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The Counselor – La recensione

Creato il 19 gennaio 2014 da Drkino

Il cinema cool ed estetico di Ridley Scott incontra la penna acuminata di Cormac McCarthy e si infetta col virus del nichilismo: la mela lucida e perfetta ha un cuore marcio…

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Ridley Scott, regista inglese classe 1937 e Cormac McCarthy scrittore statunitense classe 1933. Due vecchie glorie stagionate si uniscono professionalmente e producono un thriller/noir atipico. La trama è molto semplice, quasi banale di quelle che potrebbero essere riassunte su un fazzoletto di carta. Un avvocato (Michael Fassbender) di cui non conosceremo mai il nome, fa la bella vita, ma vorrebbe fare una vita ancora più bella e si mette in affari di droga. Verrà risucchiato in una spirale mortale senza via d'uscita. Su una base stereotipata come questa McCarthy, in veste inedita di sceneggiatore, imbastisce dialoghi al veleno e personaggi ambigui e torbidi. In The counselor – Il procuratore infatti i personaggi e i loro duelli verbali sono più centrali della trama stessa, ognuno ha un destino inesorabile, prevedibile, ineluttabile. Non c'è speranza per nessuno se non di essere stritolati da un mondo nero pece in cui vincono solo i famelici.

Il film si apre con una moto che sfreccia ad alta velocità e questa scena sintetizza perfettamente quello di cui The counselor ci parla: un mondo fatto di predatori che vogliono correre,sfrecciare ad alta velocità, fagocitare tutto, qualcuno ci riesce qualcun altro è destinato a soccombere e a prendere coscienza di un'amara verità, non era un predatore ma una preda.

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La verità non ha temperatura” dice beffardo il personaggio di Cameron Diaz e la verità per quel mondo è che non c'è spazio per l'emozione e il sentimento sopravvive solo chi è un freddo e spietato calcolatore. The Counselor è un film scritto con una lucidità, acutezza e spregiudicatezza assai rara per qualsiasi prodotto del genere nel cinema americano odierno ed è sicuramente il suo punto di forza. Il buon Scott dal canto suo si limita a non strafare e a servire l'ottimo copione col suo occhio raffinato ed elegante. Controluce, fotografia impeccabile, movimenti di macchina energici ma avvolgenti, insomma il tipico armamentario del Ridley Scott degli ultimi anni, stile patinato sempre più simile al mai dimenticato fratello minore Tony (il cineasta di Blade Runner ,Alien e I duellanti non esiste più inutile cercarlo invano).

Quindi, abbiamo un film dall'aspetto stiloso che cova al suo interno un cuore nero e putrido. Un mondo all'apparenza elegante, raffinato, allettante, fico ma che è abitato da persone ciniche, vili, amorali: homo homini lupus. Puro cinema contemporaneo. Imperdibile ma allo stesso tempo irritante.

NICHILISTA

Valerio Daloiso

Regia: Ridley Scott – Cast: Michael Fassbender, Javier Bardem, Cameron Diaz, Penélope Cruz, Brad Pitt – USA/UK, 2013 – Durata: 117 min.

 

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