Il bello di essere grafomani è che a distanza di anni nei tuoi vecchi quaderni mai finiti puoi ritrovare qualche tuo schizzo o qualche tuo appunto che a rivederli o a leggerli dici “ma, cazzo, sono davvero io?”. Così sfogliando un monolitico moleskine a pagine bianche che avevo intenzione di riempire di disegni e di interessanti annotazioni (infatti, da megalomane quale sono, l’avevo intitolato Il Grande Zibaldone) ho trovato i miei appunti di cartomanzia. Sono del 2005: all’epoca avevo acquistato un voluminoso saggio di Jodorosky intitolato “Tarocchi”. Nel libro viene proposto verso le carte un approccio quasi filosofico-esistenziale: si tratta di tarologia, più che di cartomanzia, nel senso che i tarocchi devono essere utilizzati più come un tramite per entrare in sintonia col consultante e per aiutarlo a comprendere il nocciolo essenziale del problema che lo affligge.
Allora cercai di seguire i suggerimenti del buon Jodorosky affidandomi ad una lettura più istintiva seguendo l’ispirazione del momento, e, chissà perchè, decisi di segnare sul mio moleskine il risultato della mia auto consultazione. Ora rileggendo quanto avevo scritto mi rendo conto che quello che mi ero detta ha molto senso.
Avevo disposto gli arcani maggiori in tre file da sei e una da quattro.
La prima fila,il passato, comprendeva il Matto, il Carro, il Diavolo, la Ruota, La forza e la Giustizia
La prima cosa che mi colpì fu che tutte le figure avevano il volto posto di fronte a me, a parte il Matto e la Forza con lo sguardo verso destra.
Il Matto, numero zero del mazzo, dava l’incipit a questo flusso del tempo passato, probabilmente segnato da quello che l’arcano rappresenta, cioè l’energia vitale della giovinezza pronta a salire sul Carro guidato da un uomo giovane, intelligente, dominante, che ha un potere seduttivo tale da creare quasi una dipendenza affettiva, rappresentata dal Diavolo. Ma poi qualcosa cambia (Ruota dell fortuna) e io (la Forza) decido di dare le spalle a questo passato afferrandolo per le fauci e guardare a me stessa come protagonista della mia vita (la Giustizia)
Nella seconda fila, il presente, erano presenti la Papessa, l’Imperatrice, l’Innamorato, il Giudizio, le Stelle e l’Appeso.
Le due donne che guardano l’una a sinistra e l’altra a destra, una verso la contemplazione e l’altra verso l’azione avevo pensato che potessero essere due sorelle che non riescono a comunicare. L’Innamorato rappresentava a mio avviso il ritorno dell’equilibrio, segnato da uno squillo di tromba, simbolo di nuovi progetti, nati sotto una buona stella (infatti da lì a poco ci sarebbe stato il trasferimento a Milano con Paola, la SSIs ecc..)
L’ultima fila, il futuro, aveva il Mondo, l’Eremita, l’Imperatore, il Papa, la Morte e la Temperanza.
Come il passato era iniziato con la carta numero zero così il futuro iniziava con l’ultima carta degli arcani il Mondo. La fine di un ciclo, segnato dalla realizzazione di un progetto sempre cercato a lungo e con fatica (l’Eremita) e che presto sarebbe diventato qualcosa di stabile (l’Imperatore, numero IIII) per poi avere un pieno sviluppo (il Papa numero V). CI sarebbe stato ub salto, una trasformazione radicale che avrebbe portato equilibrio.
Il verdetto finale era che io coltivavo dei progetti che avevano solide basi, che avrebbero avuto una realizzazione esplosiva improvvisa alla quale avrei guardato con paura.
Beh il mio progetto era quello di insegnare e la vincita del concorso (improvvisa) ha decretato la definitiva consacrazione di quello per cui avevo lavorato e studiato. La paura è un sentimento che mi accompagna sempre perchè temo di fare sempre le scelte sbagliate, temo ciò che non conosco, temo le separazioni. Nelle consultazione non ho visto Tylde…però nella carta del matto, quella che era nel passato, c’è un cagnolino: forse mi ha inseguito col Carro arrivando fino in cima al Mondo.
Tutto questo non mi fa certo pensare che le carte magicamente mi abbiano rivelato il mio futuro ma che semplicemente siano state uno strumento attraverso il quale una volta tanto ho ascoltato la voce della mia crespa anima, che sarà pure crespa, ma, comunque sia, ha sempre ragione.