Magazine Cucina
Si potrebbe restare in tema di farine inusuali. Perché no?
Rimanendo anche in tema Castelluccio (vedi post precedente), ecco la farina di lenticchie.
“Di lenticchie?!” esclama Camilla
“Eh, di lenticchie”
“Strana” dice Giorgio
“Eh, strana. Ma niente male. Le lenticchie danno alla frolla un retrogusto di cioccolato interessante. Anche una consistenza particolare. E poi le lenticchie fanno molto bene alla salute.”
L’ultima osservazione, che poco c’azzecca, mi procura lo sguardo di divertito compatimento di Teresa. Mai che me ne facesse passare una, uffa. “Beh, ma non vi ho incuriosito?”
Ceeeerto che sì.
Le dosi sono per 8 tartellette
Ingredienti per la “strana” frolla:
150g di farina bianca 00
50g. di farina di lenticchia
1 uovo
100g di burro
Un pizzico di sale
Per la crema pasticcera:
2 tuorli
50g. di zucchero
20g di farina
¼ di latte
Inoltre:
200g. di panna montata
Cioccolato bianco
Gelatina al lime q.b.
250g. di mirtilli freschi
Credo che i jeans a la maglietta informe di Stefano vogliano dire tregua o qualcosa tipo “machissenefrega” perciò mi sento autorizzata, senza tema di rappresaglie, ad affidare l’esecuzione della “strana frolla” a Max. Il procedimento è il solito e le due farine mescolate dall’inizio: sabbiare farine e burro, poi zucchero, poi uova.
Mentre passo le uova a Max, prendendone una, lui mi sfiora la mano. L’uovo cade. È si rompe, chiaro.
Teresa sospira rassegnata, Caterina sospira perché non è sua la mano, Stefano sospira con aria di sufficienza e si augura che si ritrovi presto il senno, in questa cucina.
Giada esclama: “Oh! Che peccato!” e si riferisce all’uovo che si è rotto.
Il bello della vita e che riesce a contienere molteplici punti di vista.
La pasta deve riposare in frigo, come sempre. Anche io dovrei, forse, riposare un poco in frigorifero?
Come per tacita intesa di non belligeranza pure Max indossa una maglietta un po’ informe. Che sfortunatamente non nasconde niente (sic).
Beh.
Imburrati gli stampi per le tartellette queste vanno cotte a crudo, a 180° e per circa 20/30 minuti.
Chi fa la crema pasticcera? Giada? Speriamo bene. Monta le uova con lo zucchero, aggiunge la farina e il latte caldo, a filo. Io incrocio le dita di nascosto, lei mescola sul fuoco la crema, pochi minuti. Fatto. Wow, senza bruciare niente, versare niente, danneggiare niente e senza bruciarsi. Un miracolo!
Giorgio, che ha un’indomita passione per la meccanica, monta la panna nella planetaria, intanto che la crema si fredda, e mentre monta la panna osserva rapito la frusta che gira. Gira, gira, gira. Ipnotizzato.
Solo quando la crema avrà raggiunto la temperatura ambiente si potranno amalgamare crema e panna (ricordate il bavarese?) senza che la panna smonti. E questa è la crema chantilly.
Qui lo dico e qui lo nego: così è naturale e ben fatta ma se avete bisogno di un aiutino, se la torta la preparate con anticipo e avete paura che possa smontare, ecco (senza dirlo a nessuno) un trucco potrebbe essere quello di mettere un pochino di gelatina, come sostegno. Poca, mi raccomando, chè non si deve sentire e la crema deve mantenere l’effetto naturale. Per queste dosi 2 grammi, 3 al massimo. O.K.?
Ora che è tutto pronto possiamo montare i dolci.
Sul fondo dei gusci di frolla stendo un velo di cioccolato bianco fuso. Freddato il cioccolato, copro con la crema chantilly. Un po’ di gelatina di lime, a macchie, e finisco con la crema. Decoro con i mirtilli lucidati con un poco di gelatina di lime sciolta con pochissima acqua sul fuoco (solo per bellezza. Nelle foto detta bellezza si vede poco, purtroppo.)
Mentre i “ragazzi” farciscono tutte le tartellette vi do qualche nota:
Se non avete la gelatina di lime cuocete del lime tagliato a listarelle sottili in acqua e zucchero. Fate andare per una mezz’ora e fate rapprendere bene il liquido. Utilizzate fredda. È una versione veloce ma va benone, giuro.
Se non trovate il lime provate con il limone, che va bene ugualmente, o il cedro, che però ha forse troppe note amare. Del resto la crema chantilly è buona ma senza contrasto resta piatta e i mirtilli freschi hanno un sapore debole.
Naturalmente, in mancanza di farina di lenticchia, un pasta frolla normale andrà benissimo. Magari con un pizzico di cacao amaro nell’impasto.
Qui è piaciuta.
Chiudo la porta sull’ultimo sorriso e guardo il cielo inutilmente grigio e triste.
Stupide nuvole, non basterà così poco a guastarmi il buon umore.
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