La storia che racconteremo oggi ai nostri lettori è una di quelle vicende che lasciano piacevolmente sorpresi, che danno il senso di quanto la passione per qualcosa possa da sola trasformare un sogno in realtà nonostante tutte le difficoltà oggettive. Parlo di difficoltà oggettive perchè la vicenda di cui ci occupiamo oggi riguarda un giovane programmatore di software ed è ambientata in Sicilia, che non è di certo nota per essere la nuova Silicon Valley.
Salvatore Sanfilippo scopre la sua passione per i computer durante il boom economico degli anni '80, quando il padre compra uno ZX Spectrum (storico rivale del più rinomato Commodore 64) e lo piazza in casa. A quel tempo i computer non erano diffusi ed iper utilizzati come oggi; va da se che lo scambio di informazioni e le occasioni di crescita in materia erano nettamente più limitate rispetto a quelle odierne. A Campobello di Licata però, ove è nato e cresciuto il giovane programmatore di software siciliano, furono in tanti, tra cui proprio suo padre, ad appassionarsi alle potenzialità dei nuovi calcolatori e dei software più moderni, le aule d'informatica nelle scuole cominciarono a riempirsi di computer e, nella biblioteca comunale, si potevano frequentare corsi di programmazione. Un caso particolare insomma, una serie di fattori diversi, uniti da particolari circostanze, hanno contribuito a foraggiare un interesse che non era tra i più semplici da coltivare a quel tempo, a maggior ragione in un paesino sperduto di poche migliaia di abitanti nella Sicilia di 30 anni fa.
Si iscrive all'università di architettura a Palermo, ma il vizio di smanettare col pc, ora anche su internet, gli apre un mondo. Trova una falla nei sistemi Unix (un problema di sicurezza in sostanza) e la pubblica sul web; poco dopo lo chiamano da Milano per proporgli un'offerta di lavoro: saluti all'università.
Adesso l'esperto di software siciliano è tornato nella sua Campobello di Licata (a Milano ha resistito non più di 6 mesi) ed ha sviluppato in Sicilia diversi progetti che gli hanno permesso di ramificare una vasta mappa di contatti nel Nord Italia e all'estero. Dedica il suo tempo allo sviluppo della sua ultima e più fortunata creazione, Redis, un particolare tipo di , usato da Twitter, Yahoo, The Guardian, Instagram e altri colossi del web, che rende immediatamente visibili una maggiore quantità di dati rispetto ai normali DataBase. Questo suo progetto ha avuto la sponsorizzazione di una società americana, Pivotal, pertanto il suo lavoro è oggi coadiuvato da altri esperti pagati dalla società statunitense.
Se gli si chiede cosa abbiamo in meno rispetto agli altri paesi, Salvatore da una risposta molto chiara e netta: "Noi non abbiamo niente in meno degli altri paesi [...] Il nostro patrimonio di storia e creatività può essere risvegliato e utilizzato per competere con gli altri ai massimi livelli. Basta solo liberarsi dalle catene culturali che ci siamo creati da soli negli ultimi decenni".