foto: liquida.it
«Slow down and go deeper». «Rallenta e approfondisci». Bastano due parole per riassumere un intero libro, “Slow news. Manifesto per un consumo critico dell'informazione”, scritto nel 2011 da Peter Laufer, giornalista californiano (NBC News, San Francisco Chronicle, Washington Post tra gli altri), documentariasta e conduttore di talk-show nonché insegnante di giornalismo alla Oregon School of Journalism.
Più che un libro, il manifesto scritto da Laufer è un appello, una risposta alla connessione perenne alle notizie di chi non può fare a meno di conoscere prima degli altri l'ultimo dettaglio dell'ultima notizia, e dunque tiene la televisione fissa su uno dei tanti canali all news ascoltando le stesse notizie a ciclo continuo per tutto il giorno, controlla newsletter e aggregatori rss o quello che viene postato dai suoi “amici” di Facebook o dai suoi “following” su Twitter e quando non è in casa attiva sms e connessione internet dal telefonino di ultima generazione. «Ecco dunque la regola Slow News: se deve finire per diventare una riga nelle pagine interne del giornale di domani, non perdete tempo con la storia mentre si sta verificando», è uno dei primi inviti – 28 in tutto, sotto forma di regole – al buen vivir informativo, abbandonando l'autostrada e il «camminare a 200 all'ora» per inoltrarsi in sentieri diversi, come avrebbe detto Tiziano Terzani.
Quello che invita a fare Laufer attraverso la "teoria delle notizie lente" a chi l'informazione la fa e a chi la subisce – consumo in ambedue i casi – è, appunto, rallentare, abbandonare la necessità (indotta) dell'”ultimo dettaglio minuto per minuto” per conoscere «le notizie di ieri, domani» come recita lo slogan del suo movimento. «Molto raramente una notizia è così importante per la nostra immediata esistenza da dover conoscere momento per momento qualunque cosa sappiano (o non sappiano) i canali di informazione», «a meno che l'epicentro del terremoto non sia davanti alla porta di casa vostra», si legge nel libro.
Così come è importante consumare criticamente ciò che mangiamo, in egual misura è fondamentale informarsi masticando bene (regola 21) e conoscendo gli ingredienti della nostra dieta, in una ideale prosecuzione dell'altro – e più noto – movimento “slow” ideato da Carlo Petrini.
Basta, dunque, alle “junk-news”. Perché per quanto l'agenda sia dettata dai media, quel che bisogna ricordare – riecheggia la vecchia massima di Montanelli – è che ad averla in mano, quell'agenda, è sempre il lettore. A lui (o a lei) il potere di chiuderla quando vuole.
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