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Tagli agli ospedali, assunzioni a Palazzo Chigi

Creato il 07 luglio 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

La manovrina (pardon, il decreto susseguente alla spending review) amputa porzioni di sanità pubblica e tribunali. Promette di ridurre il numero degli impiegati statali. Ma se conosci Mario Monti, puoi farti assumere a Palazzo Chigi…

Tagli agli ospedali, assunzioni a Palazzo Chigi
C’è un settore che non conosce crisi e che non viene toccato minimamente da revisioni di spesa, aumenti di iva, benzina alle stelle ed altre diavolerie del genere. Questo settore che, a dispetto dei proclami che vogliono tagliare province e ridimensionare i trattamenti economici dei parlamentari, è ancora il più ambìto è ovviamente quello della casta. Era indispensabile che dopo secoli di malgoverno, qualcosa dovesse accadere. E gli unici a poter effettuare quei tagli, che lustro e voti portavano alla casta (si pensi al bagaglio sanità e alle province istituite ad hoc, per poter rimpinguare una macchina amministrativa con tendenze al vampirismo) erano i “tecnici“, quelli che non si presenteranno mai a riscuotere i voti alle urne perché non prenderebbero nemmeno quello della moglie e dei figli.

La buffonata della spending review, quella architettata da Mario Monti per riesumare Bondi e dare l’illusione della sovranità ai cittadini che seguono la vita pubblica da dietro un pc,  sguaina la lama dei tagli ai settori che vengono considerati più esosi per le finanze pubbliche. Quella minaccia intrisa di assurdità diviene realtà: il posto fisso non esiste più, come dicevano la Cancellieri, la Fornero e Monti, tre tra i peggiori ministri che la storia italiana tenga a memoria. Il taglio dei diciottomila posti letto è da inscrivere nell’opera di demolizione dello stato sociale cui stiamo assistendo da otto-nove mesi a questa parte.

Siamo certi che la sanità, nelle località in cui gli ospedali chiuderanno i battenti, non verrà ridimensionata: magari qualche nuova clinica privata apparirà sul mercato, offrendo i propri servizi dietro il pagamento di una somma di denaro. E’ il via alla privatizzazione della sanità, siamo già pronti al prossimo passaggio di cui temiamo l’applicazione. Sanità e mercato è un’antinomia dei nostri tempi, quella su cui esperienze statali come gli USA vorrebbero fondare la loro tradizione democratica.  Nello stesso momento in cui si fa dipendere la sopravvivenza degli uomini dal loro portafogli, è evidente che il mondo prenda a girare nel verso dei ricchi.

Le province verranno ridotte: ci crederemo nel giorno in cui vedremo la dismissione di quegli inutili carrozzoni, fornaci di denaro pubblico che consumano risorse tra impiegati inutili e auto blu indiscriminate. Anche la semplice riduzione degli enti provinciali non è paragonabile al beneficio che avrebbe tratto, l’Italia, dall’eliminazione dell’istituzione: se qualche illuso crede che nelle province tagliate non rimarranno uffici distaccati, verrà probabilmente sconfessato. Noi di IPQMP siamo un po’ pessimisti, ma i fatti finiscono spesso col darci ragione.

I tribunali inoltre, verranno riorganizzati: sarà più difficile ottenere giustizia, verranno chiuse 37 strutture, tutte le sedi distaccate e anche 38 procure e l’organico dei giudici di pace diminuirà di 674 unità. Permane un certo grado di discrezionalità: se un tribunale si occupa essenzialmente di zone ad alta concentrazione criminale, potrà rimanere attivo anche qualora disponga di un numero di magistrati inferiore a quello richiesto per restare operativo.

Ma c’è ancora una speranza. Ovviamente, per averne una, bisogna altresì poter contare sulla conoscenza giusta per poterne fare tesoro, un po’ come quando, per entrare in provincia nei tempi delle clientele dorate, dovevi essere amico degli amici. Infatti è di ieri la notizia della fresca “assunzione” di due nuovi sottosegretari nel governo Monti: Antonino Gullo (penalista bocconiano) e Sabato Malinconico, più famoso per essere ricompreso in raccolte che trattano i peggiori accoppiamenti nome-cognome in Italia, che per la sua attività a Palazzo Spada.

Complimenti al governo Monti che ha almeno il buon gusto (o l’abitudine?) di approvare i provvedimenti impopolari a notte fonda, forse per non sentire l’echeggiare dei “vaffa” che il popolo rivolge costantemente ai propri governanti.

Paga chi ha sempre pagato. Di riduzione dei privilegi non se ne parla mai.


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