Forse il film meno riuscito della regista spagnola Isabel Coixet, Another Me è un thriller psicologico dai risvolti noir e soprannaturali che vede protagonista Fay, un’adolescente la cui vita viene sconvolta quando inizia a sentirsi perseguitata da un suo doppio che sembra volerle rubare vita. Il film, che è stato presentato in concorso al Festival di Roma non raccogliendo i favori della critica, è stato accompagnato alla sua première romana dalla regista, la protagonista Sophie Turner (nota per la serie tv Il trono di Spade), l’attore Gregg Sulkin (famoso per aver partecipato alla serie I maghi di Waverly) e l’attrice Leonor Waitling. Insieme a loro, in conferenza stampa, anche i produttori Rebekah Gilbertson, Nicole Carmen-Davis e Mariela Besuievsky.
Isabel Coixet, come nasce Another Me?
Isabel Coixet: Era tantissimo tempo che io e Rebekah Gilberston volevamo fare un film insieme. Poi quattro anni fa lei mi ha regalato il romanzo di Cathy Mcphail, l’ho letto e ho pensato: devo farne un film. Così ci siamo messe a lavorarci.
Di solito il noir è un genere prettamente maschile, ma in questo caso, dalla produzione alla regia fino agli interpreti, si tratta di un progetto tutto al femminile…
Isabel Coixet: E’ una questione che mi porto dietro dall’inizio della mia carriera. E’ normale che il mio essere donna mi porta a fare i film con uno sguardo diverso rispetto a un uomo. D’altronde quando giri un film, lo fai mettendo dentro la tua storia, la tua vita. Io lavoro benissimo con le donne, ma anche con gli uomini intelligenti e simpatici.
In film come questo, solitamente il mistero si svela solo alla fine, qui invece si sa tutto subito, perché questa scelta?
Isabel Coixet: La domanda che mi sono posta prima di girare il film era: come viviamo con i nostri fantasmi? Poi c’era il fascino di ambientare la storia in una casa, in un luogo chiuso. Io comunque quando vedo i film di mistero io capisco immediatamente come va a finire. Per questo forse ho deciso di concentrarmi sui personaggi e su come vivono il rapporto con il loro passato.
Sophie Turner, dopo Il trono di Spade, questo film segna il tuo esordio nel lungometraggio cinematografico. Come ti sei trovata?
Sophie Turner: Per me è stato entusiasmante, anche perché ho avuto la possibilità di lavorare con una regista straordinaria. Sono passata dal lavorare in una produzione enorme come Il trono di Spade, ad un gruppo di lavoro più ristretto, con cui ho legato subito. Another me per me ha segnato un cambiamento importante, anche perché dopo anni di set in costume ho potuto indossare jeans e maglietta.
Girando questo film ti sei sentita liberata dal personaggio di Sansa de Il trono di Spade?
Sophie Turner: Sansa è un personaggio depresso e piange sempre, avevo bisogno di allontanarmi un po’ da lei. E’ stato come uscire dalla porta laterale de Il trono di Spade per un po’ di tempo, e devo dire che è stato molto bello.
Isabel Coixet, in questa storia di fantasmi è stata influenzata dal cinema giapponese?
Isabel Coixet: “Adoro i film di fantasmi giapponesi, ma credo che più che dal cinema il mio film sia stato influenzato dalla letteratura giapponese, da autori come Banana Yoshimoto e Haruki Murakami che scrivono proprio storie di fantasmi. Come nei libri di questi scrittori, anche noi nella vita di tutti i giorni dobbiamo fare i conti con dei fantasmi. Nonostante la sua anima da thriller,Another Me propone una riflessione su come interagiamo con questi fantasmi di persone che hanno avuto a che fare con noi.
Nel film sembrano esserci richiami al cinema di De Palma e anche a Black Swan…
Isabel Coixet: Negli ultimi tempi ho parlato spesso con De Palma, e quando gli ho raccontato il film mi ha detto: “E’ come Fascination con un atteggiamento moderno”. Ed io gli ho risposto: “il tuo film era Hitchcock con un atteggiamento moderno”. Su Black Swan non penso ci siano dei punti di contatto anche perché lì la protagonista è pazza mentre nel mio è una ragazza normalissima alle prese con un mistero.
Di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net
Foto: Federica De Masi per Oggialcinema.net