Magazine Opinioni
E’ tempo di amministrative. Tuttavia, in questo 2012 caratterizzato da mille stranezze (e se i Maya ci avessero visto giusto?), la situazione è molto differente dal passato. I partiti, o quel che ne resta, sono al minimo storico (a quanto pare solo il 2% degli italiani crede ancora alle logiche tradizionali). E soprattutto si parla sempre più spesso di antipolitica. Innanzitutto vorrei far notare che uno dei personaggi maggiormente accusati di populismo, demagogia e tutto ciò che ne consegue, ovvero Beppe Grillo, altro non è che un comico: in quanto tale i suoi ragionamenti, che comunque hanno quasi sempre un fondo di verità, sono iperbolici. Fin dal Medioevo i giullari allietavano le Corti “insultando” tutti, Re compreso. Non si è però mai verificata la situazione opposta. Ma come dicevo, questo 2012 è un anno strano e quindi è successo che pure il Presidente della Repubblica, che ci è sempre stato descritto come una persona tutta d’ un pezzo, si sia lasciato andare, seppur non esplicitamente, a commenti non proprio lusinghieri nei confronti del comico genovese. Evitando ulteriori approfondimenti sulla “situazione Grillo”, quello che realmente dovrebbe interessare (e, a mio avviso, far piacere) è la ritrovata voglia di occuparsi della cosa pubblica riscontrabile in molti cittadini. Gli scandali riguardanti diversi partiti hanno, se possibile, aumentato il bisogno di rinnovamento nella parte sana (quella onesta, che lavora e paga le tasse) della società dando forse la spinta decisiva verso la caduta della II Repubblica (che sembra essere la brutta copia della Prima: la percentuale di delinquenti non è mutata ma, se un tempo lo si faceva per il partito, adesso lo si fa per fini personali). Chiaramente il vero test saranno le elezioni politiche del prossimo anno, ma credo che dalle urne usciranno comunque risultati che potrebbero far ben sperare. Quello che più conta è però la volontà di rimettere al centro del dibatto politico temi concreti e inerenti alla quotidianità. E’ inutile che i “piani alti”, supportati da una buona fetta di stampa, additino chi vuole darsi da fare di essere un sovversivo nemico della democrazia. La vera antipolitica è rappresentata dalle tangenti, dalla corruzione, dalla collusione con la mafia e da tutte quelle situazioni che troppo spesso riempiono giornali e telegiornali. Già a partire dai referendum dello scorso anno si è diffusa nel Paese una crescente voglia di cambiare le cose. L’impressione è che questa classe politica (o forse è più corretto parlare di politicanti) abbia paura del cambiamento. E si sa: il cambiamento fa paura solo a chi non è pronto ad affrontarlo.
Carlo Battistessa
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