Magazine Opinioni

Sognare Mazzini

Creato il 18 marzo 2011 da Parolecomplicate

La cosa che fino a ieri mi ha fatto sentire più italiano di tutte è stare all’estero. Dove, a differenza della maggiorparte degli expat italiani (maestri di soluzioni e di noia), amavo in modo nuovo la mia terra e basta.

Ieri stavo passeggiando e ho trovato una cosa che mi fa sentire ancora più italiano. Si tratta di un ragazzino cinese, sui 13, che sembrava davvero cinese. Mi ci sono avvicinato per caso, tram comuni. Lui si gira verso una sua amica che sembrava davvero italiana, e le rivolge un elegante: “Figa, che palle ‘sti mezzi!”. Che vuol dire tipo “accidenti, come mi annoia aspettare l’autobus”. Ho pensato da subito che mi sembrava di essere a Londra, dove persone che sembrano davvero non di Londra e invece sono di Londra parlano il londinese, prendono il té, e cose così. Poi mi sono detto, “Perché Londra?”. Perché non Torino, Milano, Roma.

Alla sera sono piuttosto stanco ultimamente, dev’essere l’età. Mi sono disteso sul mio divano verde e ho acceso il sito del corriere. Ho visto che la notizia principale di ieri è che alcuni consiglieri di qualcosa si sono messi con le loro scrivanie per strada, a far vedere che a loro di questo posto qui non è che gliene frega poi tanto. Sono gli stessi che sobillano masse sterminate di ottantenni contro chiunque non sia lumbard da almeno 10 generazioni, gli stessi che tuonano contro i cibi etnici e vanno nei vagoni a spruzzare il disinfettante alle stesse puttane che poi invitano a cena.

Ieri sera era una serata un po’ così e ho scritto una mail. “Cari consiglieri di qualche cosa con la scrivania sulla strada, voi e la gente come voi tenta da 15 anni di farci ritornare indietro. Solo che non è possibile, quindi stiamo fermi. Cari consiglieri di qualche cosa, io capisco che a voi da un po’ gira bene perché il vostro è un lavoro facile facile, ma io vi voglio raccontare di un mio amico. E’ cinese, ed è molto più giovane di me. Mentre aspettavamo il tram, proprio ieri, lui non mi rivolto parola ma ha capito che era una giornata un po’ particolare. Senza neanche saperlo mi si è avvicinato e mi ha detto di stare tranquillo, di non farmi il sangue amaro per niente. Ché la storia ha i suoi momenti e i suoi colori. Ché per fortuna siamo in mezzo a qualcosa che non ci appartiene e che non controlliamo. Ché anche se ultimamente, non capisco come, c’è dello spazio anche per gente come voi, basta chiudere gli occhi e aspettare che passi. E’ solo questione di tempo.”

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog