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Sophie Kinsella, Fermate gli sposi! Una recensione non convenzionale

Creato il 04 ottobre 2013 da Sposenonconvenzionali

Questo non è un vero e proprio post sponsorizzato, Mondadori mi ha inviato il libro “Fermate gli sposi!” di Sophie Kinsella. Hanno scelto me forse perché ho un blog che tratta di matrimoni, anche se mi sento sempre più lontana dalla semplice definizione di wedding blogger. Parlo veramente di matrimoni nel blog? E’ solo l’input per riflettere con voi dei massimi sistemi tra i quali la condizione della donna e di diritti LGBT.

Ho accettato di riceverlo, leggerlo e recensirlo solo se avessi avuto la piena libertà di scrivere quello che veramente pensavo e così sarà in questo post. Sono una lettrice vorace, rapida e appassionata. Leggo di tutto: da JK Rowling, ai grandi classici, romanzi storici, gialli e fantascienza passando per saggi di storia delle donne e di genere, ma non mi era mai capitato di leggere Sophie Kinsella. All’inizio era per pregiudizio e spocchioseria, chissà che robaccia per donne, roba da lavaggio del cervello per perpetuare stereotipi contro i quali combatto ogni giorno, chissà com’è scritto male per essere letto da così tanta gente. E con questa autrice, dopo la Rowling e Stephen King, ho capito che devo proprio rimettere mano alla mia teoria presuntuosa sui best seller. Se tutte e tutti li leggono, ci sarà un motivo.

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Nel frattempo, sulla mia pagina FB ho avuto la conferma che Kinsella la leggono tutte. E piace a tutte.

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commenti tratti dalla pagina Facebook di Spose non Convenzionali

Già dalla lettura del mio post e dai commenti potete capire che qualcosa in me è scattato. Non mi permetto di dare giudizi senza prima leggere. Al massimo, non compro il libro in questione, ma non ho mai detto Moccia fa schifo. Non l’ho letto e probabilmente mai lo leggerò. Un giorno con il mio amico editore Cristiano Armati e la mia amica libraia Brina Kenny abbiamo passato una nottata a discutere sul male dell’editoria e non abbiamo trovato nessun accordo. Ma questa è un’altra storia.

Sophie Kinsella. Fermate gli sposi! Mondadori. 2013, 379 p., rilegato. Prezzo di copertina € 20,00. Ebook, € 9,99.

TRAMA (senza spoiler): “Fermate gli sposi” è la storia di Lottie, una donna affermata nel lavoro, cresciuta grazie al sostegno della sorella maggiore Fliss, aveva un fidanzato di nome Richard che vorrebbe diventasse suo marito ma che non avendo ancora focalizzatole i tempi e le ragioni del grande passo lascia. Lottie decide di rifugiarsi in qualcosa che la faccia stare bene e alcune coincidenze la portano a dedicarsi al suo passato, precisamente alle sue vacanze in Grecia e al suo primo amore, Ben, un tempo in cui la giovinezza e la spensieratezza erano il motivo originario di cotanta bellezza. La trama è scoppiettante, sembra di leggere il copione di una bella commedia holliwoodiana o anglosassone.

La paura che avevo prima di leggere questo libro era di trovarmi di fronte a sfondoni moralistici riguardo a ciò che bene per una donna ovvero per essere felice e affermata devi trovarti il principe azzurro e sfornare una quantità di marmocchi. Ci sono vari punti di vista, forse tra le righe c’è anche questo desiderio, o forse semplicemente l’autrice esprime la necessità degli individui di condividere la propria vita con qualcuno. Per il resto, le figure femminili, pur nelle loro fragilità, sono molto forti e pur nei loro errori, il loro scopo principale non è affermarsi attraverso un uomo ma partendo da se stesse. Per questo il mito di fondazione della comprensione delle proprie capacità, per Lottie, è il salvataggio da un incendio nella pensione di Ikonos di un gruppo di ragazzi grazie alla sua leadership. Ci sono dei momenti che le nostre scelte fanno la differenza e queste provengono solo dalla forza che abbiamo in noi. In “Fermate gli sposi” non ce l’ho fatta a parteggiare per nessuno, ti sembra che ogni persona prenda delle decisioni avventate, assurde e di pancia, proprie della storia di quel personaggio ma allo stesso tempo sento che tutti potrebbero essere potenzialmente miei amici per l’umanità le loro azioni raccontano.

La prosa di Kinsella è asciutta, rapida, leggera. E’ semplice ma non appiattita dalla mancanza di consecutio temporum e di congiuntivi. Non è ricca di termini ricercati e complessi però è gradevole, a volte pecca in abbondanza di punti esclamativi. Forse dopo l’ennesimo libro, Kinsella potrebbe lanciarsi in una scrittura più matura di cui sicuramente è capace: la trama e gli ingredienti per rapire la lettrice li conosce tutti, la prossima sfida per Sophie Kinsella potrebbe essere un libro accattivante per uomini e per donne.



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