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Teniamolo d’occhio: Fabio Garagnani

Da Lacrespa @kiarastra

Il deputato Pdl Fabio Garagnani è uno di quei parlamentari che, al parlamento, ci vanno, fanno proposte e disegni di legge e si guadagna il suo stipendio col sudore della fronte. Fabio Garagnani ha una pagina web semplice e pulita dove la buona politica è lo slogan innovativo e d’impatto che rispecchia la visione politica del nostro eroe. Gargagnani ha una pagina anche su faccialibro seguita da ben 24 persone: pochi ma buoni.

 Nella sua bio si dice: Grande appassionato di storia con particolare riferimento ai rapporti, nel corso dei secoli, fra Stato e Chiesa ed al ruolo del Cristianesimo nella formazione della civiltà occidentale, ruolo negato da un certo laicismo che tende costantemente a delegittimare 2000 anni di storia dell’occidente.

E’ questo uno dei più grandi crucci del Garagnano, che  ha messo a disposizione la sua professionalità per intraprendere una battaglia che sottragga la scuola italiana dalle sempre più frequenti mistificazioni operate da un corpo docente sempre più impegnato a far politica che lezione.

 Nel 2008 l’impareggiabile Garagnani fa questa Proposta di legge intitolata : “Disposizioni per la valorizzazione dell’identità culturale cristiana nella scuola italiana” dove si dice che «la scuola, come terreno di sperimentazione di un approccio culturale ai temi dell’integrazione che, in nome degli ideali di accoglienza e solidarietà, ha di fatto cancellato nelle giovani generazioni non solo il ricordo del proprio passato, ma anche l’ancoraggio alle proprie radici culturali e spirituali».

E C’ha ragione! Perchè i bambini delle elementari devono imparare a condividere le proprie tradizioni con quelle dei loro compagni con cultura e religione diversa? Chi ha detto che la diversità è arricchimento?

 Nel 2009 il nostro eroe elabora questa ardita e rivoluzionaria proposta di legge, ovvero di abrogare il valore legale della laurea. Così egli argomenta tale proposta :«Abolire il valore legale della laurea significherebbe ottimizzare la gestione delle risorse, eliminare sprechi, distorsioni e « lauree facili », e porterebbe automaticamente a una concorrenza virtuosa che riguarderebbe ogni aspetto saliente del sistema formativo universitario. L’obiettivo è quello di un’offerta formativa di qualità e della promozione del merito, per una maggiore efficienza dell’università italiana, la cui riforma ormai avviata è diventato un fatto improcrastinabile. L’abolizione del valore legale del titolo di studio permetterà di accertare con maggiore rigore le competenze professionali di ciascun soggetto, che prima erano considerate comunque acquisite sulla base del diploma di laurea, e di effettuare selezioni e concorsi basati sul merito più che sul « pezzo di carta ».

Che c’ha ragione: esistono Università di serie A e Università di serie B, che laurearsi alla Bocconi non è come laurearsi a Bari, c’è differenza, ma la laurea ha uguale valore. C’ha ragione, c’ha. Ma non ho capito quali saranno i criteri per capire il merito…

 Nel 2010 Garagnaus sempre in linea col suo pensiero ha deciso di proporre una modifica all’articolo 33 che sancisce la libertà di insegnamento, che ribadisca il concetto secondo il quale gli insegnanti non devono inculcare idee politiche e fare propaganda politica in aula, perché la scuola pubblica deve garantire la circolazione della pluralità delle idee. D’accordissimo, ma perché ribadirlo? NON è OVVIO? E’ come se si dovesse sottolineare che chi siede al parlamento deve agire per il bene della comunità o chessò, che non deve essere indagato o avere avvisi di garanzia pendenti. E’ OVVIO NO?

Comunque poi prosegue parlando anche di scuole private e lì un po’ mi è sorto un dubbio, perché si dice:  «All’esigenza eventuale di un’istruzione ideologicamente orientata risponde invece la tutela del pluralismo scolastico, assicurata dalla Costituzione con la garanzia, accordata a enti e a privati, del diritto di istituire scuole e istituti di educazione e di esercitarvi liberamente l’insegnamento».

E quindi? Le scuole private disobbediscono all’art. 33? Sono anticostituzionali? Come la mettiamo? Non capisco sono un po’ confusa a riguardo.

Ora Sgaragnella ha assestato un altro bel colpo contro questa cultura di sinistra imperante che distorce le giovani menti degli studenti italiani e che scrive libri di storia parziali : l’esecutivo  ha accolto la sua “raccomandazione” per sostituire alla celebrazione della Liberazione quella delle prime elezioni politiche vinte dalla Dc.

Sì perché la Resistenza ha contribuito poco e niente alla nascita della Repubblica. E’ un mito della Sinistra, la Resistenza. Che poi i partigiani non fossero solo comunisti, ma anche cattolici, ex fascisti, anti fascisti o liberali sono solo leggende.

O il fatto che questi uomini abbiano dato l’esempio che, combattere per quello che è considerato un valore comune quale la libertà, fa superare le faziosità politiche e raggiungere obiettivi utili ad un intero Paese, sono altre leggende, ammettiamolo

O che la Costituzione abbia obbedito a questo principio di pluralismo per essere specchio di un popolo intero, bufale belle e buone. Meglio il 18 aprile: questa sì che è una data tatuata nel cuore della gente.

Ora c’è da chiedersi: con quale proposta ci stupirà la prossima volta, l’ottimo Sgaramella?


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