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TeaTime: come preparare un perfetto tè all’inglese

Da Forchettinagiramondo @BrandiChiara

Scones con lemon curd, plum cake, shortbread…con queste bontà ci ha accolto l’amica foodie chocolate&tea addicted Monica Meschini alla sua degustazione di un autentico teatime. Non eravamo nel mondo ovattato ed elegante di un salotto della Londra vittoriana, ma nel nuovo negozio ReVapo, un piccolo rifugio per i veri degustatori di bontà rare e particolari: cioccolato Pacari, caffè della storica torrefazione Piansa, tè sfusi di qualità, liquori e distillati.
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Sabato scorso, giorno dell’inaugurazione, mi sono ritagliata qualche ora per apprendere da Monica tutti i segreti per preparare un autentico tea-time a casa, degno di un vero salotto della migliore lady inglese.
Inizio da una storia: ricordo di aver sempre bevuto il tè. Fin da piccola la mia zia Albertina spesso per merenda ci preparava il tè con il pane e marmellata o biscotti; crescendo, durante i pomeriggi di studio, mi piaceva fare un break con una tazza calda. Sicuramente ho apprezzato veramente il tè nei mesi del mio erasmus a Londra: il primo assaggio del latte al posto del limone (la mia landlady inorridì quando le chiesi una fetta di limone…), la scoperta di molte altre varietà oltre all’Earl Grey, l’odore dei tea-shop (dai più commerciali Whittard fino al tempio per me inarrivabile di Fortnum&Mason), la salvezza nel  ubriaco quando saliva la febbre. Uno dei souvenir di viaggio di cui vado più gelosa, sono appunto le due latte di tè di F&M. Poi, viaggiando, ho scoperto agli aromi di Mariage Freres nel Marais, ho apprezzato la Herba Mate argentina, ho degustato tè cinesi nelle peggiori fabbriche del Guandong, ho ammirando le preziose latte brillanti di TWG ad Hong Kong. Questo per dire che il tè è sempre stato nelle mie corde, anche se poi, alla fine, mi concedo il lusso di una tazza calda accoccolata sul divano solo in alcune domeniche pomeriggio.

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Tornando alla degustazione di Monica di sabato scorso, è stata quanto mail illuminante, oltre che molto gradita al palato!
Abbiamo iniziato con dei classici dolci: scoones, nella versione con e senza uvette, accompagnati da mascarpone, lemon curd, rasberry jam e marmelade (orange, of course). Per finire in bellezza l’assaggio dei dolci, un plum-cake all’arancio by Mannori che si sposava perfettamente con l’infusione fatta a regola d’arte del classico Earl Grey.
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Veniamo all’infusione: la regola per un tè perfetto è semplice ma non banale nella pratica. L’acqua deve sobbollire solamente e non raggiungere i 100 °C, altrimenti “violenta” le foglie e fa venire fuori la punta amara dei tannini; la teiera deve essere scaldata prima per evitare sbalzi termici per le foglie; il tempo di infusione varia, in base alla qualità ed anche al gusto personale, e si impara con il tempo, ma non deve essere troppo lungo altrimenti la bevanda si scurisce troppo e risulterà amara e troppo tannica. Per ciascuna persona va considerato un cucchiaino di te’, piu’ uno per la teiera! Insomma, pare facile, invece ci vuole esperienza. Un’ottimo trucco che ci ha svelato Monica: per deteinare naturalmente la bevanda, anzichè ricorrere a quelle che si trovano già pronte e che hanno subito un processo chimico, basta sciacquare le foglie più volte, ovvero fare più infusioni consecutive; già dalla seconda il livello di teina sara’ notevolmente ridotto in modo naturale.
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Ma l’ora del tè non si conclude certo con tre dolcetti. Per veri inglesi, questo è un pranzo vero e proprio, tanto che storicamente l’esperienza sociale dell’ora del te divenne in epoca vittoriana il momento del pasto per le classi contadine e meno abbienti che a quell’ora consumavano il vero pasto della loro giornata. Per cui, anche i piatti salati hanno ampio spazio in questa merenda all’inglese. Noi abbiamo degustato un ottimo Kedgeree, riso basmati indiano con salmone, prezzemolo, uovo e tanto tanto pepe. Ottimo in abbinamento con l’Earl Grey, un contrasto perfetto di aromaticità ed una completa compensazione dei gusti. E per concludere, i classici club-sandwich, con acciuga&cetriolini e prosciutto&cetriolini.

Un’ottima degustazione, condotta in modo professionale ed appassionante da Monica Meschini che ci ha portato, attraverso una bevanda e dei piatti in accompagnamento, a scoprire un rito che ha origini antiche e che ha segnato la storia di un popolo. Un rito che ancora persiste, sebbene con forme, dettagli e mode nuove, ancora oggi. Un rito molto giramondo perchè le vie del tè passano da tutti i continenti e raccontano di luoghi, popoli, usanze e culture molto diverse.
Tornando a casa, io ho interpretato “a modo mio” l’ora del tè: con una soffice torta ai fichi e mandorle a cui ho unito un tè che da molto tempo non bevevo, il Chai di Mariage Freres comprato tempo fa a Parigi…ma questa è un’altra storia e ve la racconto nel prossimo post…

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