili.

Mi riferisco al comportamento di coloro, tanto per intenderci, che sino a due mesi fà -  dopo averci governato per 14 degli ultimi 17 anni, e per ben 8 degli ultimi 10 – ne negavano l’esistenza e sostenevano baldanzosamente che la nostra era solo una “percezione emotiva”, persino esagerata, ei che comunque ne saremmo usciti meglio e prima degli altri.

Di quei miserabili delinquenti, ora, perlomeno, sembra, ce ne siamo fortunatamente liberati.

Per necessità di forza maggiore -  e non con il voto o la rivoluzione, come sarebbe stato necessario se il nostro fosse stato un Paese normale – Napolitano, i Mercati e l’Europa ce li hanno “levati dai coglionii”. Messi alla porta,  senza però interdirli dai Palazzi del potere e prenderli a calci nel culo, come avrebbero più che meritato.

Infatti, sono tutti lì, al loro posto. Arroganti ed imperterriti come sempre. Seduti nelle loro poltrone d’oro, pronti a rientrare spavaldamente in gioco alla prima occasione favorevole. Aggufati come porci nelle loro stanze vellutate, intenti a sentenziare, condizionare ed impedire, sia in Parlamento con i loro sherpa che attraverso le minacce pubblicate sui loro mass-media, ai loro sostituti “… tecnici” di tentare di raddrizzare la barca, mettere le toppe alle numerose falle con la quale l’hanno lasciata e, financhè, pronti a manipolare, come stanno facendo attraverso i loro intermediari (talvolta occulti), i più ingenui di quei tanti cittadini disperati che ora rischiano di affogare, immersi come sono nel gigantesco, lurido mare di cacca nel quale ci hanno lasciato.

Che questo sia il quadro veritiero della situazione è incontestabile e non può, o meglio, non dovrebbe sfuggire a nessuno. Sta sotto gli occhi di tutti e solo coloro che non lo vogliono riescono a non vederlo.

Per questo mi rammarico nel constatare, anche in larghi strati degli elettori di sinistra – storicamente, più accorti e preparati politicamente  rispetto ad altri -  atteggiamenti al limite del qualunquismo, critiche generiche e non mirate (a Monti anzichè a Berlusconi) nonchè, persino la voglia di buttare quel poco di buono che si sta facendo per salvare il Paese dalla bancarotta definitiva, affidandosi e/o seguendo – come sta accadendo in Sicilia (ma non solo) – taluni emergenti capi-popolo, di dubbia provenienza politica e fors’anche con stretti legami malavitosi, intenti a … riclicarsi.

E questo, francamente, è grave.

Guglielmo Maccione



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