Teresa,
in queste voci non trovo le tue labbra, in questo vento io non sento il tuo respiro; e mi domando quanto lontano, e immenso, sia quel mare che ogni giorno ha la pazienza di dividerci, coi suoi mille umori a noi indifferenti, tra i nostri sospiri affranti che non lo scuotono di un soffio. Immagino il tuo petto sollevarsi ed abbassarsi sotto un lenzuolo di pieghe di luce, con l’alba che entra da quel balcone sospeso nel cielo – il cielo di un paradiso lontano, un paradiso di acqua e terra. Troppo lunghe sono le ore di questi giorni, e troppo leggeri e fragili i tuoi pensieri; tanto che non mi arrivano, e si perdono nella brezza e tra gli alberi, e sui continenti, e scorrono come brividi lungo schiene sconosciute, e cadono nel buio degli occhi di qualche straniero, in cui ti perdi per pochi minuti confusi.
E ogni mattina io cerco i tuoi occhi, Teresa, sulle increspature e sulle onde di questa distanza blu e smeraldo; e accarezzo il tuo corpo col raso della tua vestaglia bianca, e gioco sulla tua schiena perfetta con mille fili dei tuoi lunghi capelli neri.
Ti immagino al balcone, immersa nell’aria ferma e gelida del mattino; e vorrei scuoterti negli spasmi del mio tormento, nella silenziosa folle bufera che osservi al sicuro, dietro il vetro dei tuoi occhi… Vorrei infrangere quelle enormi finestre della tua anima e fare mio tutto ciò che vedi, e tutto ciò che hai visto; vorrei rubare la luce che ogni giorno ti disegna su uno sfondo diverso da tutto ciò che vedo, e da tutto ciò che ho visto…Teresa!
La vita senza te è tragedia e morte; ma se tu non fossi mai stata, allora che senso avrebbe avuto questo mare, e dove avrebbe trascinato le sue nuvole il vento? Teresa, senza il tuo nome, quanto sarebbero sterili queste mie parole, quanto sarebbe arida questa terra, e gracile questo mio male, e comune questo mio sentire?
Da te non voglio uno sguardo, o un bacio dei più appassionati; da te non voglio l’amore, Teresa, l’amore dei sussurri e delle confessioni; da te voglio la vita, Teresa, la vita! La vita tua, e mia; e la vita di questo mare inquieto e di questo vento senza pace, e di queste distese di sabbia, e di uomini, e di luce e di follia, e di tutto quello che intorno a me chiama, e freme, e con tutta l’anima e con tutta la forza, nelle mie viscere e nella mia testa, grida: Teresa!
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