Tema: Degnissimo padre

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Degnissimo padre,in questi giorni, chiusa nella mia stanza, ancora dolorante per le cinghiate che mi avete inferto, mentre nella testa chissà perché invece dei vostri insulti, sempre gli stessi ogni volta che mi battete, risuonano come una giaculatoria che non riesco a fermare, le urla disperate di mia madre che assiste immobile a queste scene, gridando e basta, senza muovere un dito, col risultato ogni volta di amplificare la vostra ira nei miei confronti, in questi giorni io ferma immobile seduta per terra, senza lavarmi, senza pettinarmi, senza leggere nulla, senza alzarmi quasi mai da qui, io ho pensato.Io sola qua dentro, aspettando due volte al giorno da mangiare senza nessun conforto tranne quello della Bibbia e delle altre letture che voi considerate adatte a una ragazza della mia età, ho pensato, se sia giusto infine sposarmi, così come voi desiderate per me, con un uomo che già detesto per il solo fatto che lo avete scelto voi, facendo infine cessare questa pratica di battermi ogni giorno per convincermi al matrimonio.
In questi giorni di solitudine, ho pensato se sia una soluzione praticabile per me, vagamente accettabile, acconsentire infine a questo passo, oppure invece, se sia più giusto chiudermi in un convento o ancora, se sia possibile tentare di scappare in città, magari rifugiandomi in un bordello per darvi finalmente soddisfazione, per tutte le volte che mi avete chiamata: puttana o troia o donnaccia. Oggi però dopo diversi giorni nei quali questi tre pensieri, sempre gli stessi, si sono rincorsi nella mia mente e non sapevo a quale votarmi, se a quello della resa, oppure a quello della fuga, io finalmente ho capito che cosa devo fare: io inizierò a pregare, come da sempre voi mi consigliate di fare.Pregherò Gesù Cristo, o Dio, o Allah, o Budda, o Maometto o qualsiasi altro Messia voglia ascoltarmi. Pregherò che vi sia tolto un giorno di vita, per ogni volta che mi avete picchiato.Pregherò che vi sia tolto un giorno di vita, per ogni volta mi avete insultato. Pregherò che vi sia tolto un giorno di vita, per ogni schiaffo che mi avete dato senza preavviso, e senza motivo, senza esitazione alcuna.Pregherò che vi sia tolto un giorno di vita, per ogni parola malevola nei miei confronti,per ogni umiliazione che mi avete inferto,per ogni sguardo torvo,per ogni smorfia di disgusto che si è dipinta sulla vostra faccia, dopo qualcosa che avevo detto e che non vi era piaciuta.Io sono sicura che da oggi stesso o al più tardi da domani mattina,se dio c’è in qualunque modo si chiami, inizierà a farvi assaporare il gusto della più rapida delle morti. Barbara GalliEsercizio di riscrittura da Paolo Nori

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