La seconda parte di questa seconda stagione inizia con una sorta di giro sulle montagne russe. Di quelle con il giro della morte appena dopo aver pranzato.
Fortunatamente, notizie della CW ci hanno fatto sorridere: The 100 è rinnovato per una terza stagione!
Dopo un brutto momento per i nostri ragazzi, sembra che niente possa ostacolare un’alleanza. Ancora una volta, Lexa si dimostra essere davvero una visionaria -come diceva Kane- ma anche una buona leader. Il suo popolo non è soddisfatto di come sono andate le cose ma, come dice lei, e come poi vedremo la sofferenza da qualcuno sarà scontata: ed è tutto sulle spalle di Clarke.
Non manca però chi vuole mettere i bastoni tra le ruote: tra Indra che insiste con la vendetta che chiama “giustizia” e Augustus quest’alleanza piace a ben pochi.
Scoprendo appena qualcosa in più sulle tradizioni dei Terrestri sappiamo che per mettere una fine a ciò che è successo l’assassino e gli assassinati devono essere bruciati su una pira funebre: rituale antichissimo che sembra essere rimasto anche tra loro. Io ho amato questo genere di rito da quando ho studiato Beowulf: l’eroe bruciato sulla pira. Certo, questo non è un eroe, ma Finn è il mio baby.
In un breve dialogo tra Kane e Abby viene detta la frase che aspettavo da un po':
“Sono guidati da una ragazzina [i terrestri]” – “Anche noi”
Le allucinazioni che seguono Clarke mi hanno disturbata non poco: convivere con l’aver ucciso il tuo primo amore non dev’essere una cosa leggera, soprattutto se il suo “fantasma” continua a seguirti silenzioso.
Ma, vogliamo parlare dell’assurda e suicida idea di Bellamy: infiltrarsi a Mount Weather per trovare una via di fuga. No, Bell, no. Te lo dice anche Clarke “I SAID NO!” Ma a lui non basta come risposta. Sapete cosa gli basta? Il “Non posso perdere anche te” della Princess. Tornerà mai a chiamarla così, a proposito?
L’arrivo dell’alleanza Terrestri-Sky People mi è piaciuto: non me lo aspettavo così. Il “warm welcome” giustamente non poteva essere diverso, però. E’ difficile per i Terrestri accettare quest’alleanza con il popolo di colui che ne ha uccisi tanti. Le minacce di Lexa non sono a vuoto, ricordiamolo.
Menzione d’onore per Marcus Kane che questa settimana si è comportato da papà.
Qualunque cosa fosse, poteva essere il casus belli per rompere l’alleanza. Come dicevo, non tutti vogliono quest’alleanza e proprio “Gus” la guardia del corpo della Comandante dei Terrestri combina il fattaccio: avvelenata la coppa di Lexa e fa da assaggiatore e si accascia sul tavolo, avvelenato. La colpa subito viene data ai Cento che, del tutto ignari, si dichiarano innocenti. Clarke per prima le dice “Lo sai che non siamo stati noi”. La colpa però cade su Raven, sicuramente contro i Terrestri, addosso alla quale viene trovata la “prova” messa lì dai Terrestri.
Ancora una volta la drammaticità prende il sopravvento: quando [Raven] sarà morta, lo sarò anche la nostra tregua.
Legata ad un palo, Raven è ferita più volte da vari Terrestri. Ma quello non era l’inizio del rituale per aver UCCISO qualcuno? Gus è vivo e vegeto! Nonostante questo i fratelli Blake tentano di far ragionare Lexa e il suo popolo con scarsi risultati.
Nonostante l’alleanza è messa a rischio, le cose si sistemano.
A pagare con la vita è Gus. Mi è dispiaciuto perché sono convinta che, anche se con il mezzo sbagliato, lui volesse davvero proteggere Lexa. Che, come detto prima, non fa minacce a vuoto…
Se fosse successo un casino tra i due popoli, avrei dato di matto. Finn sarebbe morto per nulla e Clarke non ce l’avrebbe mai fatta a superarla. Non che sia facile. Lexa stessa le dice che la cosa la perseguiterà per sempre. E poi, la “rivelazione” della settimana: Lexa ha perso qualcuno che amava. Una ragazza di nome Kostia, torturata e uccisa solo perché era “sua” e poteva sapere i suoi segreti.
L’AMORE E’ DEBOLEZZA.
E proprio a causa di queste parole, Clarke sembra cambiare idea sulla missione suicida di Bellamy. Questa scena è molto particolare perché la Clarke della scorsa puntata non avrebbe mai fatto una cosa del genere. E adesso acconsente perché rifiuta di voler bene a chi le sta intorno, Bellamy in questo caso. Ma ho notato una cosa: quando la nostra leader, in passato, doveva dare qualcosa a qualcuno si avvicinava. Ora, invece, mi è sembrato che volesse tenere il più possibile le distanze da Bellamy e fuggire subito via. Lo sguardo di Octavia lo conferma e quello di Bellamy sembra davvero sorpreso dalla piega degli eventi. Che si fosse rassegnato all’idea che Clarke proprio non volesse perderlo e quindi rischiare la sua vita?
Sull’Arca le cose migliorano solo per poi peggiorare drasticamente: sono stata contenta della collaborazione tra i ragazzi e di qualche passo avanti (il messaggio di aiuto di Jasper, il martello di Miller preso chissà dove e anche l’irruzione di Monty) ma poi -maledizione!- succede proprio ciò che non volevo: Monty viene preso e messo in una delle 47 gabbia preparate per gli altrettanti ragazzi a Mount Weather. Le parole di Harper mi hanno fatto venire i brividi: 47, ne hanno fatta uno per ciascuno di noi.
Tra le cose che più ho apprezzato:
L’addio di Clarke a Finn:
Le reazioni di Octavia e Raven a Clarke che acconsente al piano di Bellamy:
Monty genio criminale – missione pulizie (anche se poi…)
Raven che vedendo la pena di Gus capisce che quello -e anche peggio- sarebbe spettato a Finn (e forse che quello che ha fatto Clarke eral’unica cosa da fare)
In attesa del prossimo episodio non resta che
Vi lascio con il trailer della 2×10:
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