Come vi avevo detto, a fine maggio ho traslocato da Torino periferia (di fianco al Giuvventus Stadium,e, specifichiamo, un H&M e un ristorante giapponese raggiungibili a piedi…o grande dea del calcio italiano, perchè proprio un anno prima che traslocassi hai creato tutto questo??) a Torino seconda cintura, vicino a Chivasso, nel bucolico Verolengo (nome in codice: Gabber City) 5.000 anime in mezzo alla campagna e manco una linea adsl funzionante (partiamo male).
I giovani di Verolengo.
Come ho già scritto più volte sulla pagina facebook, (in un disperato tentativo di non uccidere i miei e di calmarmi pensando alle cose positive) ci sono un tot di cose positive,e, avendo noi completamente ristrutturato la casa di mia nonna, abbiamo deciso di fare le cose in grande, QUINDI: pannelli fotovoltaici,cambio scala interna, doppi servizi (tripli se consideriamo anche quello al piano terra), doppia cucina (mia madre: la cucina vecchia non sta bene sopra,è sacrificata…facciamone due, cosi se hai sete non devi far le scale!e poi si lamenta che non si muove mai…)due cabine armadio (di cui una solo mia…buahahahahahha),studio, lavanderia, terrazzo,ecc.ecc.
Visto l’elenco qui sopra, uno non dovrebbe avere troppi problemi a sistemare le cose di 94 mq in tutto questo spazio…e qui viene la parte divertente, perchè (scrivetevelo e memorizzatelo) UN TRASLOCO NON è MAI MAI MAI MAI MAI (MAI) SEMPLICE COME UNO IMMAGINA. MAI. Perchè? elementare Watson! Parti convinto che “tanto faccio un bel ripulisti, tolgo tutta la roba che non uso” e finisci con ” no aspetta, la friggitrice può essere utile, teniamola!” (N.B: non veniva usata da 20 anni e io ne ignoravo l’esistenza,tanto da credere fosse finita nel buco nero dei calzini spaiati!). La stessa solfa vale per il mio armadio: “Ma quella maglietta non la metti dai tempi delle medie!!” “Quindi??magari domani ho voglia di metterla, e se non c’è vado in crisi!” ( si sono affetta dalla sindrome del: Devo Avere Mille Cose Dietro per Cambiarmi perchè Se quella che Voglio non c’è Vado in Crisi…detta anche sindrome di DAMCDCSVVC).
Accumulo di schifezze a parte, era arrivato finalmente il giorno in cui bisognava traslocare. Ovvero il giorno in cui, almeno in teoria, tutti gli scatoloni dovrebbero essere chiusi, i mobili vuoti e tutto dovrebbe essere pronto…appunto, dovrebbe. Perchè in realtà la sera prima ti aggiri come un fantasma per casa e vai avanti fino alle 3 di notte per riempire le scatole con le ultime cose rimaste, chiedendoti se in realtà il tuo appartamento non sia una porta oscura su un regno di articoli casalinghi, da cui si rovesciano tutte le cose possibili immaginabili che non osavi neanche pensare di avere(gelatiera elettrica degli anni ’70 docet).
In qualche modo comunque siamo riusciti a superare la notte, e ad alzarci la mattina dopo alle 7 (gli omaccioni del trasloco arrivano alle 8 in punto) per iniziare a caricare la macchina con tutto ciò che dovevamo portare giù noi…E questa parte è stata mooolto divertente perchè doveva essere una cosa del tipo: “Ma si mettiamo tutto sul camion e poi portiamo giù noi due/tre cose oltre al gatto” per poi finire a fare la spola tra Torino e Gabber City per i tre giorni successivi con la macchina stra piena di roba (il top l’abbiamo raggiunto per portare giù la scala…quasi due metri di altezza, sempre a causa di mia madre che disse: “cosi è comoda per tirare giù le tende” il risultato: è impossibile spostarla senza incornare soffitto, porta,mobili e caviglie altrui) e la speranza che la municipale non ci fermasse per carico eccessivo.
Dopo questi mesi la situazione stà iniziando a normalizzarsi: quasi tutti i lavori di rifinitura sono finiti, e gli scatoloni sono quasi tutti vuoti …a buon punto ….ancora in buona parte fermi che ci fissano.
L’ ironia di fondo in tutto questo è che, all’alba di fine luglio, ci siamo accorti che hanno smarrito lo scatolone con i piatti fondi, quelli normali che usano tutte le famiglie…Ergo mangiamo tutt’ora nei piatti formato pizza, a quasi due mesi dal trasloco. Ma la situazione è sotto controllo, giuro.
Ora vi saluto che il mio libro di inglese mi guarda male…
A presto,
ele.